Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 2 - 10 - 2006 "PROGETTO IL METRO' CHE VORREI" (PRESENTAZIONE ODG)


Grazie. Personalmente credo che sia il caso di proseguire il dibattito nel senso che, come diceva il collega Corticelli, questo progetto, questo elaborato è stato già portato a conoscenza in diverse occasioni dei Consiglieri che hanno voluto prestare ad esso attenzione ed io sono tra questi, avendo esaminato sia gli elaborati e poi ascoltato con attenzione l'illustrazione che è ne è stata fatta in Commissione. Io apprezzo lo spirito dialogante, come diceva Corticelli, di questa proposta; però, detto questo, e quindi disponibile evidentemente ad un confronto, non posso esimermi dallo svolgere alcune considerazioni critiche, critiche costruttive, che sono critiche di carattere tecnico e non ideologico; d'altra parte anche quello che diceva Corticelli si collocava su un piano squisitamente tecnico, anche se dietro ad ogni proposta ci sono, io credo, delle ragioni e delle strategie che hanno un collegamento agli aspetti tecnico - economici, ma che in qualche modo interpretano anche una idea della mobilità bolognese e di quale debba essere la risposta più adeguata a risolvere i problemi di mobilità che sono, e su questo siamo d'accordo, di particolare complessità e difficoltà. Allora, io vorrei fare brevemente un minimo di storia, ma molto semplice, perché credo che sia giusto contestualizzare questa proposta che viene fatta, che non nasce dal nulla ma che si colloca all'interno di un percorso che parte dalla proposta di metrò della giunta Guazzaloca, che conteneva oltre il primo lotto Fiera - Staveco, anche un disegno di carattere più generale della rete. Quella proposta venne esaminata e criticata nel merito, nel corso della campagna elettorale, dalle forze che oggi governano questa città, una critica che non era una critica di carattere ideologico, era una critica che partiva dalla considerazione che quella proposta veniva giudicata non idonea nella risposta che cercava di dare ai problemi della mobilità in quanto sposava una soluzione tecnica tutta in sotterraneo, senza considerare il fatto che la risposta tecnica deve essere commisurata alla domanda di mobilità che non è uguale in tutti i punti della città e su tutte le direttrici di traffico. Da qui, la riproposizione di un sistema, mi limito adesso a parlare del metrò e del tram Civis, perché la giunta Guazzaloca aveva anche presentato il progetto del tram Civis, il tram su gomma che come ricordiamo percorreva l'asse est - ovest della città. Questa Maggioranza - e lo troviamo quindi sia nel programma elettorale e poi anche nel programma di mandato - io credo responsabilmente non ha detto "ripartiamo da zero", ma ha rivisto quel disegno cercando di adeguarlo maggiormente come risposta a quella che era la domanda e quindi lasciando inalterata la prima metà del primo lotto, Fiera - Stazione ma poi anche Fiera - Centro storico, ha corretto l'andamento della prima linea, evitando quindi di raggiungere il parcheggio Staveco, (perché quella era una critica sostanziale) e quindi imboccando invece la direttrice ovest, che è una direttrice a forte domanda, ma non a forte domanda lungo tutta la direttrice, dal centro fino a Borgo Panigale, ma che tende via via a ridursi. A questo punto, il tram Civis veniva ridimensionato nella sua rete e rivisto, perché non aveva senso sulla tratta centro - ovest avere sia una metrotramvia che il tram Civis, ma anche qui non ignorando il fatto che il progetto era già ad un certo punto, quindi responsabilmente dandosi carico della necessità che quei progetti che la giunta Guazzaloca aveva avviato, non dovessero ripartire da zero, però dovessero essere modificati, questo sì. Quindi abbiamo la proposta di questa Giunta, che al momento è ancora sul tappeto e rimane io credo valida. A questo punto la proposta "Il metrò che vorrei" mi pare di poter dire che da un lato conferma la prima metà del primo lotto, e credo che questo sia un elemento certamente positivo, ma poi introduce una serie di modifiche, non soltanto rispetto alla metrotramvia di questa Amministrazione, ma anche, e direi pesantemente, rispetto al primo disegno della giunta Guazzaloca. Ora, questo è segno, io credo, (e va apprezzato) di un riconoscimento anche di alcuni limiti, (quindi io non insisto su questo aspetto in termini critici) ma lo vorrei registrare perché guarda caso le modifiche sposano anche, alcune delle logiche della proposta di metrotramvia di questa Amministrazione, nel senso che la proposta de "Il metrò che vorrei", per esempio, ridimensiona fortemente una serie di calcoli di domanda su alcune delle tratte; ad esempio vorrei citare quella centro - aeroporto, che si riduce addirittura ad un quinto rispetto a quella che era la primitiva impostazione. Il prolungamento verso la direzione orientale fino a San Lazzaro: Corticelli diceva che questa proposta tiene conto del tram Civis? Beh, non lo so, perché il tram Civis secondo noi deve continuare a seguire questa direttrice, quindi pensare che oltre al tram Civis ci debba anche essere un metrò che ha la stessa direzione... Ecco, anche nella direzione centro - ovest mi pare che la risposta c'è ma non tiene conto di quella che è la situazione attuale. Corticelli poi in Commissione, l'ha detto anche qui, presentava come un elemento positivo e come elemento di critica rispetto all'impostazione di questa Amministrazione, il fatto che ci troviamo davanti ad una rete, ad una rete che ha sostanzialmente la stessa tecnologia ovunque, anche se adesso mi sembra, rispetto alla primitiva impostazione, non c'è più un discorso tutto sotto terra ma si prende atto del fatto che su alcune tratte a minore domanda si debbano scegliere soluzioni diverse come quella in rilevato o come quella su viadotto, quindi anche qui io credo che certe ironie rispetto al people mover, non fatte da Corticelli ma da altri esponenti della Minoranza, forse da questo punto di vista andrebbero riviste. Però, per non tenerla tanto lunga, quali sono le critiche, le osservazioni critiche fondamentali che noi muoviamo a questo che non è in definitiva un progetto? L'ingegnere Crocioni in Commissione ha detto: non è un progetto, è una strategia. Il problema vero è che noi oggi non abbiamo bisogno di una strategia, la strategia l'abbiamo; abbiamo bisogno di andare avanti dal punto di vista del progetto che questa Amministrazione ha approvato. Allora vanno bene gli approfondimenti, approfondiamo pure, ma il problema oggi è soprattutto quello di fare andare avanti quello che abbiamo già sul tappeto e approvato. Anche perché nel merito - e concludo davvero - rispetto a questa chiamiamola strategia, idea progettuale, l'ordine del giorno sostanzialmente chiede un approfondimento, mi chiedo se questa richiesta si misura con quelle che sono le necessità attuali. C'è una stima, per esempio, di velocità commerciale che a noi pare francamente sovrastimata, perché pensare ad una velocità di 34 chilometri all'ora in un tratto che vede venti stazioni, forse corrisponde ad un desiderio, ma mi chiedo quanto alla realtà, ma è soprattutto la domanda che è molto stimata, perché sono 200 milioni di passeggeri, che (l'ho chiesto in Commissione ma, la risposta non è venuta) vengono considerati applicabili a tutti i 40 anni. Ma evidentemente penso di no, perché sono stato nei giorni scorsi a Torino, dove c'è questa tecnologia, a Torino c'è soltanto per ora la prima tratta lungo corso Francia, e la domanda è quella che può dare una tratta di quel tipo: quindi è chiaro che qualunque sistema ha una risposta alla domanda che cresce mano a mano che il sistema aumenta. Qui però il calcolo sembra essere fatto applicando una domanda costante di 200 milioni di passeggeri. Ma c'è anche il discorso dei ricavi, che sono altrettanto, a me pare sovrastimati. Il discorso della libertà tariffaria, che è la condizione fondamentale perché il quadro economico e finanziario stia in piedi e quindi possa esserci questo desiderabilissimo non accollare al pubblico il costo di questo progetto, beh però, pensare che a questo punto ci possa essere una liberalizzazione tariffaria affidata ovviamente a chi il metrò dovrebbe realizzare e quindi con un aumento significativo del costo dei biglietti fino ad una media che si aggirerebbe certamente intorno all'euro e 30 o all'euro e 40, a me pare che faccia perdere a questa proposta larga parte della sua credibilità. Non desiderabilità, perché chi non desidererebbe avere un metrò così lungo, che veramente cerca di cogliere tutti i punti di domanda senza alcuna spesa da parte del pubblico? Detto questo, ripeto, a me pare che si può anche approfondire ma non mi sembra che la proposta, così come è stata presentata, abbia quelle caratteristiche di applicabilità immediata che viceversa proprio la gravità della situazione della mobilità che anche l'ordine del giorno proposto richiama, richiede. Ed è per questo che, come Gruppi di Maggioranza dei DS e dei Riformisti, abbiamo preparato un ordine del giorno, di cui do lettura e che poi consegnerò alla Presidenza, che dice questo:



