Novembre 2006
Cari amici,
i temi all’attenzione del dibattito politico locale e nazionale di quest ultimo periodo sono, come sempre, molteplici. Tra questi mi soffermo su quelli che mi appaiono i più rilevanti.
Sul piano amministrativo comunale ha fatto molto discutere la scelta del Sindaco e della Giunta di non approvare entro fine anno il bilancio di previsione 2007, accettando così l’esercizio provvisorio.
Si tratta di un’ anomalia, almeno per il Comune di Bologna (dato che sono tanti gli enti locali che seguono questa prassi) che è stata giustificata con i vincoli particolarmente gravosi che la legge finanziaria (almeno nella stesura uscita dalla Camera) impone al bilancio comunale, con la prospettiva, politicamente scomoda, di dover fare ricorso ad una maggiorazione dell’addizionale IRPEF comunale. La previsione di modifiche rilevanti della legge finanziaria nel corso dell’esame in Senato, ed in particolare la possibilità di un’applicazione progressiva dell’addizionale, suggeriscono al Comune una pausa di attesa per conoscere il testo definitivo della manovra governativa e decidere una sola volta, a gennaio, la struttura del bilancio di previsione, evitando di dover modificare decisioni destinate ad avere un forte impatto sui cittadini bolognesi e sull’opinione pubblica, già frastornata dalle notizie continuamente mutevoli sui contenuti della manovra a livello nazionale.
Non mi sento francamente di criticare tale decisione che ha soprattutto un valore simbolico e che non influenzerà comunque in modo rilevante la gestione amministrativa della macchina comunale: l’esercizio provvisorio avrà l’effetto di consentire in gennaio spese non superiori ad 1/12 delle spese effettuate nel 2006 e creerà soltanto un ritardo (sperabilmente breve) nell’assunzione di alcuni impegni di spesa.
Quello che si deve chiedere alla Giunta è tuttavia la massima trasparenza e tempestività nei confronti del Consiglio comunale e della città nella comunicazione delle decisioni che verranno adottate fornendo tutte le necessarie informazioni sui diversi scenari possibili, allo scopo di consentire decisioni consapevoli e meditate.
Un altro tema importante sul quale si è avviata la discussione, che verrà conclusa entro dicembre, riguarda il Piano Generale del Traffico Urbano, con il corollario delle grandi infrastrutture sulla mobilità (metrotranvia in primis) sulle quali si è ancora in attesa di ricevere affidamenti certi, sull’entità dei finanziamenti pubblici resi disponibili e sulla tempistica di erogazione degli stessi.
Sulla verifica di metà mandato si è avviato in qualche modo il percorso, con il documento unitario dei partiti della coalizione , con le 9 sedute pubbliche dei Consigli di Quartiere (con la partecipazione del Sindaco), e con le assemblee organizzate dai D.S. La Margherita dovrebbe a sua volta organizzare una iniziativa cittadina che serva ad esprimere il proprio punto di vista ed a raccogliere i contributi delle componenti sociali ed economiche bolognesi.
Il tutto dovrebbe confluire in una sintesi da produrre nell’ambito di un’Assemblea cittadina analoga per composizione e struttura a quella che a suo tempo investì Cofferati del ruolo di candidato Sindaco del centrosinistra sulla base di un programma elettorale tradotto successivamente nel programma di mandato.
Mi auguro vivamente che questo percorso possa concludersi all’inizio del prossimo anno, fornendo indicazioni precise sui contenuti e sullo stile dell’azione di governo locale nella seconda metà del mandato amministrativo.
A livello nazionale va registrata con soddisfazione la buona tenuta, almeno fino al momento in cui scrivo queste note, del governo e della maggioranza che lo sostiene. Il difficile passaggio della finanziaria al Senato darà un responso che mi auguro incoraggiante. Nel frattempo la situazione dei conti pubblici dà già segnali di miglioramento il che non consente certo di abbassare la guardia ma lascia ben sperare sul fatto che i sacrifici che vengono chiesti al paese (resi necessari, non dimentichiamolo, dalla precarietà della situazione ereditata dal governo Berlusconi-Tremonti) possano lasciar spazio, nel medio termine, ad un allentamento della pressione fiscale. La condizione perchè ciò avvenga è legata ad un recupero dell’evasione fiscale, e ad una più rigorosa politica tributaria: gl’italiani stanno prendendo coscienza che è finita la stagione dei condoni con il loro effetto devastante e diseducativo.
In questo contesto occorre muoversi con decisione verso il Partito Democratico. D.S. e Margherita devono prendere decisioni chiare in questa direzione, secondo una tempistica certa e definita. Nello stesso tempo sul territorio vanno avviate iniziative di base nelle quali possa svilupparsi un confronto ed un dibattito sui principi e sulla forma che il nuovo partito dovrà assumere, avendo cura di coinvolgere in esso non soltanto chi si riconosce nei due partiti fondatori ma anche i cittadini che votano Ulivo e che hanno partecipato alle primarie. I prossimi congressi di D.S. e Margherita dovranno sciogliere nodi importanti sul percorso verso il P.D. soprattutto decidendo se sia possibile dare vita direttamente ad esso o se si debba passare attraverso una Federazione.
Questa soluzione appare troppo prudente e, soprattutto, tale da tenere lontani dal processo i cittadini estranei ai partiti.
Tuttavia, se l’alternativa fosse "Federazione o niente" (col rischio che un’accelerazione del processo faccia perdere per strada pezzi importanti dei due partiti) varrebbe la pena di dare vita alla Federazione, a condizione che venissero contemporaneamente fissate scadenze certe per la nascita del P.D. e che i partiti federati cedessero agli organi della Federazione quote significative della propria sovranità.
inviato il 27/11/2006 19:43:12
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