Paolo Natali
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Ottobre 2005

Cari amici,


il mese appena trascorso è stato denso di novità significative, sia sul piano politico nazionale che locale.


Innanzitutto la grande giornata delle Primarie dell’Unione, domenica 16 ottobre: il risultato, superiore alle attese, in termini di partecipazione al voto, ed il successo personale di Prodi, unito all’entusiasmo ed allo slancio di milioni di elettori e di migliaia e migliaia di volontari, hanno dato un nuovo impulso alla coalizione. Il rilancio della lista unitaria dell’Ulivo, almeno alla Camera, ed il rafforzamento delle prospettive del partito democratico ne sono i frutti più evidenti.


Prodi ha avuto ragione, dando prova di un intuito politico che lo riconferma leader indiscusso dell’Unione, per di più investito da un consenso popolare che va oltre i partiti.


Il centrodestra per parte sua non se la passa bene, al di là dello sprint finale parlamentare che Berlusconi sta imponendo: nuova legge elettorale, devolution, salva-Previti, par condicio, seppur saranno approvate non sembrano in grado di capovolgere il giudizio negativo degli italiani che si è manifestato nelle ultime competizioni elettorali e che non può che essere rafforzato dalla precaria situazione economica del paese (i conti pubblici sono sempre più fuori controllo ed il governo “naviga a vista”) e della ormai manifesta inadeguatezza di un leader che colleziona brutte figure una dopo l’altra.


La possibilità di vincere  il 9 aprile pare quindi assai consistente, a meno che……


A meno che l’Unione non riesca nell’impresa ardua, ma non impossibile, visti i precedenti, di dilapidare il patrimonio di fiducia e di credibilità conquistato, attraverso episodi che mostrino una coalizione inaffidabile e lacerata da personalismi e divisioni.


Da questo punto di vista, e veniamo alla situazione locale, ciò che è capitato nella nostra città non rappresenta un segnale incoraggiante.


Sono dell’opinione che il rilievo dato alle vicende bolognesi risponda a logiche mediatiche e non debba essere considerato sintomo o specchio di una situazione nazionale. E credo e mi auguro (e farò tutto quanto è nelle mie sia pur modeste possibilità e capacità d’influenza per operare in tal senso) che le difficoltà che si sono manifestate tra Cofferati e la maggioranza che lo sostiene potranno essere positivamente superate se ci sarà, da parte di tutti i protagonisti della vicenda politica locale, la volontà per farlo.


Alcuni episodi (diversi per contenuto, protagonisti ed importanza) che hanno contribuito a creare un clima di divisione sono nell’ordine: l’intervento sui lavavetri, la vicenda SABIEM, lo sgombero sul Lungoreno e lo spegnimento di SIRIO al sabato.


Ciascuno di questi fatti, proprio per la loro diversità, meriterebbe un commento specifico, impossibile in questa sede per ragioni di brevità. Tuttavia il loro insieme mette in evidenza una crisi nei rapporti tra il Sindaco e parti significative delle tre componenti che avevano costruito ed accompagnato il percorso di Cofferati verso la candidatura, propiziato la sua investitura nella grande assemblea del gennaio 2004 e consentito la sua elezione a sindaco.


Se questo è evidente (senza bisogno di particolari argomentazioni) per quanto riguarda i partiti e le associazioni, un discorso più articolato meriterebbe la terza componente, quella dei cittadini espressi dalle nove assemblee di quartiere. Voglio dire che l’alto grado di condivisione che il Sindaco ha registrato a seguito di alcune delle sue scelte (in particolare sui lavavetri e sullo sgombero del Lungoreno) andrebbe analizzato per vedere se si sia trattato di un allargamento netto dell’area di consenso o (com’è più probabile) di una somma algebrica sia pure a risultato positivo.


Va aggiunta (è il caso della SABIEM ma non solo) anche qualche tensione tra le istituzioni (Comune e Provincia) che contraddice il clima di grande accordo e sintonia che si era manifestato durante la campagna elettorale.


Devo dire che anch’io ho avuto occasione di manifestare (in piena sintonia con i vertici cittadini della Margherita) un certo disagio di fronte ad alcune decisioni del Sindaco, sia per quanto riguarda il merito che, ancor più, per quanto riguarda il metodo, che è parso poco incline alla collegialità ed al confronto preventivo.


Dato atto al Sindaco di avere indubbiamente toccato nervi scoperti e problemi reali, che vanno affrontati con determinazione (ed altri andranno assunti, vorrei aggiungere, che richiedono anch’essi energici provvedimenti nella linea del ripristino della legalità, come l’occupazione abusiva delle case pubbliche) mi auguro che le difficoltà registrate possano essere interpretate come incidenti di percorso e che quanto accaduto rappresenti una lezione per tutti, Sindaco e componenti che l’hanno sostenuto e che intendono continuare a sostenerlo.


Da questo punto di vista la discussione sul tema della legalità, che Cofferati ha dichiarato di voler avviare con la presentazione di un documento il 2 novembre prossimo, può essere un’occasione importante.


A condizione che tutto non si riduca ad una esercitazione letteraria di carattere teorico ed ideologico, ma rappresenti di fatto il modo per praticare nuovamente il metodo (non consociativo ma autenticamente partecipativo) che lo stesso Sindaco ha promosso in campagna elettorale e nella discussione sul programma di mandato, a partire da un tema (legalità o, meglio, sicurezza/solidarietà) che nella concreta pratica di questi primi 16 mesi di esperienza politico-amministrativa, l’amministrazione ha faticato a declinare con efficacia ed equilibrio.


Su questo, ritengo, i recenti episodi e le polemiche che li hanno accompagnati, dovrebbero avere insegnato qualcosa a tutti: al Sindaco, alla Giunta ed alle forze politiche di maggioranza, con le culture che le ispirano, compresa quella cattolico-democratica a cui sento di appartenere, che nel momento di dover operare delle scelte amministrative anche dolorose non può non farsi carico di esigenze di sicurezza, senza peraltro mettere tra parentesi o trascurare quelle istanze di solidarietà, di prossimità e di accoglienza che la caratterizzano.


Ma questa umiltà e capacità di autocritica deve essere condivisa da tutti, ciascuno per la propria parte.


Paolo

inviato il 31/10/2005 21:47:13

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