Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 10 - 7 -2006 PIANO PARTICOLAREGGIATO EX-MERCATO ORTOFRUTTICOLO

Nell'annunciare  il  voto  favorevole  del  nostro  Gruppo,  volevo fare un
brevissimo  commento  sul  dibattito  che  c'è  stato, perché mi sembra che
davvero  i temi urbanistici rappresentino una cartina di tornasole per dare
dei  giudizi  di  coerenza,  di  continuità,  di discontinuità. Ci troviamo
davanti  a  diversi  oggetti  di  diverso  peso,  dal  PSC  a  questi Piani
Particolareggiati, Ex Mercato, Lazzaretto, a progetti specifici, (via della
Villa,  lo  stesso progetto del Golf le aree che sono state acquisite sopra
Villa   Mazzacurati).   A   me  sembra  che  non  ci  sia  stato  da  parte
dell'Amministrazione   da   questo  punto  di  vista  in  questi  anni,  un
atteggiamento  che  tendeva  a  negare  tutto quello che era stato fatto in
passato,  ci  mancherebbe  altro,  sarebbe  stata  una scelta suicida e che
contrastava  anche con una continuità tecnica che c'è stata. Mi pare che ci
sia  stata  la  capacità,  che io apprezzo, oggetto per oggetto, di portare
quelle  modifiche,  in  qualche  caso  anche di cancellare delle scelte, in
altri  casi  di  dare  continuità:  mi pare che per esempio il discorso del
Lazzaretto  rappresenti questa continuità fino in fondo, ma volta a volta -
ripeto  -  di  cancellare  o  introdurre degli adeguamenti o anche dare una
continuità  e  non  in  modo  arbitrario,  sulla  base  di  scelte  che  si
riconducono  tutte  al tema della partecipazione. Mi sembra che tutti siamo
per  la  partecipazione, ci mancherebbe, dopodiché però, quando siamo messi
alla  prova, in concreto, non sempre si è coerenti, a mio giudizio: cioè la
partecipazione,  che c'è stata su questo tema dell'Ex mercato, io la reputo
un'esperienza  positiva.  I  tempi che sono stati necessari a me non paiono
esagerati.
Anche  sul  PSC  c'è  stata  una discontinuità parziale, non c'è dubbio, il
percorso  era   arrivato  ad  un  certo punto. Mi pare che i tempi non sono
tempi inaccettabili se diamo alla partecipazione il giusto valore perchè la
partecipazione  richiede  anche del tempo, ma è tempo spesso bene, perché è
tempo  che  serve  a  migliorare  i progetti, a rendere dei progetti stessi
consapevoli  i  cittadini  e  se  non  si  fanno  questi passaggi poi si va
incontro  a dei rimpalli molto negativi che fanno perdere, guarda caso, più
tempo.  Mi  viene  in  mente,  non  siamo  in  materia urbanistica in senso
stretto,  il  discorso  della  centrale  Segantini,  ma qui non sto dicendo
"Cattivi  gli uni e bravi gli altri"; è che il tema della partecipazione va
preso  sul serio e declinato fino in fondo, anche con le sue conseguenze di
rallentamento  dei  processi, ma che rallentamenti alla fine secondo me non
sono.  Quindi, ripeto, in questo non vedo nulla di male, mi pare che ci sia
stata  una capacità, che io apprezzo, di volta a volta di dare continuità o
introdurre  anche  degli  elementi innovativi, perché la partecipazione - e
concludo  davvero  - non è soltanto di tipo formale. Perché è chiaro che di
assemblee  se  ne  fanno,  di  consultazioni  se  ne fanno, però una cosa è
vederli  soprattutto  come  un adempimento indispensabile ed ineliminabile,
altra  cosa  è  vederli  come  momenti  nei  quale  si  ascoltano davvero i
cittadini  e,  nei  limiti  del  possibile, si tiene conto anche delle loro
proposte  e  quindi  è  una  fase di ascolto non perché la si deve comunque
fare, ma se ne traggono anche alcune conclusioni. Grazie.

inviato il 12/07/2006 18:29:28

©2008 www.stranigiorni.com