"Il Consiglio Comunale, visto il progetto predisposto a cura dell'associazione "Il metrò che vorrei" presentato ed illustrato nel corso della seduta della Commissione Territorio, Ambiente e Infrastrutture del 22 settembre 2006, considerato che come riconosciuto dagli stessi estensori più che di un progetto si tratta di una strategia che non può pertanto presentare una risposta adeguata nei tempi di traduzione operativa e realizzativa alle necessità attuali; riconosciuto che l'elaborato presentato contiene modifiche significative, in qualche caso apprezzabili e condivisibili come il ridimensionamento della domanda su alcune tratte ed il ricorso a rami in superficie rispetto allo studio di fattibilità per lo sviluppo a lungo termine della rete MAB del febbraio 2004, riconoscendone implicitamente i limiti; atteso che si rilevano tuttavia forti carenze per quanto attiene la rigidezza di concezione tecnologica rispetto ai diversi tracciati e alle diverse portate richieste, la sottostima dei costi di realizzazione, la sovrastima delle velocità commerciali ottenibili, l'assenza di indicazioni circa i rapporti tra metrò e rete di trasporto pubblico locale tradizionale, l'inattendibilità e l'eccesso di ottimismo del quadro economico presentato sul versante dei ricavi, sovrastima dei passeggeri serviti, sovrastima del prezzo dei biglietti attraverso una spericolata libertà di tariffazione, considerati costanti nei 40 anni di validità della concessione, esprime un giudizio negativo sull'elaborato di cui trattasi".



Grazie.


 

inviato il 18/10/2006 12:42:20

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