Paolo Natali
Paolo Natali

 

O.d.G. San Luca: intervento del 28/02/2005

Grazie.  Come le emergenze ambientali, così le emergenze sociali del nostro

pianeta  chiamano  tutti  i  governi  a interrogarsi su temi quali  equità,

povertà,  qualità  della  vita. Il momento in cui è stato lanciato il primo

appello  ai  governi  di  tutto  il  mondo  su queste tematiche, è stata la

Conferenza delle Nazioni Unite su ambiente e sviluppo di Rio de Janeiro del

1992,  in  occasione della quale i 170 paesi presenti hanno sottoscritto il

documento  Agenda  21  per  lo  sviluppo  sostenibile.  Agenda 21 significa

programma  di  cose  da  fare  per  il ventunesimo secolo, cose da fare per

tradurre   appunto   in   azioni   i  presupposti  teorici  dello  sviluppo

sostenibile,  e  l'agenda  21  locale  è lo strumento di attuazione di tali

azioni  che  ogni  autorità  locale  è  chiamata  ad attivare, dalla stessa

dichiarazione  di Rio, la rinnovata Johannesburg dieci anni dopo, nel 2002.

Da  Rio  ad  oggi  l'agenda  21 ha rappresentato lo strumento attraverso il

quale  molte  comunità  locali,  istituzioni e rappresentanze della società

civile,  hanno  sviluppato  programmi  d'azione per lo sviluppo sostenibile

concertati.  Il  3 e il 4 marzo prossimi, si svolgerà a Bologna il convegno

nazionale  delle  agende  21  locali  italiane.  Si  tratta di un'occasione

importante  a  mio avviso per rilanciare e riattivare il processo di agenda

21 locale del Comune di Bologna nato nel 1996, ma di fatto interrotto negli

ultimi  anni.  A tale scopo è auspicabile un'ampia partecipazione ai lavori

da  parte  non  soltanto  degli  amministratori e dirigenti che si occupano

istituzionalmente  di  ambiente,  ma  più  in  generale di tutti coloro che

all'interno  della  nostra  amministrazione  esercitano  una responsabilità

politica  o  manageriale  in  attività  e  materie  pressoché tutte che non

possono  prescindere dall'impatto positivo o negativo sull'ambiente da esse

prodotto.  La  stessa cosa si potrebbe dire per quanto riguarda gli aspetti

sociali. Come le politiche ambientali, così quelle sociali, devono permeare

trasversalmente   tutte  le  politiche  dell'ente,  pena  se  gestite  solo

settorialmente,  una  loro  limitata  efficacia se non l'insuccesso. Vorrei

mettere  in  evidenza  due  degli strumenti che agenda 21 prevede: il piano

operativo  ambientale dell'amministrazione, che comprende tutte le attività

dell'ente aventi ricadute significative sull'ambiente in termini positivi e

che  si  presta  ad  attivare  programmi  annuali di miglioramento continuo

monitorati  attraverso  indicatori  e  garantiti  da un sistema di gestione

ambientale.  E'  il  piano d'azione ambientale che riunisce l'insieme delle

iniziative, delle azioni, dei progetti proposti e messi in campo attraverso

la  partecipazione e la collaborazione di diversi portatori di interesse, i

cosiddetti  "stek  holders",  che nel loro insieme rappresentano la società

civile  bolognese. Infine un cenno proprio al metodo partecipativo che è il

fulcro  del  processo  di  agenda  21 locale. La partecipazione è al centro

dell'attenzione  dell'amministrazione  che  governa  questa  città  e della

maggioranza  che  la sostiene, e non mancano certo i processi e le forme di

partecipazione sia consolidate, basti pensare a quanto prevede lo statuto e

l'apposito   regolamento  o  all'esperienza  dei  Quartieri  e  delle  loro

commissioni, che nuove, ricordo a questo proposito i tavoli sulla telefonia

mobile,  o  i  percorsi  partecipativi  attivati sul piano strutturale, sui

piani  di  zona  o  sul  piano  straordinario per la qualità dell'aria e la

mobilità,  per non citare che i più recenti. Credo tuttavia che al di là di

ulteriori  percorsi  partecipativi  ancora  da  progettare e da attivare ex

novo,  come  quello  sul  bilancio,  che  presenta a mio giudizio una certa

urgenza,  ciò che manca e che potrebbe dare coerenza ed efficacia anche sul

piano comunicativo a tutte le forme e modalità di cui già disponiamo, è una

sorta  di  contenitore  generale  della  partecipazione. Devo dire a questo

riguardo,  che  proprio  questa  mattina,  discutendo  in  commissione  sul

percorso  partecipativo  attivato  dall'amministrazione  rispetto  al piano

straordinario  sulla  qualità  dell'aria  e  la  mobilità,  veniva messo in

evidenza come oltre ad un'intensa partecipazione che ha visto nei Quartieri

i  protagonisti, c'è stata in realtà una carenza partecipativa almeno nelle

forme  previste  da  parte  dei  portatori  di  interesse  sia di carattere

ambientale  che  commerciale. E allora io credo e concludo, che il Forum di

agenda   21  locale  possa  essere,  proprio  per  le  sue  caratteristiche

metodologiche e per la sua adattabilità al contesto tematico e territoriale

di riferimento, uno strumento importante e utile. Grazie. 

inviato il 28/02/2005 17:40:57

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