Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 18 - 9 - 2006 DELIBERA PSAI

Grazie,  Presidente.  È  mia  opinione  che  questa delibera abbia attirato
un'attenzione superiore a quella giustificata dai suoi contenuti letterali.
Devo dire tra parentesi che una delibera del tutto analoga fu esaminata, mi
pare,  più  di  un  anno  fa, passando nella più generale disattenzione. Ma
vorrei   dire  subito,  fatta  questa  affermazione  che  cercherò  poi  di
giustificare,  che considero questa attenzione assolutamente salutare se ci
porta ad avere attorno a queste problematiche un'attenzione come quella che
credo  sia  giusto  avere.  Perché  ritengo  che  l'attenzione  che è stata
dedicata  a  questa  delibera  sia superiore a quella giustificata dai suoi
contenuti?  Perché  si  tratta di una delibera davvero tecnica. I contenuti
della  delibera,  la  volontà  che  questa  delibera,  come  ogni delibera,
esprime, non sono contenuti e volontà caratterizzati da una discrezionalità
politica,  ma sono contenuti e volontà strettamente collegati a valutazioni
di carattere tecnico, geotecnico e geomorfologico. Si tratta in sostanza di
un atto dovuto nel senso che chi intenda intervenire in zona collinare e in
una  zona  che  sia  classificata  come sto per dire, ha tutti i diritti di
proporre  una  perimetrazione  e  una  zonizzazione,  perché  così  è stato
stabilito da una normativa del piano di bacino recepita dal PTCP e poi resa
quindi obbligatoria anche per la normativa urbanistica comunale. Scusate se
porto  via due minuti per chiarire ancora meglio il procedimento, già  l'ha
fatto  il  collega  Santi  ma credo che vada detto ancora qualche cosa, nel
senso che tutto il territorio della collina è classificato fondamentalmente
in  tre  categorie:  aree  idonee ad usi urbanistici, aree non idonee a usi
urbanistici ed aree da sottoporre a verifica. Qui siamo nell'ambito di zone
classificate  non  idonee,  il  che non vuol dire che non si possa svolgere
alcun  intervento;  vuol  dire però che in queste zone, che sono macroaree,
chi intende intervenire deve presentare una proposta di perimetrazione e di
zonizzazione  che  viene  esaminata  ed eventualmente corretta dagli uffici
comunali  -  cosa che è avvenuta in questo caso - e viene poi sottoposta ad
un'  approvazione del Consiglio, trattandosi di un atto urbanistico. C'è da
dire  che  appunto  queste  tre  aree  sono aree considerate non idonee, ma
quello  che  la  procedura  prevede da questo punto in avanti non significa
renderle  miracolosamente idonee perché vengono fatti degli approfondimenti
tecnici.   Significa  unicamente  mettere  ulteriori  vincoli  e  ulteriori
limitazioni  rispetto  a  quelle che già pone la normativa urbanistica. Per
cui nel caso specifico, mi riferisco a questo punto a quella delle tre aree
su cui si è appuntata maggiormente l'attenzione, quella di via del Forte, a
seguito della perimetrazione e della zonizzazione che noi siamo chiamati ad
approvare,  viene  campita  in  verde  e  viene definita "area di influenza
sull'evoluzione  del  dissesto". Che cosa dicono le norme su aree di questo
tipo?  Pongono una serie numerosa, che io non sto a leggere per brevità, di
prescrizioni  che  riguardano  comunque  le  modalità  esecutive che devono
essere  assolutamente  rispettose  del carattere di fragilità idrogeologica
che  caratterizza queste zone, quindi riguardano i temi dell'allontanamento
delle  acque  superficiali  e  sotterranee,  dell'evitare  comunque  grossi
movimenti di terreno, insomma non sto a leggere, sono due pagine e mezzo di
prescrizioni,  quindi sono comunque limiti aggiuntivi rispetto a quello che
prevede  la  normativa  urbanistica che, come sappiamo, in queste zone è la
normativa  di tutela paesistica. Io spero di avere chiarito da questo punto
di  vista,  integrando quello che ha detto il collega Santi, il senso della
procedura,  che  torno a dire è un atto dovuto rispetto al quale gli uffici
comunali  hanno  svolto  il  necessario  ruolo  di  verifica e di ulteriore
restrizione.  Ecco, se ci fermassimo qui, credo che sarebbe giustificato il
mio giudizio iniziale di un' attenzione eccessiva da questo punto di vista.
Perché  ho  anche detto all'inizio che comunque questa attenzione alla fine
si  è  rivelata  salutare?  Beh, da un lato certamente condivido quello che
diceva  l'assessore Merola; credo che sulla collina ormai c'è un'attenzione
a  prescindere, che riguarda quindi sia la variante collinare, che riguarda
il  campo  da  golf,  che  riguarda qualunque atto si voglia compiere sulla
collina. Ma in più aggiungerei che qui, su questa delibera, c'è stato anche
secondo  me  un  deficit  informativo iniziale nel senso che non ci è stata
