Marzo 2007 bis
A leggere le cronache politiche locali di questi giorni sembra di essere in aprile del 2009: anziché valutazioni su come dare seguito alla verifica di metà mandato, si danno giudizi definitivi sull’operato della giunta Cofferati, e si discetta su primarie sì o no,e tra quali candidati.
Non mi pare inutile allora tentare di mettere in fila alcune riflessioni, anche per ricordare alcuni fatti accaduti poche settimane orsono che mi paiono già dimenticati.
A due anni abbondanti dalle prossime elezioni (spero che nessuno nel centrosinistra punti ad una fine anticipata del mandato…..) la coalizione dell’Unione che nel 2004 propiziò l’elezione di Cofferati, dovrebbe impegnarsi soprattutto nel segnalare al Sindaco luci ed ombre di quanto fin qui realizzato, nel proporre temi ed interventi prioritari per la seconda parte del mandato e nel raccomandare modalità e stile di governo nuovi per l’immediato futuro. Ora questo è esattamente quanto i partiti dell’Unione hanno fatto nelle scorse settimane attraverso due documenti condivisi e consegnati al Sindaco. Tocca a lui, mi pare, dare riscontro, auspicabilmente positivo, alle richieste della coalizione, utilizzando opportunamente, se lo riterrà necessario, il rimpasto/allargamento della Giunta. Questo, e non altro, è il tema che tutti abbiamo davanti oggi.
Altro aspetto che è stato al centro dell’attenzione è il rapporto tra Cofferati ed il suo partito e, più in generale, tra partiti ed istituzioni. Il modello positivo di relazione non può essere né quello che vede il Sindaco isolato ed indipendente dai partiti, forte del diritto a governare conferitogli dall’elezione diretta, né quello di un Sindaco che prende ordini dal partito o, come qualcuno ha scritto, da una "composita oligarchia partitica", non legittimata dal voto.
A questa analisi sfugge il fatto che i cittadini, nel 2004, hanno eletto non solo il Sindaco,ma anche 46 consiglieri comunali e tra questi, in particolare, 28 appartenenti ai partiti dell’Unione, con il compito d’indirizzo e controllo, nei cinque anni di mandato, dell’attività del Sindaco e della Giunta.
Ed il programma di mandato, punto di riferimento dell’azione amministrativa del Sindaco, non è altro che la traduzione in termini politico-istituzionali, del programma elettorale che ha rappresentato nel 2004 il patto, gradito alla maggioranza dei cittadini bolognesi, tra Cofferati ed i partiti, movimenti ed associazioni che ne hanno propiziato l’elezione.
La perversa alternativa "dipendenza-indipendenza" si presenta soltanto se, nella concreta esperienza di governo della città, s’indebolisce il rapporto tra il Sindaco e la maggioranza consiliare che lo sostiene e tra rappresentanze consiliari e formazioni (partiti politici e tessuto associativo) di cui esse sono espressione.
Credo che proprio questi siano gli aspetti da rafforzare e su cui concentrarsi nei prossimi due anni.
Avrei qualcosa da dire sulle primarie, ma sarà bene rinviare l’argomento al momento opportuno, anche perché non sarà indifferente il giudizio sul governo della città nei prossimi due anni.
Paolo
inviato il 11/04/2007 08:46:07
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