Grazie, Presidente. Credo che ci troviamo davanti ad un'opportunità interessante, quella cioè di avere un percorso che credo non potrà essere risolutivo in questa sede, come dirò in conclusione di questo intervento, ma comunque è utile avere una occasione di scambio, anche perché questo processo di creazione della città metropolitana dura ormai da tanti anni, conosce volta a volta delle accelerazioni in presenza di fatti nuovi che di tanto in tanto avvengono a livello nazionale. Di recente c'è stata una ripresa di interesse, per cui credo che sia giusto dedicare come Consiglio comunale una qualche attenzione in questo momento. Le cause di questo processo così lungo: non ho intenzione di fare diagnosi accurate e approfondite ma ci rendiamo conto comunque del fatto che non è soltanto qui a Bologna che le cose non si sono realizzate, è un ritardo che riguarda tutta la nazione, perché la stessa normativa ha conosciuto momenti di certezza, momenti di incertezza e poi - diciamocelo francamente ma questo non deve rappresentare in nessuno modo per noi una scusa e un'attenuante - il tema della città metropolitana è presente al dibattito politico e amministrativo di questa città, ed anche alle forze economiche, (soprattutto perché le forze economiche vedono nella città metropolitana un'occasione importante di attrarre dei finanziamenti sulla città) ma è pochissimo presente alla coscienza dei cittadini, appartiene più al tema delle riforme istituzionali, che io credo sono destinate ad avere poi delle ricadute importante sui cittadini, i quali però non ne hanno una grande consapevolezza e quindi non imprimono una grande spinta al processo. Però questi anni che ci stanno alle spalle non sono stati anni perduti e anni di inerzia, almeno a livello cittadino, nel senso che con le esperienze che si sono fatte, (a partire dalla Conferenza metropolitana dei Sindaci ma anche con le pianificazioni di livello metropolitano, provinciale e con il consenso e la partecipazione dei Comuni, tutta la fase di sviluppo delle unioni intercomunali, gli Uffici comuni che sono stati creati) il tempo non è stato perduto in questi anni. Anzi proprio le esperienze che si sono fatte in questi anni rappresentano il punto di riferimento che ci deve servire per fare dei passi avanti. Secondo me c'è stata anche una ragione che ha ritardato fin qui il dibattito: il fatto che lo si è sempre affrontato in un modo ( credo di poter dire ma in questo senso mi pare lo diceva anche il professor Vandelli) non corretto, e questo credo che ci debba insegnare qualche cosa. Cioè si è sempre partiti dal chiederci rispetto alla città metropolitana quali sono gli Enti o qual è l'Ente che in qualche modo deve fare un passo indietro, è destinato a sparire, qual è l'Ente o quali sono gli Enti che viceversa continueranno a rimanere, e qual è - e questo è il tema sul quale ci siamo tutti esercitati con grande passione ma con scarso profitto - la dimensione territoriale della Città metropolitana. Tutto questo dibattito non ha portato fin qui a grandi risultati. Allora forse qualche cosa va cambiato in questo approccio. Io credo che ci sia bisogno davvero di convergenza a, e quindi raccolgo positivamente gli accenni che faceva il collega Bianchi, che mi sembravano animati sinceramente da un desiderio di convergenza, però io credo che perché questa convergenza si realizzi bisogna che non ricadiamo di nuovo nell'errore che è stato fatto fino a qui e mi sembra che alla fine anche Bianchi tornasse a questo approccio. Sono stati richiamati i 9 punti, che sono poi 12(ma questo poco importa) del documento Vandelli, io credo che questo oggi rappresenti un punto di riferimento importante. Però va letto tutto e va letto con coerenza, a partire dalla premessa. A me ha colpito nel documento del professor Vandelli il fatto che si parla molto poco di Città metropolitana, il termine "Città metropolitana" viene usato pochissimo. In particolare nel capitolo quinto, che è il conclusivo del suo documento - non è quello conclusivo, che è il sesto, ma è quello più corposo - ci sono questi 12 punti, (che io non ho intenzione di ripercorrere tutti, farò solo qualche riferimento) con una