Paolo Natali
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Settembre 2008

Ritorno nuovamente sulla situazione politica locale in vista delle prossime elezioni amministrative.
La vittoria del centrosinistra e la conferma dell'amministrazione Cofferati, che io auspico vivamente, alla luce di quanto accaduto in questi anni, non possono essere date per scontato, nè può tranquillizzare il risultato tutto sommato positivo ottenuto dal P.D. alle ultime elezioni politiche dove in città si è sfiorata la maggioranza assoluta.
Da un lato la crisi dell'ampia alleanza che a suo tempo propiziò la vittoria di Cofferati al primo turno, dall'altro una quota di delusi e di scontenti tra i suoi sostenitori di allora, quota di cui non saprei misurare l'esatta entità ma che non è comunque trascurabile, dovrebbero invitare tutti coloro che non si augurano un ritorno del centrodestra al governo di Bologna, ad un impegno responsabile e solidale per ricreare il clima di ampia ed attiva partecipazione che caratterizzò la campagna elettorale del 2004.
Ciò richiede innanzitutto un confronto ed una discussione franca sui risultati di questo mandato amministrativo, che coinvolga come allora i partiti, i cittadini dei quartieri ed il tessuto associativo.
E' da questa discussione, che prenda atto dei tanti successi ottenuti ma che non nasconda gli aspetti di criticità emersi sia in termini di contenuti che di stile e modalità di governo, che può nascere un rinnovato impegno programmatico attorno al quale costruire una nuova coalizione di governo.
La responsabilità del Sindaco e del P.D. nel favorire questo processo è senza dubbio primaria e richiede coraggio, orgoglio per quanto si è realizzato ma anche capacità e disponibilità autocritica.
Le nove assemblee che il Sindaco terrà nei quartieri cittadini, a cominciare da quella del 30 settembre a S.Donato, sono un'occasione importante ma che non può e non deve restare un episodio isolato.
E le primarie? Non sono un fine ma un mezzo, che va utilizzato con grande attenzione e senso di responsabilità. Intanto io non credo che si possano chiamare i cittadini che si riconoscono nel P.D. e nella coalizione che spero si possa ricostituire (per governare e non solo per vincere le elezioni) a votare per tre o quattro volte (se ci dovesse essere malauguratamente un secondo turno elettorale) in pochi mesi. Penso quindi che nelle prossime settimane dovremmo concentrarci sul costruire un programma condiviso lasciando ad eventuali primarie di coalizione (se nascessero accanto a Cofferati candidature realmente alternative) il compito di scegliere il candidato sindaco del centrosinistra. In questa direzione penso dovrebbe orientarsi anche Forlani, che pure si è messo generosamente in gioco. Le primarie insomma, con la loro inevitabile carica polemica personale, non possono essere sostitutive di quel franco ed aperto confronto politico-programmatico a cui ho accennato, che resta a mio giudizio la strada maestra da percorrere.
Concludo riportando il testo di una lettera che avevo intenzione di inviare a Repubblica qualche tempo fa dopo aver letto un articolo di Fausto Anderlini nel quale si paragonava il rapporto tra Sindaco e partito di riferimento a quello tra marito e moglie. Non l'ho fatto ma ritengo utile portarlo a conoscenza di chi vorrà leggerlo anche perchè esprime un'opinione che integra e completa le cose che ho scritto sopra.

Caro Direttore,
il rapporto coniugale come metafora del rapporto fra partito e sindaco, ritengo si presti (pur con tutte le approssimazioni e semplificazioni del caso) a considerazioni ben più espressive e pertinenti di quelle evocate da Fausto Anderlini nell’articolo pubblicato oggi da Repubblica (la moglie che comanda e il marito che obbedisce pur ritenendo illusoriamente di essere lui a detenere il potere).
Guardiamo dunque non alla patologia ma alla normalità di un rapporto matrimoniale, che conosce, come un mandato amministrativo, diverse fasi in relazione alle quali anche i rapporti interpersonali sono destinati ad assumere caratteristiche e significati diversi.
C’è in primo luogo il fidanzamento, al termine del quale ci si sceglie reciprocamente condividendo un progetto di vita comune (candidatura e programma elettorale e di mandato, nella metafora ) costruito insieme.
Comincia poi la vita matrimoniale all’interno della quale il consenso iniziale si traduce in atti e comportamenti concreti, che richiedono reciproco sostegno ed appoggio, in un clima di auspicabile accordo, che tuttavia non esclude espressioni critiche e di dissenso (da mantenere preferibilmente nell’ambito delle mura domestiche) non come manifestazione di ostilità preconcetta ma come stimolo e desiderio di cambiamento e di miglioramento della relazione, nel rispetto del patto iniziale e del clima che lo caratterizzava e nell’interesse di entrambi i contraenti.
Se manca quest’opera di “correzione fraterna” (o per timidezza o per timore – magari ingiustificato – di reazioni violente) e c’è incomunicabilità e soddisfazione (solo apparente) il rischio è che in occasione di un importante anniversario (ad esempio dopo 5 anni di un matrimonio-mandato amministrativo che non è comunque destinato a durare più di 10) quando c’è da decidere se confermare il legame esistente, tale decisione venga assunta più per timore delle conseguenze di una separazione che per convinzione profonda e ci si possa così avviare verso un proseguimento del rapporto che si trascina, bene che vada, stancamente, privato ormai di quella stretta collaborazione ed intesa che sola può assicurare la fecondità e la positività del rapporto.
Insomma in un sano e fisiologico rapporto tra marito e moglie (o tra partito e sindaco) non ci sono ruoli definiti una volta per tutte (uno che comanda sempre ed uno che sempre "sta ai detti") in base ai rapporti di forza, ma ci si parla e ci si ascolta con rispetto reciproco, si esprimono talvolta anche giudizi critici (tenendo conto delle condizioni date e della maturità del rapporto) come mezzo per consolidare il rapporto stesso, e non per indebolirlo, sempre in quello spirito di unità che nasce dalla consapevolezza di una sorte comune (non a caso gli sposi si definiscono "consorti").

Paolo NATALI

inviato il 25/09/2008 14:39:41

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