Paolo Natali
Paolo Natali

 

O.d.G. San Luca: intervento del 28/02/2005 - 2

Grazie Presidente. Col provvedimento che è sottoposto all' approvazione del
Consiglio  ci  troviamo  davanti ad un insieme di una ventina di misure che
hanno  una  loro  coerenza  e che riguardano varie tipologie di intervento,
sette  per  la precisione. Vorrei mettere in evidenza e sottolineare questo
aspetto  a  cui  già  accennava  l'assessore  Zamboni  perché in realtà poi
l'attenzione  di  tutti  si  appunta molto su Sirio; in realtà io credo che
dobbiamo tenere presente questo carattere globale, anche se si tratta di un
documento  che  non  ha  la  pretesa  da solo di risolvere ogni problema di
mobilità nella nostra città. Siamo di fronte a provvedimenti che precedono,
come  è stato detto, una revisione generale del piano generale del traffico
urbano  e che anticipano anche i sistemi di trasporto pubblico di massa, la
metro/tramvia,  il tram su gomma, tutti provvedimenti che presi uno per uno
non  sono sufficienti, ma sono comunque necessari. Consentitemi comunque un
riferimento   a  proposito  dei sistemi di trasporto pubblico di massa, sui
quali  stiamo  assistendo  ad  un  impasse:  io mi chiedo davvero se in una
stagione  nella quale si parla continuamente e opportunamente di devolution
e  di  valorizzazione delle autonomie locali, non si possa riconoscere a un
ente  locale  il  diritto  e  la  responsabilità  di  fare  delle scelte di
carattere  tecnico  autonome,  e  si  tenda  invece  a imporre dall'alto un
sistema  ancorché appunto l'amministrazione non ne riconosca per ragioni di
carattere          economico          e         tecnico,         l'utilità.
Io  credo  che  sia  del  tutto  casuale,  ma  significativo, che di questo
documento  si  discuta il giorno dell' attivazione di Sirio. L' attivazione
di  Sirio è certamente importante, ma credo che Sirio si sia caricato di un
valore  simbolico  soprattutto  a  causa  della  ostinazione  con  la quale
l'amministrazione  precedente  ha rifiutato la sua attivazione, nel momento
in cui
peraltro   la   stessa   amministrazione   aveva   riconosciuto   l'utilità
dell'utilizzo  di  sistemi  telematici, come appunto il sistema RITA che fu
inaugurato  a  presidio di via dell'Archiginnasio, e io credo che proprio a
proposito  di  RITA  l'operato  di questa amministrazione stia a dimostrare
come  non  si  nega  anche  il  buono  che  è  stato  avviato  dalla Giunta
Guazzaloca,  ma  si tenda in realtà a generalizzarlo e a dargli un maggiore
sviluppo.  Sirio  d'altra  parte,  e questo credo che possiamo riconoscerlo
tutti, non ha un valore taumaturgico: ricordiamoci che la qualità dell'aria
a  Bologna  viene  misurata  da  centraline che non sono ubicate nel centro
storico,  la  più  vicina  al centro storico è a porta San Felice, e quindi
sarà  influenzata indirettamente dall'applicazione di Sirio. Sirio, come ci
siamo  detti  più volte, ma mi sembra che ancora ci sia qualcuno che non lo
riconosce,  è  soltanto uno strumento che ha lo scopo di fare rispettare un
divieto che già esiste, e credo che da questo punto di vista il consigliere
Carella,  coerentemente,  nella discussione in commissione che c'è stata su
questi  argomenti,  chiedeva una modifica delle fasce di applicazione della
ZTL,  perché  altrimenti  in  realtà  Sirio non aggiunge divieti ma tende a
rendere      applicato      un      divieto      che      già     esisteva.
Il   problema  io  credo  che  sia  fondamentalmente  quello  di  garantire
certamente un diritto alla mobilità, ma soprattutto un diritto alla salute,
e  comunque  un  diritto alla mobilità che non può pretendere l'utilizzo di
qualsiasi mezzo di trasporto. Certamente senza negare anche un diritto allo
sviluppo   del  commercio,  ma  qui  l'esperienza  che  anche  altri  hanno
richiamato,  ci  dice  che al di là di timori, di paure iniziali, poi anche
gli  stessi esercenti le attività commerciali alla fine traggono giovamento
dall'applicazione  di  certe  misure,  perché  poi  essi  stessi,  oltre ad
interessi  commerciali,  hanno  un interesse alla tutela della loro salute,
alla  tutela  della  salute  dei  loro  clienti,  e dei loro collaboratori.
Allora  il  problema vero è quello di spostare la mobilità il più possibile