premessa, e la premessa dice: "Bologna deve figurare nell'elenco delle realtà metropolitana"; non si usa il termine "Città metropolitana". E' stata una distrazione, è un caso? Io non credo che sia un caso, perché bisogna dire che Bologna deve essere realtà metropolitana, quindi questo deve essere deciso a livello nazionale, (ed è la cosa che ci sta a cuore) ma non usare il termine "Città metropolitana" io credo che abbia anche un senso a questo livello e in questa fase del nostro discorso perché significa mettere un attimo da parte il profilo istituzionale della realtà metropolitana bolognese, che dovrà essere definito una volta che avremo fatto un altro percorso. E il percorso è quello che Vandelli indica e che io non sto a ripercorrere tutto ma voglio sottolineare questo, cioè il fatto che occorre impegnarsi in questo momento - ma impegnarsi a fondo, più di quello che si è fatto fin qui in questi anni - nel fare un discorso sulle competenze delle diverse dimensioni istituzionali, a partire anche dalla dimensione regionale, la dimensione provinciale, la dimensione intercomunale, la dimensione comunale e quella dei Quartieri. Questo discorso, che non è semplice, non ci deve però spaventare, perché è da qui che si parte per un ridisegno della realtà metropolitana bolognese. E allora qualche accenno e qualche spunto Vandelli già lo dà nel suo testo ma è qui che occorre intervenire, è qui che occorre lavorare. Mi limito a segnalare soltanto il punto 6, che è quello che interessa più da vicino Bologna, dove si parla anche qui non di "Città metropolitana" ma si parla di una possibile "unione metropolitana". Sarà poi questa che acquisirà il rango di Città metropolitana? Non è il caso di dirlo in questo momento. Però nel punto 6 si prende atto del legame di affinità che unisce la città di Bologna, il capoluogo bolognese con i Comuni della prima cintura, ma non solo della prima cintura. E' chiaro che ci dev'essere un'adesione anche volontaria come diceva Bianchi, però bisogna in ogni caso che anche l'adesione volontaria si costruisca in termini di una riconosciuta affinità di competenze. Se manca questa ricognizione, il discorso rischia di ripartire, io credo, nel modo sbagliato e non ci porta molto lontano. Se scegliamo questo approccio occorre però che lo scegliamo con convinzione e occorre che le diverse Istituzioni locali, e in particolare il Comune di Bologna, si impegnino a fondo, con un mandato preciso. D'altra parte a me sembra che le cose che ho sentito dall'assessore Mancuso siano del tutto coerenti con questa impostazione; devo dire che la stessa delega attribuita non tanto tempo fa ad un Assessore mi rende più tranquillo sulla nostra volontà di andare in questa direzione. Devo dire anche che l'accordo del primo agosto sulla Città metropolitana, che è stato in questa sede richiamato non molto tempo fa dalla Minoranza dicendo "beh, insomma, alla fine poi che cosa c'è dentro? E' aria fritta", alla luce anche del documento Vandelli e alla luce delle cose che abbiamo udito in queste settimane non è poi aria fritta, perché la decisione che quell'accordo assume, dell'istituzione di un tavolo - tavolo che dev'essere quello che fa questa ricognizione di competenze, a cui poi fare seguire la definizione dei profili istituzionali della realtà metropolitana bolognese - a me sembra un fatto particolarmente importante. Quindi, e concludo, mi pare che abbiamo l'occasione per metterci finalmente su una strada costruttiva, che ci può portare in maniera convergente ad assumere degli orientamenti precisi, a cui il livello nazionale possa dare una risposta positiva. E questo significa avere, un vestito che non cali in maniera rigida su tutte le realtà metropolitane; significa tenere conto appunto di quello che qui in questi anni è stato fatto, a cui occorre dare una risposta. E' chiaro che la risposta deve avere degli aspetti omogenei a livello nazionale, non significa fare un vestito di Arlecchino ma significa fare un vestito che riesca ad adattarsi a realtà metropolitane anche molto diverse tra loro per dimensione e anche, se vogliamo, per storia e per tradizione politica. Grazie.
inviato il 18/10/2006 12:51:00