Grazie, Presidente. Con questo breve ricordo di Gianni Selleri che ci ha
lasciati giovedì scorso, spero di interpretare il pensiero ed i sentimenti
di quanti colleghi seduti in quest'aula, cittadini bolognesi e non, lo
conoscevano, lo stimavano, gli volevano bene. Nei settant'anni della sua
vita piena ed intensa, Selleri di cui ero amico da quarant'anni, ha operato
con impegno tanto grande e qualificato quanto umile e disinteressato su
molti versanti, da quello dello studio e della ricerca (come docente di
psicologia sociale presso il Dipartimento di psicologia della nostra
università, autore di libri e monografie sulla psicologia dell'handicap,
collaboratore di riviste specializzate sui temi giuridici, psicologici e
sociali dell'autonomia e della partecipazione degli handicappati) a quello
della politica e delle istituzioni, attivo nella Democrazia Cristiana e
presente in quest'aula, com'è già stato ricordato, nell'84-'85, ma anche a
livello nazionale, come esperto e consulente di legislazione
socio-assistenziale sui problemi dell'autonomia e dell'integrazione dei
disabili (riabilitazione, inserimento scolastico, formazione professionale,
collocamento al lavoro, barriere architettoniche) a quello, infine, della
promozione della rappresentanza dei diritti civili e sociali dei portatori
di handicap. Aveva fondato nel 1957 l'Aniep, di cui era Presidente,
conducendo innumerevoli battaglie per il superamento normativo e
soprattutto culturale dei pregiudizi che sono alla base dell'isolamento e
dell'esclusione sociale dei diversi. Sono stato personalmente testimone di
diversi episodi accaduti sulla riviera romagnola - l'Aniep gestisce tuttora
una casa di vacanza a Igea Marina dove ho spesso soggiornato anche con la
mia famiglia - episodi di discriminazione degli handicappati nei locali e
negli esercizi pubblici, denunciati e contrastati con successo da Gianni e
dalla sua associazione. Se oggi questo ormai è un ricordo del passato, lo
si deve in gran parte a lui. In queste battaglie condotte con grande
determinazione ed impegno civile, profondendo in esse risorse morali ed
intellettuali, Gianni ha avuto al fianco la sua compagna, Carla Battaglia,
essa pure handicappata, impegnata socialmente e politicamente: fu
Consigliera comunale tra il '95 ed il '96 nel Gruppo Due Torri,
prematuramente deceduta dieci anni orsono. La vita di Gianni e Carla è
stata piena, intensa, assai feconda, pur senza aver potuto fare esperienza
della maternità e paternità in senso fisico, feconda perché la loro vita ha
comunque dato molto frutto per tante persone ed è stata anche, credo di
poterlo dire, una vita felice. Definirli "diversamente abili" non è quindi
un eufemismo ipocrita, ma un riconoscimento di capacità, di doni e di
risorse non comuni. Gianni Selleri in particolare ci consegna la
testimonianza di una vita spesa per affermare la piena dignità ed il valore
di ogni persona umana, a prescindere dal suo aspetto fisico e dalle sue
capacità intellettuali e per l'accettazione non pietistica della diversità.
Il suo impegno non era finalizzato al conseguimento di privilegi o di
benefici e compensazioni assistenziali, ma per il riconoscimento e
l'affermazione dei diritti e della giustizia. Ho avuto modo, ad esempio, di
seguire da vicino in questi mesi i suoi rapporti con l'assessore Zamboni
per un'applicazione rigorosa del sistema dei permessi auto per gli
invalidi. Gianni, infine, era un credente e la sua fede autentica ha
certamente ispirato la sua vita e le sue scelte. Nel momento in cui ha
termine la sua presenza terrena in mezzo a noi, riconosco in lui la
conferma delle parole del Vangelo: "L'amore è più forte della morte", nel
senso che i segni d'amore che Gianni ha profuso a piene mani, gli
sopravvivono. Grazie.
inviato il 12/07/2006 18:30:59