Paolo Natali
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Gennaio 2009

Cari amici,
in questo commento vorrei riprendere alcuni dei temi già toccati il mese scorso e che riguardano la situazione politico-amministrativa locale con particolare riguardo al Comune di Bologna: spero mi si perdonerà questa "miopia", giustificata peraltro dall' importanza che il risultato delle elezioni nella nostra città assume nel quadro nazionale che vede il PD ed il centrosinistra in serie difficoltà.
Mi pare comunque importante, nei prossimi due mesi e mezzo (periodo ancora utile per assumere atti d'importanza strategica), intensificare lo sforzo per completare tre punti del programma di mandato.
1) l'approvazione del nuovo Regolamento Urbano Edilizio (RUE) e del primo Piano Operativo Comunale (POC) che completeranno, dopo l'avvenuta approvazione del Piano Strutturale Comunale (PSC), la strumentazione urbanistica destinata a governare l'assetto del territorio bolognese nei prossimi anni;
2) il graduale consolidamento del nuovo sistema del welfare cittadino (decentramento ai Quartieri di tutti i servizi alla persona e stipula dei contratti di servizio con le ASP) e l’approvazione del Piano di zona distrettuale triennale per la salute e per il benessere sociale , che sostituisce il Piano sociale di zona rafforzandone il raccordo con il Piano per la salute;
3) l'approvazione delle modifiche allo Statuto comunale ed al Regolamento sul Decentramento necessarie da un lato a recepire le innovazioni realizzate in questo mandato, dall'altro ad introdurre quei rafforzamenti delle istituzioni decentrate che preparano una più ampia riforma dei Quartieri da realizzarsi nel prossimo mandato contestualmente alla istituzione della Città Metropolitana.
Questi risultati richiedono, per essere raggiunti, un forte impegno della maggioranza consigliare (formata ormai da Partito Democratico e Sinistra Democratica), e della Giunta (superando le difficoltà oggettive rappresentate da un certo clima di "fine mandato" e dall'abbandono anticipato della vicesindaco) ed un atteggiamento non ostruzionistico o dilatorio delle minoranze, alle quali è chiesto di dare un contributo propositivo e costruttivo soprattutto per quanto riguarda il punto 3).
Bisogna anche dire che ogni giorno che passa vede un sempre maggiore impegno ed una sempre più forte attenzione da parte di tutte le forze politiche, alla campagna elettorale ed al tema delle candidature.
Da questo punto di vista mi pare che nel centrodestra la confusione regni sovrana, e che questa confusione si giochi in larga misura attorno al tema del "civismo" sul quale vorrei spendere qualche considerazione.
Cos'è il “civismo” e cosa sono le sue dirette emanazioni (candidato civico e lista civica)?
Mi pare che da parte dei suoi interpreti e sostenitori,il civismo sia sinonimo di "espressione della città e della società civile" e di "fedele interprete dei bisogni della città" assunti come riferimento esclusivo dei propri programmi.
E' evidente che il termine si carica implicitamente di un significato alternativo e critico nei confronti del sistema dei partiti. Proprio in questo sta, a mio giudizio, la sua ambiguità.
Chi l'ha detto che i partiti non siano rappresentativi della città e dei suoi interessi ? E chi l'ha detto che gli stessi candidati alla carica di sindaco o di consigliere, se iscritti ad un partito non abbiano a cuore i bisogni dei cittadini e non cerchino di rispondere ad essi attraverso il proprio impegno politico ?
Personalmente la mia adesione al PD si fonda proprio su questa convinzione, oltre che sul fatto che il momento del voto, con il conseguente mandato di rappresentanza, non esaurisce il rapporto con i cittadini elettori, che richiede momenti di costante verifica cui la struttura e la vita di un partito democratico (davvero) e radicato sul territorio offrono strumenti ed occasioni.
Il civismo oggi a Bologna copre di fatto una inadeguatezza dei partiti di destra, incapaci di esprimere un proprio candidato. La presenza sulla scena politica di una fin troppo ampia offerta di candidati civici dichiarati o “in pectore” (Corticelli, Guazzaloca, Cazzola, Tunioli, Canè…) contribuisce ad alimentare la confusione e la polemica tra i partiti e all’interno dei partiti, e l’accesa competizione tra candidati, ciascuno dei quali vanta il proprio primato in fatto di civismo (senza che si manifestino significative peculiarità programmatiche).
E quando qualcuno da Roma (alla faccia della democrazia) sceglierà il candidato da appoggiare, ciò ne indebolirà oggettivamente il tasso di civismo.
Insomma, un bel pasticcio!
Un’ultima (se ce ne fosse bisogno) ambiguità: l’UDC continua ad appoggiare Guazzaloca, contando di poter ancora usufruire della rendita parassitaria e del traino rappresentato dal candidato e della lista civica (?) de La tua Bologna, nella quale inserire i propri candidati di partito.
Prometto che d’ora in poi non mi occuperò più delle vicende di casa altrui.
Di problemi ne abbiamo a sufficienza in casa nostra, soprattutto se anche a sinistra del PD dovessero proliferare le liste ed i candidati.
Ma di questo parleremo un’altra volta….
Paolo

inviato il 28/01/2009 22:56:25

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