Paolo Natali
Paolo Natali


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Dicembre 2007

Cari amici,
le riflessioni di questo mese sono dedicate al viaggio che mi ha portato in Terra santa nei primi tredici giorni di dicembre, con una comitiva di pellegrini in prevalenza veneti, di cui faceva parte anche mia moglie, guidata da padre Paolo Bizzeti, un gesuita che per molti anni ha svolto il suo ministero a Bologna, a Villa S.Giuseppe.
Si è trattato di un viaggio molto bello e pieno di significati, sotto diversi aspetti.
Quello spirituale innanzitutto: l’itinerario si è rivelato assai suggestivo e capace di evocare e fare ripercorrere tutta la storia della salvezza, dalla creazione (nel deserto del Negev) alla passione, morte, resurrezione ed ascensione del Signore (a Gerusalemme), passando per la Gerusalemme di David, Betlemme, Nazareth, il lago di Tiberiade e Gerico.
Ma anche quello socio-politico: i due giorni vissuti in un kibbutz nel Negev (uno dei pochi ormai rimasti, che si mantiene fedele alla sua impostazione originaria: 400 persone di 28 nazionalità che vivono in una totale condivisione di beni, secondo regole democratiche e nel pieno rispetto delle diversità di opinioni politiche ed appartenenze religiose); gl’incontri a Betlemme, Nazareth e Gerico, con i parroci francescani, testimoni diretti dell’ ingiustizia e della violenza che il governo israeliano esercita nei confronti del popolo palestinese nei territori della Cisgiordania (noi stessi abbiamo fatto esperienza diretta delle difficoltà di transito ai posti di blocco e dei controlli asfissianti all’aeroporto di Lod); l’incontro con il cardinal Martini, testimone partecipe ed autorevole operatore di pace in quella città speciale che è Gerusalemme, luogo d’incontro tra tante culture, nazionalità e religioni che, incapaci di creare le condizioni per un accordo e per una convivenza nel rispetto reciproco, danno segni continui di discordia e di ostilità. Eppure è soltanto dalla soluzione dei problemi di questa terra e dello status di Gerusalemme in particolare che possono aprirsi prospettive di pace in Medio Oriente e nel mondo. Qualche speranza si è aperta con i recenti incontri di Annapolis, ma non è la prima volta che le speranze e le attese di pace vengono amaramente deluse. Un seme di speranza è anche quello posto dall’associazione che riunisce i parenti delle vittime israeliane e palestinesi della guerra e della violenza. I torti e le ragioni non sono mai tutti da una sola parte. E’ così nei conflitti internazionali ed in quelli interpersonali: fintanto che ciascuno si limita a rivendicare i propri diritti ignorando o mettendo tra parentesi le proprie responsabilità e non riesce a mettersi nei panni dell’altro, non si fa alcun progresso verso la pace.
E infine anche la dimensione turistica: abbiamo visitato luoghi molto belli e suggestivi. Tra tutti: i deserti del Negev e di Giuda, Eilat sul mar Rosso, il mar Morto e il lago di Tiberiade (o mare di Galilea), Haifa e Cesarea, Masada, il museo d’Israele con i rotoli di Qumran…….

Dopo un viaggio così intenso non è stato facile calarsi di nuovo nelle vicende politiche locali, delle quali viene da cogliere con più evidenza il limite e la povertà. Dico questo non da osservatore esterno e distaccato ma, nel mio piccolo, da protagonista responsabile.
Tuttavia credo che sia bene, ogni tanto, saper osservare da lontano e relativizzare le vicende nelle quali siamo coinvolti, per poter considerarle con maggiore oggettività, non per abbandonare l’impegno ma per calibrarlo ed indirizzarlo con maggiore lucidità.
In questo senso ho accettato, su proposta del Comitato promotore, di svolgere il ruolo di responsabile della campagna di fondazione del P.D. nel quartiere S.Donato, un ruolo a termine, di servizio, orientato a favorire la nascita ed il radicamento del partito nel territorio in cui vivo ormai da quarant’anni ed al quale mi sento profondamente legato.
Che partito sarà il P.D.? Su quali valori si fonderà? Sarà davvero un partito nuovo nelle sue regole di vita democratica interna e nel suo stile? Quale programma sosterrà e con quali alleanze, a livello locale e nazionale?
A queste domande non so dare risposte certe, ma so esprimere desideri e speranze. Questo è il momento nel quale posso dare un contributo affinchè la realtà del partito, come la costruiremo insieme, non si discosti molto dai desideri e dalle speranze.
Vale la pena di provare. Poi si vedrà. Non si tratta di scelte irrevocabili………

Auguri a tutti di buon Natale e di un sereno 2008!

Paolo

inviato il 23/12/2007 22:14:18

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