pianeta chiamano tutti i governi a interrogarsi su temi quali equità,
povertà, qualità della vita. Il momento in cui è stato lanciato il primo
appello ai governi di tutto il mondo su queste tematiche, è stata la
Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro del
1992, in occasione della quale i 170 paesi presenti hanno sottoscritto il
documento Agenda 21 per lo sviluppo sostenibile. Agenda 21 significa
programma di cose da fare per il ventunesimo secolo, cose da fare per
tradurre appunto in azioni i presupposti teorici dello sviluppo
sostenibile, e l'agenda 21 locale è lo strumento di attuazione di tali
azioni che ogni autorità locale è chiamata ad attivare, dalla stessa
dichiarazione di Rio,
Da Rio ad oggi l'agenda
quale molte comunità locali, istituzioni e rappresentanze della società
civile, hanno sviluppato programmi d'azione per lo sviluppo sostenibile
concertati. Il 3 e il 4 marzo prossimi, si svolgerà a Bologna il convegno
nazionale delle agende 21 locali italiane. Si tratta di un'occasione
importante a mio avviso per rilanciare e riattivare il processo di agenda
21 locale del Comune di Bologna nato nel 1996, ma di fatto interrotto negli
ultimi anni. A tale scopo è auspicabile un'ampia partecipazione ai lavori
da parte non soltanto degli amministratori e dirigenti che si occupano
istituzionalmente di ambiente, ma più in generale di tutti coloro che
all'interno della nostra amministrazione esercitano una responsabilità
politica o manageriale in attività e materie pressoché tutte che non
possono prescindere dall'impatto positivo o negativo sull'ambiente da esse
prodotto. La stessa cosa si potrebbe dire per quanto riguarda gli aspetti
sociali. Come le politiche ambientali, così quelle sociali, devono permeare
trasversalmente tutte le politiche dell'ente, pena se gestite solo
settorialmente, una loro limitata efficacia se non l'insuccesso. Vorrei
mettere in evidenza due degli strumenti che agenda 21 prevede: il piano
operativo ambientale dell'amministrazione, che comprende tutte le attività
dell'ente aventi ricadute significative sull'ambiente in termini positivi e
che si presta ad attivare programmi annuali di miglioramento continuo
monitorati attraverso indicatori e garantiti da un sistema di gestione
ambientale. E' il piano d'azione ambientale che riunisce l'insieme delle
iniziative, delle azioni, dei progetti proposti e messi in campo attraverso
la partecipazione e la collaborazione di diversi portatori di interesse, i
cosiddetti "stek holders", che nel loro insieme rappresentano la società
civile bolognese. Infine un cenno proprio al metodo partecipativo che è il
fulcro del processo di agenda 21 locale. La partecipazione è al centro
dell'attenzione dell'amministrazione che governa questa città e della
maggioranza che la sostiene, e non mancano certo i processi e le forme di
partecipazione sia consolidate, basti pensare a quanto prevede lo statuto e
l'apposito regolamento o all'esperienza dei Quartieri e delle loro
commissioni, che nuove, ricordo a questo proposito i tavoli sulla telefonia
mobile, o i percorsi partecipativi attivati sul piano strutturale, sui
piani di zona o sul piano straordinario per la qualità dell'aria e la
mobilità, per non citare che i più recenti. Credo tuttavia che al di là di
ulteriori percorsi partecipativi ancora da progettare e da attivare ex
novo, come quello sul bilancio, che presenta a mio giudizio una certa
urgenza, ciò che manca e che potrebbe dare coerenza ed efficacia anche sul
piano comunicativo a tutte le forme e modalità di cui già disponiamo, è una
sorta di contenitore generale della partecipazione. Devo dire a questo
riguardo, che proprio questa mattina, discutendo in commissione sul
percorso partecipativo attivato dall'amministrazione rispetto al piano
straordinario sulla qualità dell'aria e la mobilità, veniva messo in
evidenza come oltre ad un'intensa partecipazione che ha visto nei Quartieri
i protagonisti, c'è stata in realtà una carenza partecipativa almeno nelle
forme previste da parte dei portatori di interesse sia di carattere
ambientale che commerciale. E allora io credo e concludo, che il Forum di
agenda 21 locale possa essere, proprio per le sue caratteristiche
metodologiche e per la sua adattabilità al contesto tematico e territoriale
di riferimento, uno strumento importante e utile. Grazie.
inviato il 28/02/2005 17:40:57