data  la  possibilità  a  luglio  (possibilità  che  ci è stata data invece
nell'integrazione  che  abbiamo  avuto  in  Commissione pochi giorni fa) di
comprendere  bene non soltanto la procedura, ma soprattutto il collegamento
tra  questa  procedura e le intenzioni dei proprietari di queste tre zone e
in  particolare  poi  di  questa  zona di via del Forte, dal punto di vista
edificatorio.  Io  credo  che  se  questa informazione fosse stata data fin
dall'inizio  in  modo esauriente e completo, una serie di diffidenze che si
sono  manifestate non avrebbero avuto motivo di manifestarsi, perché poi ci
sono state anche affermazioni davvero destituite di fondamento come il dire
che  con  questa procedura si volevano togliere dei vincoli, che con questa
procedura  si  rimuove il vincolo idrogeologico, cosa che è impossibile; il
vincolo  idrogeologico  rimane  e  sarà comunque un' ulteriore procedura da
rispettare  nel momento in cui si arriverà alla fase esecutiva e riguarderà
appunto  la  compatibilità  dei movimenti di terreno, debbo dire abbastanza
limitati  visto  che  si  tratta  di  una ricostruzione di qualcosa che già
esiste,  ma  comunque  sarà  un'ulteriore procedura da seguire. Perché però
dico  che  l'attenzione  a  questo  punto  si rileva salutare? Perché ci ha
permesso,  attraverso  anche  il  recupero  di  questo  deficit informativo
iniziale,  di  capire  che  lì,  in  via  del  Forte in particolare, c'è un
progetto  che  io credo è un progetto positivo nelle sue intenzioni, perché
non  c'è  dubbio  che  lasciare un rudere, e io, come molti di voi, abbiamo
avuto  occasione di frequentare quella zona, il parco Paderno, e davvero la
presenza di quel rudere, oltretutto in condizioni anche di pericolo per chi
ci  passa  vicino,  non è cosa positiva. Quindi io credo che bene sia stato
aver  fatto  a  suo  tempo  la gara e avere fatto questa convenzione. Forse
però,  e  qui  entriamo  un  po'  nei motivi dell'attenzione giusta, quella
convenzione,  che  è  chiaro che deve rispecchiare un equilibrio economico,
perché  non  si  può  chiedere  ad un privato che interviene su un bene che
oltretutto  non  diventa  di  proprietà  sua, di spendere risorse infinite;
tuttavia,  vista  la fragilità della zona dal punto di vista idrogeologico,
la  criticità in particolare relativa ai problemi di mobilità e di sosta in
quella  zona,  e  chi  c'è  stato  lo  sa,  visto  il  fatto che mancano le
infrastrutture  fondamentali, per esempio il discorso dello smaltimento dei
liquami,  ecco,  probabilmente  la  convenzione  fatta  a suo tempo avrebbe
potuto  forse  considerare  anche  questi  aspetti,  sui  quali occorre che
l'Amministrazione  a  questo punto abbia davvero un'attenzione particolare,
perché  il collega Monaco diceva: "Chi ha fatto la convenzione, il privato,
non  è devastatore". Certo che non è un devastatore; è comunque una persona
che  deve rispettare un equilibrio e il rischio che io vedo e credo insieme
a  me  alcuni  colleghi  che  sono presentatori di un ordine del giorno che
illustrerò concludendo il mio intervento, è quello che in una zona delicata
dal  punto  di  vista  paesaggistico  e ambientale per tutte le ragioni che
abbiamo  detto,  l'equilibrio  di  cui la convenzione è segno, possa essere
rotto e quindi proprio all'interno di un parco pubblico si possa realizzare
qualche  cosa  che  in  realtà  potrebbe turbare certi equilibri. Quindi il
problema  non  è quello di considerare il soggetto che ha questa intenzione
come  un  devastatore.  È  però quello che l'Amministrazione a questo punto
rivolga  a questo intervento l'attenzione che è giusto rivolgere ad esso. E
allora, come dicevo, oltre che un giudizio positivo sulla delibera, proprio
per  le  ragioni  che  mettevo  in  evidenza  e  anche per il suo carattere
eminentemente  tecnico,  riteniamo  opportuno, insieme a me alcuni colleghi
del  Gruppo DS, sottoporre al Consiglio un ordine del giorno, di cui non do
lettura,  che verrà riprodotto e distribuito, che oltre a fare un minimo di
storia  di  questa  vicenda,  contiene  appunto alcune raccomandazioni alla
Giunta,  oltre  ad  un  apprezzamento per le politiche urbanistiche fin qui
seguite  in  zona  collinare di cui sono segno la variante e in particolare
alcuni  atti  che  sono  stati  esaminati  dal  Consiglio  nei mesi scorsi;
raccomandazioni legate all'intervento specifico e alla necessità che questo
intervento,  certamente  positivo  nelle  sue  intenzioni,  possa nella sua
realizzazione  essere  coerente  ed  omogeneo  con  gli indirizzi che sulla
collina questa Amministrazione ha già manifestato. Grazie.

inviato il 03/10/2006 18:29:14

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