dall'utilizzo,  di  auto  private, individuali, ad altri sistemi, quindi in
questo   ci   sta   per   esempio  la  filosofia  del  sistema  ferroviario
metropolitano     ma     anche    la    filosofia    stessa    di    Sirio.
Ora,  quando  c'è  stata  l'udienza  conoscitiva  con i rappresentanti ed i
comitati  dei  commercianti (  credo che questo vada anche apprezzato) sono
state  fatte  una serie di osservazioni che, anche se la conclusione era la
richiesta  di una moratoria, a mio giudizio non giustificabile, erano anche
costruttive  e  l'amministrazione nella persona dell'assessore Zamboni si è
impegnata  a  verificarle  attentamente; come quelle proposte che puntavano
comunque  ad una valorizzazione del trasporto pubblico, ad un miglioramento
dell'informazione,  a  misure  di  mobility management. C'era in realtà una
qualche  proposta  che  qui è stata ripresa da qualche rappresentante della
minoranza,  in  termini  di potenziamento parcheggi, su cui vorrei spendere
una  parola,  perché  io  credo  che un conto sono parcheggi a servizio dei
residenti  o  degli  esercenti attività commerciali, sui quali io non credo
che  l'amministrazione abbia una chiusura totale, fatte salve le difficoltà
esecutive,  perché  in  effetti  il  sottosuolo  bolognese  non  è  tale da
permettere qualsiasi tipo di operazione, ma cosa ben diversa è la richiesta
di  un potenziamento e di una proliferazione di parcheggi pubblici posti ai
margini  del centro storico. Sentivo prima il consigliere Zechini D'Aulerio
che  per  esempio  si esprimeva a favore della trasformazione di piazza San
Domenico  in  un  parcheggio.  Ora, io credo che piazza San Domenico per le
caratteristiche  che ha debba essere fruita; non credo che chi va in piazza
San  Domenico  a  visitarla,  o a vederla, abbia bisogno di vedere macchine
parcheggiate,   ma   abbia  bisogno  di  vedere  questa  piazza  e  le  sue
caratteristiche   artistiche   e   storiche   nella  loro  integralità.  Ma
soprattutto,  se vogliamo davvero essere coerenti, il problema non è quello
di  potere  arrivare  in  macchina  fino  ai margini del centro storico. Il
problema  vero  è quello di intercettare il più lontano possibile flussi di
mobilità  privata  e di servirli in maniera efficace con il mezzo pubblico.
A questo vorrei aggiungere alcune altre brevi considerazioni riferite ad un
tema  di  cui  oggi  non  parliamo  in  dettaglio.  Le misure di cui stiamo
parlando oggi sono definibili, come giustamente diceva l'assessore Zamboni,
come  misure più che strutturali, permanenti. In realtà in queste settimane
noi  abbiamo  anche  avuto delle misure di emergenza applicate nella nostra
città.  Anche  qui però vorrei dire che queste misure di emergenza non sono
misure di destra o di sinistra. Vivi Bologna è stata applicata innanzitutto
dalla  Giunta  Guazzaloca.  Questa  amministrazione  non ha fatto altro che
riconfermarla,  estenderne  anche  l'area di applicazione; quindi, io credo
che su certe misure poi davvero quello che fa la differenza non è tanto chi
le ha promosse ma è la loro efficacia. Allora Vivi Bologna, ma anche targhe
alterne  e  anche  giornate  di blocco totale. Ne abbiamo avute due, per la
verità.
Ora,  qui  ci  troviamo  davvero  davanti  a  misure che non sono di per sé
risolutive,  diceva  l'Assessore  che  sono  misure  attraverso le quali si
abbassa  la febbre. Vorrei dare qualche dato che può essere interessante da
questo  punto di vista, perché gli effetti di queste misure emergenziali si
misurano   poi  non  tanto  dalla  qualità  dell'aria,  che  è  influenzata
pesantemente  dalle condizioni meteorologiche, ma da quanto traffico queste
misure   riescono  a  sottrarre.  Allora,  le  targhe  alterne  nella  loro
applicazione  da  ottobre  fino a pochi giorni fa hanno avuto una efficacia
variabile  dal  3  percento  al  10  percento come efficacia misurata sulla
diminuzione   di   traffico   nell'intera   giornata.  Quindi  un'efficacia
evidentemente  molto  modesta,  tra  l'altro  secondo  me  il  10  percento
l'abbiamo misurato proprio in febbraio, perché io credo che qui conti anche
molto  l'intensità  della  comunicazione,  l'urgenza  che anche i cittadini
avvertono  rispetto  a  certe misure. Comunque siamo appunto nell'ambito di
misure  che  hanno  provocato  una  diminuzione  di  mobilità  di  macchine
