Grazie, Presidente. È mia opinione che questa delibera abbia attirato
un'attenzione superiore a quella giustificata dai suoi contenuti letterali.
Devo dire tra parentesi che una delibera del tutto analoga fu esaminata, mi
pare, più di un anno fa, passando nella più generale disattenzione. Ma
vorrei dire subito, fatta questa affermazione che cercherò poi di
giustificare, che considero questa attenzione assolutamente salutare se ci
porta ad avere attorno a queste problematiche un'attenzione come quella che
credo sia giusto avere. Perché ritengo che l'attenzione che è stata
dedicata a questa delibera sia superiore a quella giustificata dai suoi
contenuti? Perché si tratta di una delibera davvero tecnica. I contenuti
della delibera, la volontà che questa delibera, come ogni delibera,
esprime, non sono contenuti e volontà caratterizzati da una discrezionalità
politica, ma sono contenuti e volontà strettamente collegati a valutazioni
di carattere tecnico, geotecnico e geomorfologico. Si tratta in sostanza di
un atto dovuto nel senso che chi intenda intervenire in zona collinare e in
una zona che sia classificata come sto per dire, ha tutti i diritti di
proporre una perimetrazione e una zonizzazione, perché così è stato
stabilito da una normativa del piano di bacino recepita dal PTCP e poi resa
quindi obbligatoria anche per la normativa urbanistica comunale. Scusate se
porto via due minuti per chiarire ancora meglio il procedimento, già l'ha
fatto il collega Santi ma credo che vada detto ancora qualche cosa, nel
senso che tutto il territorio della collina è classificato fondamentalmente
in tre categorie: aree idonee ad usi urbanistici, aree non idonee a usi
urbanistici ed aree da sottoporre a verifica. Qui siamo nell'ambito di zone
classificate non idonee, il che non vuol dire che non si possa svolgere
alcun intervento; vuol dire però che in queste zone, che sono macroaree,
chi intende intervenire deve presentare una proposta di perimetrazione e di
zonizzazione che viene esaminata ed eventualmente corretta dagli uffici
comunali - cosa che è avvenuta in questo caso - e viene poi sottoposta ad
un' approvazione del Consiglio, trattandosi di un atto urbanistico. C'è da
dire che appunto queste tre aree sono aree considerate non idonee, ma
quello che la procedura prevede da questo punto in avanti non significa
renderle miracolosamente idonee perché vengono fatti degli approfondimenti
tecnici. Significa unicamente mettere ulteriori vincoli e ulteriori
limitazioni rispetto a quelle che già pone la normativa urbanistica. Per
cui nel caso specifico, mi riferisco a questo punto a quella delle tre aree
su cui si è appuntata maggiormente l'attenzione, quella di via del Forte, a
seguito della perimetrazione e della zonizzazione che noi siamo chiamati ad
approvare, viene campita in verde e viene definita "area di influenza
sull'evoluzione del dissesto". Che cosa dicono le norme su aree di questo
tipo? Pongono una serie numerosa, che io non sto a leggere per brevità, di
prescrizioni che riguardano comunque le modalità esecutive che devono
essere assolutamente rispettose del carattere di fragilità idrogeologica
che caratterizza queste zone, quindi riguardano i temi dell'allontanamento
delle acque superficiali e sotterranee, dell'evitare comunque grossi
movimenti di terreno, insomma non sto a leggere, sono due pagine e mezzo di
prescrizioni, quindi sono comunque limiti aggiuntivi rispetto a quello che
prevede la normativa urbanistica che, come sappiamo, in queste zone è la
normativa di tutela paesistica. Io spero di avere chiarito da questo punto
di vista, integrando quello che ha detto il collega Santi, il senso della
procedura, che torno a dire è un atto dovuto rispetto al quale gli uffici
comunali hanno svolto il necessario ruolo di verifica e di ulteriore
restrizione. Ecco, se ci fermassimo qui, credo che sarebbe giustificato il
mio giudizio iniziale di un' attenzione eccessiva da questo punto di vista.
