Paolo Natali
Paolo Natali


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Marzo 2006

Cari amici,


il commento di questo mese è dedicato naturalmente alla situazione politica nazionale, in vista delle decisive elezioni politiche del 9 e 10 aprile prossimo, che risulteranno determinanti per la vita del nostro paese nei prossimi anni. Anche la vita del “palazzo comunale” ovviamente risente di questo avvenimento, non nel senso che questo ultimo mese sia stato avaro di avvenimenti o di atti amministrativi importanti (per i quali vi rimando al resoconto mensile ed alle altre sezioni del sito) ma perché una serie di nodi politici locali sono rinviati a dopo le elezioni e la loro soluzione risentirà, almeno in parte, dal loro esito.


Esito rispetto al quale io sono sempre nettamente ottimista per il risultato dell’Unione ed in particolare per la lista dell’Ulivo alla Camera e (spero) per quella della Margherita al Senato.


E’ un ottimismo non solo della volontà ma anche della ragione, dettato non solo dai sondaggi, ma soprattutto dalle ultime prove elettorali, che hanno visto sempre prevalere nettamente il centrosinistra, dalle entusiasmanti primarie, dalla sostanziale unità di cui stanno dando prova le forze dell’Unione (finalmente fedele al suo nome) dal momento che hanno firmato il famoso Programma di 281 pagine.


Eppoi le continue esibizioni del Presidente del Consiglio, motivo da un lato di conforto (per il loro carattere sostanzialmente antidemocratico, che non può non essere percepito e rifiutato dalla maggioranza degli italiani) ma anche di preoccupazione (per le mosse imprevedibili e “folli” che ci si può ancora aspettare da lui prima e dopo le elezioni). Anche i risultati dell’azione di questo governo sono sotto gli occhi (e nelle tasche) di tutti.


Due parole sul Programma dell’Unione, schernito dagli avversari per la sua prolissità e complessità….A parte che ne esiste anche una versione condensata di quattro pagine (che trovate, insieme alla versione integrale, nella sezione “Documenti” del sito) è importante che forze politiche anche molto diverse fra loro, abbiano saputo convergere su tanti punti non generici e su di un Programma ampio: questo faciliterà l’azione di governo e permetterà di partire senza indugi nelle prime decisioni, necessarie per fare uscire il paese dalla crisi in cui versa da tempo.


Questo non eviterà sicuramente difficoltà nella concreta e quotidiana attività politico-amministrativa, ma ritengo che le condizioni per affrontarle e risolverle positivamente siano migliori rispetto al 1996-1998: quella esperienza non può non avere insegnato qualcosa a tutti, le primarie non possono essere dimenticate da nessuno, tutte le forze dell’Unione dovranno essere responsabilizzate nel governo (altro che desistenza….).


D’altra parte non è che il centrodestra, quanto a unità, se la passi bene: le tre punte giocano ciascuna per conto proprio e la Lega è momentaneamente in panchina, pronta a cercare alleanze nuove in caso di sconfitta della Casa delle libertà (ma compagni come Calderoli, Castelli e Borghezio faranno fatica, spero, a trovare una squadra che li faccia giocare).


L’Italia ha finalmente bisogno di serietà e capacità di governo, e di riguadagnare una pace ed un’ unità sostanziale (al di la’ delle fisiologiche diversità di linea politica  tra il neoliberismo del centrodestra ed il riformismo solidale del centrosinistra) che Berlusconi ha ferito provocando divisioni e lacerazioni nel tessuto civile e democratico del paese.


Anche il primo confronto televisivo tra Prodi e Berlusconi è stato molto istruttivo: chi si è annoiato vuol dire che ha già il palato televisivo danneggiato dalla “politica-spettacolo” fatta di scontri verbali, insulti, accuse ed addebiti reciproci di colpe e responsabilità . Questo avrebbe fatto comodo a Berlusconi, come ad un pugile in difficoltà che cerca il corpo a corpo per mascherare la propria crisi e per aiutarsi magari con qualche colpo basso, con la compiacenza di un arbitro partigiano.


C’è bisogno di regole invece, perché questa è la base necessaria per un confronto civile, che dia ai cittadini la possibilità di farsi un’opinione su cose concrete del passato e sugl’intenti per il futuro.


E’ proprio la cultura delle regole (elementare ma essenziale) a cui il Presidente del Consiglio è estraneo. Basta vedere i motivi ispiratori delle leggi e delle riforme votate dal Parlamento (a netta maggioranza di centrodestra) in questi anni, ed in particolare le due leggi che fissano “le regole del gioco”,blindate ed approvate a colpi di maggioranza: la nuova legge elettorale, studiata apposta per togliere potere ai cittadini e per favorire l’ingovernabilità, e la riforma della Costituzione, fonte di conflitti tra Stato e Regioni, che attribuisce al Primo Ministro poteri straordinari e di ricatto sul Parlamento, che mina l’equilibrio ed il bilanciamento di poteri su cui si fonda la nostra Repubblica. Su questa riforma si svolgerà in giugno, come è noto, il Referendum e sarà necessario mobilitarsi per la sua abrogazione (sul sito troverete anche una mia relazione al riguardo).


Per concludere vorrei dire che l’ottimismo circa l’esito elettorale non deve in alcun modo indurre al disimpegno nella campagna elettorale, cercando di ragionare pacatamente soprattutto con gl’incerti per convincerli della necessità di votare per l’Unione, ed ancor più nel momento del voto: ogni voto è necessario, questa volta più che mai.


 


Paolo

inviato il 25/03/2006 10:57:33

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