Paolo Natali
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Ottobre 2008

Cari amici,
scrivo queste note di ritorno dalla grande ed entusiasmante manifestazione di Roma, dalla quale il PD deve ripartire con rinnovata energia per svolgere un’opposizione vigorosa e propositiva al governo Berlusconi.

Vorrei però dedicare il mio commento mensile, per comprensibili ragioni di attualità, alle primarie che stanno per avere svolgimento per il candidato sindaco del comune di Bologna.
Il PD bolognese è atteso, a mio giudizio, ad una grande prova di maturità politica e democratica.
Il nuovo scenario che si è aperto con la rinuncia di Cofferati ci consegna una responsabilità che va assunta pienamente, rispettando alcuni criteri di comportamento che proverei ad indicare così.

Attraverso primarie “vere”, cioè autenticamente competitive e senza un candidato nettamente favorito, gli elettori bolognesi (nel numero più ampio possibile) avranno la possibilità di scegliere il candidato sindaco del PD (ed, auspicabilmente, di una larga coalizione per il governo della città), recuperando una prerogativa che fino ad oggi veniva di fatto loro sottratta dalle dirigenze dei partiti, come continuerà a fare (si può esserne certi) il centrodestra.
Credo fra l’altroche anche per la formazione delle liste dei candidati alle assemblee elettive a tutti i livelli (dall’Europa al Comune ai Quartieri) si debbano utilizzare forme di consultazione democratica.

C’è chi ritiene che le primarie siano un passaggio rischioso, che sarebbe stato meglio evitare, (affidando magari la scelta del candidato ad un ristretto ed autorevole “caminetto”) in quanto destinate a dividere e scompaginare il partito.
Chi la pensa così, secondo me, manca di coraggio e di fiducia nel partito stesso e nei suoi iscritti.
Le primarie, queste primarie bolognesi, possono invece essere, oltre che uno strumento di legittimazione democratica, una straordinaria ed entusiasmante occasione di mobilitazione e di rimotivazione del corpo elettorale, a condizione che si svolgano in un clima di appassionato ma sereno confronto, sui programmi, sullo stile di governo e sulle alleanze,nel quale i candidati, pur non rinunciando alla competizione anche accesa, evitino attacchi personali e colpi bassi e soprattutto non dimentichino che il vero avversario da battere è e sarà il candidato del centrodestra.
Le primarie possono essere quindi, anziché un elemento di divisione, un grande strumento di unità, che potrà essere ulteriormente arricchita se chi risulterà vincitore il 14 dicembre si avvarrà nella definizione del proprio programma elettorale anche dei contributi emersi nel corso delle primarie e potrà contare sul convinto supporto dei candidati sconfitti e dei relativi sostenitori: questo rafforzerà il candidato stesso, chiunque esso sia.In merito al programma occorre comunque che venga fatta chiarezza sul percorso da seguire, ricercando una congruenza non semplice tra quanto emerso dalla Conferenza programmatica e ciò che emergerà dalle primarie, tra quello che i Forum stanno elaborando, i contributi delle associazioni ed organizzazioni che vengono consultate, e, infine, l’apporto delle altre forze politiche con cui si va definendo la coalizione.

Un ulteriore contributo positivo che le primarie possono offrire alla vita del PD è quello di favorire un sempre maggiore “rimescolamento” delle diverse componenti, tradizioni ed ispirazioni che sono confluite in esso ed un superamento dei diversi “-ex” che rischiano di dare l’immagine di un partito vecchio e cristallizzato sul passato.

I dirigenti del partito dovrebbero innanzitutto adoperarsi affinchè le primarie abbiano uno svolgimento coerente con le modalità che ho cercato di richiamare. E’ ovvio che anch’essi appoggeranno e sosterranno uno dei candidati, ma mi sembrerebbe opportuno che ciò venisse esplicitato solo dopo che i candidati avranno avuto modo di presentare i propri programmi nelle diverse iniziative che verranno organizzate. Purtroppo non è stato così. Peccato! Sarà (speriamo) per un’altra volta: in definitiva dobbiamo tutti imparare dall’esperienza.
Per quanto mi riguarda farò anch’io la mia scelta sulla base di quanto ascolterò nei prossimi giorni e non avrò difficoltà a dichiararla, motivandola. Vi do appuntamento fra un mese, su questo blog.

Per concludere due preoccupazioni.

1) Quattro candidati di sesso maschile e nessuna donna: evidentemente c’è ancora molta strada da fare, per tutti, verso le pari opportunità politiche nel nostro partito.

2)Al voto mancano ancora diversi mesi. Sarebbe sbagliato che il Sindaco in carica e la Giunta non li utilizzassero pienamente per conseguire ancora significativi risultati dell’azione amministrativa che possono condizionare, nel bene o nel male, il risultato elettorale. Penso alla riforma del decentramento, alla metrotranvia, all’implementazione della riforma del welfare locale ecc. ecc.

Paolo

inviato il 27/10/2008 22:20:33

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