Un brevissimo intervento, proprio perché io credo che qui non si tratta né
di enfatizzare ma neanche di minimizzare le differenze che ci sono tra
questo Piano e quello precedente. Lo stesso collega Monaco non poteva non
riconoscere che in materia di infrastrutture e in materia di previsioni
insediative ci sono delle differenze. In più direi che sul piano del metodo
- e qui ne sono testimone diretto non in veste di Consigliere comunale,
perché non lo ero, ma in veste di Consigliere di Quartiere e di tecnico -
devo dire che il Comune di Bologna nel mandato precedente ebbe un
atteggiamento fondamentalmente autarchico, che in qualche modo trovavo
anche nel primo intervento del collega Monaco quando sostanzialmente negava
una subordinazione, che non ci deve essere, ma affermava una prevalenza
dell'interesse comunale rispetto agli interessi dell'area vasta. Cioè c'era
davvero un atteggiamento autarchico che rifiutava il confronto sia in senso
superiore rispetto alla Provincia ma anche in senso discendente rispetto ai
Quartieri. Allora queste non sono differenze di poco conto o, meglio,
ciascuno può valutarle come crede; io riconfermo che secondo me questo
accordo è qualcosa di non scontato e non è dipendente da un'omogeneità
politica, è dipendente dal fatto che adesso c'è un'omogeneità di visione e
di impostazione che prima non c'era. Sui poli funzionali, (adesso il
collega Carella non c'è) vorrei ricordare che ogni polo funzionale
prevede accordi specifici tra Comune e Provincia, e mi risulta che su
alcuni poli funzionali già l'Amministrazione precedente avesse fatto degli
accordi con la Provincia; quindi non è che la Provincia fosse chiusa a
qualsiasi tipo di accordo, il problema è sempre quello del merito e della
sostanza.
inviato il 10/04/2006 18:25:25