Perché ho anche detto all'inizio che comunque questa attenzione alla fine
si è rivelata salutare? Beh, da un lato certamente condivido quello che
diceva l'assessore Merola; credo che sulla collina ormai c'è un'attenzione
a prescindere, che riguarda quindi sia la variante collinare, che riguarda
il campo da golf, che riguarda qualunque atto si voglia compiere sulla
collina. Ma in più aggiungerei che qui, su questa delibera, c'è stato anche
secondo me un deficit informativo iniziale nel senso che non ci è stata
data la possibilità a luglio (possibilità che ci è stata data invece
nell'integrazione che abbiamo avuto in Commissione pochi giorni fa) di
comprendere bene non soltanto la procedura, ma soprattutto il collegamento
tra questa procedura e le intenzioni dei proprietari di queste tre zone e
in particolare poi di questa zona di via del Forte, dal punto di vista
edificatorio. Io credo che se questa informazione fosse stata data fin
dall'inizio in modo esauriente e completo, una serie di diffidenze che si
sono manifestate non avrebbero avuto motivo di manifestarsi, perché poi ci
sono state anche affermazioni davvero destituite di fondamento come il dire
che con questa procedura si volevano togliere dei vincoli, che con questa
procedura si rimuove il vincolo idrogeologico, cosa che è impossibile; il
vincolo idrogeologico rimane e sarà comunque un' ulteriore procedura da
rispettare nel momento in cui si arriverà alla fase esecutiva e riguarderà
appunto la compatibilità dei movimenti di terreno, debbo dire abbastanza
limitati visto che si tratta di una ricostruzione di qualcosa che già
esiste, ma comunque sarà un'ulteriore procedura da seguire. Perché però
dico che l'attenzione a questo punto si rileva salutare? Perché ci ha
permesso, attraverso anche il recupero di questo deficit informativo
iniziale, di capire che lì, in via del Forte in particolare, c'è un
progetto che io credo è un progetto positivo nelle sue intenzioni, perché
non c'è dubbio che lasciare un rudere, e io, come molti di voi, abbiamo
avuto occasione di frequentare quella zona, il parco Paderno, e davvero la
presenza di quel rudere, oltretutto in condizioni anche di pericolo per chi
ci passa vicino, non è cosa positiva. Quindi io credo che bene sia stato
aver fatto a suo tempo la gara e avere fatto questa convenzione. Forse
però, e qui entriamo un po' nei motivi dell'attenzione giusta, quella
convenzione, che è chiaro che deve rispecchiare un equilibrio economico,
perché non si può chiedere ad un privato che interviene su un bene che
oltretutto non diventa di proprietà sua, di spendere risorse infinite;
tuttavia, vista la fragilità della zona dal punto di vista idrogeologico,
la criticità in particolare relativa ai problemi di mobilità e di sosta in
quella zona, e chi c'è stato lo sa, visto il fatto che mancano le
infrastrutture fondamentali, per esempio il discorso dello smaltimento dei
liquami, ecco, probabilmente la convenzione fatta a suo tempo avrebbe
potuto forse considerare anche questi aspetti, sui quali occorre che
l'Amministrazione a questo punto abbia davvero un'attenzione particolare,
perché il collega Monaco diceva: "Chi ha fatto la convenzione, il privato,
non è devastatore". Certo che non è un devastatore; è comunque una persona
che deve rispettare un equilibrio e il rischio che io vedo e credo insieme
a me alcuni colleghi che sono presentatori di un ordine del giorno che
illustrerò concludendo il mio intervento, è quello che in una zona delicata
dal punto di vista paesaggistico e ambientale per tutte le ragioni che
abbiamo detto, l'equilibrio di cui la convenzione è segno, possa essere
rotto e quindi proprio all'interno di un parco pubblico si possa realizzare
qualche cosa che in realtà potrebbe turbare certi equilibri. Quindi il
problema non è quello di considerare il soggetto che ha questa intenzione
come un devastatore. È però quello che l'Amministrazione a questo punto
rivolga a questo intervento l'attenzione che è giusto rivolgere ad esso. E
allora, come dicevo, oltre che un giudizio positivo sulla delibera, proprio
per le ragioni che mettevo in evidenza e anche per il suo carattere
eminentemente tecnico, riteniamo opportuno, insieme a me alcuni colleghi
del Gruppo DS, sottoporre al Consiglio un ordine del giorno, di cui non do
lettura, che verrà riprodotto e distribuito, che oltre a fare un minimo di
storia di questa vicenda, contiene appunto alcune raccomandazioni alla
Giunta, oltre ad un apprezzamento per le politiche urbanistiche fin qui
seguite in zona collinare di cui sono segno la variante e in particolare
alcuni atti che sono stati esaminati dal Consiglio nei mesi scorsi;
raccomandazioni legate all'intervento specifico e alla necessità che questo
intervento, certamente positivo nelle sue intenzioni, possa nella sua
realizzazione essere coerente ed omogeneo con gli indirizzi che sulla
collina questa Amministrazione ha già manifestato. Grazie.
inviato il 03/10/2006 18:29:14