Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 3 - 3 - 2006 ODG SU LEGGE 194


Grazie, Presidente. Anch'io sono rimasto sgradevolmente colpito, (mi dispiace che in questo momento non sia presente in aula) dal tono usato dal consigliere Carella di fronte a questo ordine del giorno, nel senso che sembrava quasi che quest'ordine del giorno fosse qualche cosa di pretestuoso. Noi oggi abbiamo parlato, con tutto il rispetto per chi ha presentato questi ordini del giorno, del tutto legittimi, di deiezioni canine, abbiamo parlato di nonni. Qui c'è un tema che è stato portato in discussione un po' tardi, come capita purtroppo spesso agli ordini del giorno. D'altra parte devo dire che il tema dell'applicazione di leggi importanti come la 194 e la 405 è un tema sempre di attualità. Poi l'altra cosa che mi ha colpito, (anche qui mi dispiace, anche la consigliera Castaldini è assente in questo momento) è il fatto che poi il collega Carella, dopo avere fatto questo intervento, ha delegato la collega Castaldini a occuparsi del tema e a entrare nel merito. Francamente su questo io concordo con quello che ha detto la Castaldini, cioè sul fatto che queste tematiche non possono e non debbono essere lasciate all'esclusivo interesse delle donne, che pure sono coloro che questi problemi li vivono quotidianamente e direttamente sulla propria pelle. Ma questo non autorizza in alcun modo a considerare il tema come un tema del quale la popolazione maschile debba disinteressarsi.


Detto questo, un'altra correzione che volevo apportare all'intervento della collega Castaldini, è quando ha fatto riferimento alla Curia. Qui il problema è quello del mondo cattolico e di chi in qualche modo si richiama a questa ispirazione: io credo che sia onesto dirlo (poi ci sono state posizioni anche differenziate) ma non c'è dubbio che rispetto a queste problematiche, e in particolare rispetto alla Legge 194 ( credo che sia giusto e onesto riconoscerlo) c'è stato un cambiamento graduale di opinioni. Se oggi la Chiesa ma in generale il mondo cattolico chiede essenzialmente rispetto a questa legge la sua piena applicazione, la sua completa applicazione, compresa la prima parte, quella legata alla prevenzione, questo io credo che debba essere registrata come una correzione di tiro che c'è stata, e io credo opportuna; nel senso che, dopo ormai parecchi anni di applicazione della legge, credo si è preso coscienza da parte di chi non ne aveva forse preso coscienza fino in fondo, che non si possono scambiare le scelte personali che su questo tema drammatico ciascuno di noi, in particolare le donne, fa, con la necessità comunque, di cui si è riconosciuta a questo punto finalmente la necessità, di una regolamentazione di questa problematica, tant'è che, ripeto, la richiesta - che anch'io faccio mia qui ma che è anche fatta dall'ordine del giorno - è quella di una piena e totale applicazioni di questa legge. Quindi io credo che questo sia un fatto importante e credo che questo ordine del giorno in qualche modo nei suoi risultati conclusivi è anche il frutto di un confronto che non mi azzardo a dire un confronto culturale; devo dire che purtroppo gli ordini del giorno non riescono mai a essere occasione, per la fretta che tutti noi ci mettiamo e i ritmi troppo convulsi ai quali siamo costretti, anche occasione di un confronto sui valori, ma devo dire che in questo caso almeno una qualche possibilità c'è stata. E allora qui, come persona che non ha certamente l'esclusiva dell'ispirazione cattolica ma che si sente legata a questo, devo dire che quello che noi abbiamo teso ad affermare con il contributo che abbiamo dato a questo ordine del giorno è che la collaborazione delle associazioni e delle formazioni di base del volontariato - che è prevista d'altra parte nella prima parte, mi pare all'articolo 2 della 194 - deve trovare un'effettiva applicazione. Quindi proprio perché anche la recente Commissione consiliare che si è svolta... Devo dire, qui effettivamente quella era non so perché limitata alla Commissione delle Elette, altre volte le Commissioni delle Elette, hanno convocato Commissioni congiunte, che danno effettivamente anche la possibilità a chi è di sesso maschile di poter, se crede, dare un contributo. In quel caso non è stato così ma risulta anche a me che c'è stato un lavoro molto positivo, che mi auguro possa avere dato a chi ha dei dubbi e delle perplessità, anche legittime da questo punto di vista, che una collaborazione stretta - che già in parte peraltro si svolge ma che deve trovare io credo delle forme anche istituzionali di riconoscimento tra chi opera nei consultori pubblici e chi svolge un'attività di volontariato e che ha anche un accreditamento dato proprio dall'esperienza che in questi anni si è fatta - debba trovare spazio e formalizzazione.


L'altro aspetto sul quale abbiamo ritenuto utile dare un contributo, che è stato accolto ma, voglio dire, sono delle parole, dietro le parole però ci sono dei significati più profondi, che dovremmo riuscire ad avere il tempo e la possibilità di spiegare e di esplicitare. Cioè quando nell'ordine del giorno giustamente si parla della necessità di prevenzione si fa riferimento alla necessità di una prevenzione primaria che eviti il ricorso all'aborto e che quindi aiuti la procreazione responsabile. Questo significa utilizzo anche di mezzi contraccettivi, significa anche e comunque un'attività di informazione sessuale, che è giusto che venga svolta nelle scuole oltre che ovviamente in famiglia, e c'è poi tutta una parte di educazione sessuale che comprende anche aspetti affettivi, aspetti relazionali di cui non si può, io credo, fare carico e delegare la scuola, che deve trovare la responsabilità della famiglia, che va a sua volta aiutata.


Quindi concludo col dire che a me pare utile che oggi si possa discutere di questo tema, che mi pare un tema importante, e si debba prendere atto di una maturazione e di un'evoluzione che c'è stata a questo riguardo e mi dispiace, ripeto, che ci sia stato qualche accenno che non ha forse aiutato questo confronto. Grazie.


 

inviato il 10/03/2006 08:40:02

©2008 www.stranigiorni.com