circolanti  a  Bologna  dal  3  al 10 percento. La domenica nella quale c'è
stato  il  blocco  totale,   la  mattina  hanno circolato il 52 percento di
macchine in meno, mentre sull'intera giornata, dato che al pomeriggio, come
sappiamo, la misura è stata tolta, l'efficacia è scesa sull'intera giornata
all'11 percento, quindi relativamente modesta. Nel martedì di blocco totale
abbiamo  avuto  il  51  percento  alla mattina di riduzione, il 48 percento
nella   fascia   pomeridiana,   e  il  30  percento  sull'intera  giornata.
Si  tratta  di  misure di emergenza che si vorrebbe poter non applicare, ma
che  diventa  giocoforza adottare: nel momento in cui si dovrà ragionare di
nuovo  attorno  a  queste  misure  si  deve  fare  una  scelta  tra  misure
programmate,  le  più  rigorose possibili e che poi rimangano in funzione a
prescindere  -  diciamo  -  dall'andamento  meteorologico,  o  la scelta di
applicarle  soltanto  quando  se  ne  ravvisa  la necessità, cioè quando la
febbre  è  già  alta.  Io  credo  che  su  questo si può discutere, ma sono
personalmente  più  favorevole  alla  prima  di  queste due ipotesi, perché
comunque permette ai cittadini di organizzarsi, permette anche - io credo -
di  cambiare  delle  abitudini,  cosa  che  penso  va  poi  nella direzione
strutturale           che           tutti           ci           auguriamo.
Un'ultima  considerazione,  anzi  una penultima considerazione vorrei farla
rispetto a quelle che sono le prospettive future, al di là delle misure che
noi  giustamente  stiamo  assumendo. Certamente possiamo sperare che ci sia
anche un miglioramento dovuto e all'ammodernamento del parco circolante dei
veicoli,  e  anche  in  qualche  modo al miglioramento dei carburanti, però
dobbiamo  essere  consapevoli  che  mentre  rispetto  ad  altri fenomeni di
impatto  ambientale,  penso  per  esempio al rumore aeroportuale, di cui ci
siamo  occupati  in quest'aula venerdì scorso, dove davvero possiamo fare i
conti  soltanto  sul  miglioramento  degli  aeromobili  e sulla adozione di
procedure  meno impattanti (perché evidentemente all'aeroplano non esistono
misure  alternative  di  mobilità  a  quelle  distanze) qui occorre davvero
puntare   certamente   sul   miglioramento   del  parco  dei  veicoli,  sul
miglioramento  dei carburanti, ma occorre anche fondamentalmente riuscire a
diminuire  le  vetture  che  circolano  e  puntare  su  sistemi di mobilità
alternativi.  Insomma certi slogan che fa anche piacere sentire echeggiare,
ma  che  hanno  dimostrato  la  loro  totale inefficacia, come quello della
fluidificazione,  io  credo  che  debbano  essere  davvero  abbandonati: la
battaglia è certamente più complessa.
Un'ultima parola vorrei spendere sulla partecipazione che c'è stata attorno
alla  discussione  su  questo  provvedimento;  già  ha  accennato  a questo
l'assessore  Zamboni  ma  io  vorrei  richiamarlo.  Il  fatto  cioè  che  i
quartieri, in una situazione non facile, perché il tempo a disposizione non
era poi lunghissimo, siano stati in grado di esprimere pareri così numerosi
e   dettagliati,  soprattutto  su  aspetti  come  le  piste  ciclabili,  le
pedonalizzazioni,  la  protezione  della  utenza  debole,  sta  a  dire che
veramente   i  quartieri  hanno  la  possibilità  di  essere  strumenti  di
partecipazione  importanti da valorizzare e su cui impostare una riforma di
questa istituzione.
Debbono  essere  i  quartieri  anche  il  canale di espressione di pareri e
osservazioni    da    parte    delle   categorie   economiche,   da   parte
dell'associazionismo,  da  parte  del  volontariato,  cosa  che  in  questa
occasione,  come è stato riconosciuto, non sono stati in grado di fare. Qui
mi  riferisco  e  riprendo in qualche modo quello che ho avuto occasione di
dire  all'inizio  di  questa  seduta:  occorre che l'amministrazione si dia
delle  regole;  più  che  aumentare le occasioni di partecipazione, che già
sono numerose, occorono regole che valorizzino alcuni momenti, ci siano dei
contenitori  che  poi  vengono  davvero  adeguatamente  valorizzati e a cui
tendenzialmente  tutte  le  espressioni così ricche della società civile di
questa città dovrebbero in prospettiva fare riferimento. Grazie.

inviato il 28/02/2005 17:41:56

©2008 www.stranigiorni.com