Data Seduta: 07/02/2005
Argomento: IN PROSECUZIONE DI TRATTAZIONE
- ARGOMENTO- N. 15 DELL'O.D.G. - PG.N. 245389/2004: "LE POLITICHE DEL COMUNE DI BOLOGNA PER
Grazie Presidente. Premetto che non dedicherò il mio intervento né a criticare o a polemizzare con le politiche sulla sicurezza della Giunta Guazzaloca, politiche che peraltro mi sono sembrate quantomeno inefficaci, se ci hanno consegnato una situazione che non è certo brillante; né a confutare le osservazioni di legittimità o di inopportunità, quanto all'eccessivo onere, dell'incarico conferito al professor Pavarini, che mi pare comunque andrebbe messo a confronto con quello che è stato il costo di un Assessore alla Sicurezza e del relativo staff; io non ho dati a questo riguardo ma credo che andremmo a cifre davvero considerevoli.
Vorrei stare al tema. E il tema mi sembra quello del documento Pavarini e il collegato documento della Giunta, che cerca di tradurre quello che il professor Pavarini ha scritto, in atti amministrativi. Io vorrei intanto richiamare l'attenzione sul titolo del documento Pavarini, che suona "conflitti nell'uso dello spazio pubblico in zona universitaria e Pratello"; e anche il sottotitolo: "qualche proposta per governare la problematicità". Qui, devo dire, consigliera Naldi, che in effetti il documento Pavarini non è solo, è anche un documento sociologico, ma contiene una serie di spunti propositivi efficaci.
Perché ho voluto richiamare questo titolo? Perché nel titolo non si parla di sicurezza. Questo non è riduttivo, secondo me, non è limitativo del modo di affrontare i problemi; ma significa davvero centrarne la natura e centrarne il contenuto. In realtà, quello di fronte al quale ci troviamo è un conflitto tra portatori di interessi e di diritti legittimi ma che sono - ahimè - in contrasto tra di loro; portatori di interessi che esprimono istanze, ripeto, legittime e accettabili, da un lato, di sicurezza, dall'altro di libertà, istanze anche - diciamo - di guadagno (ci sono in causa anche gli esercenti le attività commerciali). Altri già l'hanno detto ma io lo vorrei richiamare. Di conflitti come questi la città non dico è piena ma ne conosce altri. Pensate per esempio a tutto il tema delle antenne per la telefonia mobile, che ha prodotto conflitti, conflitti localizzati ma anche conflitti generalizzati. Ma io penso anche ai diversi comitati che sono sorti per esempio a seguito dei piani di riqualificazione urbana della Giunta Guazzaloca; ho presente ad esempio quello che è successo in San Donato, quartiere nel quale risiedo, per il grattacielo di via della Villa; penso per esempio al comitato di via Capuana, che abbiamo ascoltato venerdì scorso in Commissione Urbanistica, dove un comitato di cittadini protesta contro i disagi che sono generati da attività commerciali insediate in prossimità. Penso, e questo è stato già richiamato, a tutto il tema di via Roveretolo/Peglion.
Sono tutte situazioni che hanno certamente delle specificità ma tutte, in qualche modo, vanno contro e mettono in crisi un valore, un valore importante, che è quello della coesione sociale. Torniamo però al tema che io non voglio eludere, quello del documento Pavarini. Allora dico subito che mi trovo concorde con i contenuti del documento Pavarini, sia per quello che riguarda l'analisi che per quello che riguarda le soluzioni proposte, sia di breve che di medio e lungo periodo. E giustifico questo consenso.
Mi sembra che il documento sia un serio tentativo di trovare una soluzione equilibrata, appunto, tra diversi interessi e tra diverse parti in causa, che sono - ripeto - da un lato i residenti, dall'altro i giovani, nel loro desiderio legittimo di vivere e di fruire degli spazi anche nelle ore notturne, e gli esercenti. Ora, questo non mi sembra tacciabile di cerchio bottismo, con un'espressione che si usa oggi, qui non è voler dare un colpo al cerchio e un colpo alla botte; qui significa davvero cercare quella che è l'unica soluzione possibile e che non abbia dei vincitori e dei vinti ma una soluzione nella quale ciascuna delle parti in causa abbia una risposta, forse parziale, a quelle che sono le proprie legittime esigenze.
E si tratta di una risposta non reattiva ma di una risposta attiva. Cioè si tratta appunto di cercare un punto di equilibrio. Io vorrei richiamare quelli che sono i sottotitoli del documento Pavarini, perché sono sottotitoli molto concreti, nella parte propositiva; si parla di orari di apertura dei locali della notte, si parla dei mediatori, si parla dei dehors e dei gazebo, del decoro urbano, dei problemi igienici, si parla del coordinamento tra
Consigliere Zechini, in effetti lei diceva "non se ne parla". No, si parla di questi temi che lei ha richiamato; si parla dei problemi igienici, si parla dell'illuminazione, si parla dei punk a bestia e dei bivacchi notturni, si parla dei tamburi della notte, Santo Stefano lo sa bene, si parla della rivendite di bibite da asporto. Quindi sono tutti temi che già il documento Pavarini enuncia e per ciascuno dei quali fa proposte a mio giudizio anche molto concrete, che il documento della Giunta riprende in parte, perché per esempio mi pare non dica nulla sui temi appunto del decoro urbano, dei problemi igienici, dell'illuminazione, però sugli altri aspetti il documento della Giunta cerca di tradurre appunto in proposte di atti amministrativi le proposte che il professore Pavarini fa. Ora, di fronte a questi punti è chiaro che sono chiamati in causa da un lato quelli che sono i servizi, i servizi preposti a queste diverse tematiche, però sono chiamate in causa anche le parti, che debbono a mio giudizio avere, un atteggiamento collaborativo. È chiaro che si tratta di ridefinire un livello di legalità attraverso, appunto, provvedimenti amministrativi, livello di legalità che poi va fatto rispettare con decisione e determinazione. Però va anche detto, e qui c'è una proposta anche nel documento Pavarini che mi pare non sia stata ripresa, ma che io vorrei invece sottolineare, oltre a quella dei mediatori, che credo possano avere un funzione in temi come questi, anche quello dell'istituzione di un tavolo di concertazione. I tavoli di concertazione tra le parti in causa nei conflitti sociali non sono poesia, sono uno strumento estremamente importante, non a caso anche sulla questione di via Capuana, di cui abbiamo parlato venerdì scorso, la conclusione è stata quella di ipotizzare dei provvedimenti amministrativi, ma poi di affidare a un tavolo di concertazione a livello del quartiere, Borgo Panigale in quel caso, la verifica circa l'implementazione di quelle misure e circa la loro efficacia. Il tavolo di concertazione dovrebbe essere il tavolo nel quale gli attori in causa, sotto il coordinamento dell'istituzione pubblica, si parlano e si ascoltano, perché se non ci sono queste condizioni di dialogo e di ascolto io credo che tutto il resto diventa o rischia di diventare inefficace. Si tratta insomma, oltre che assumere delle misure amministrative, di fare crescere quello che il professore Zamagni chiama il capitale civile. Il capitale civile è qualche cosa che non è molto tangibile, ma che è fatto di solidarietà, di disponibilità alla cooperazione, alla partecipazione. Io credo che se non si trovano le strade, ripeto, oltre alla assunzione di adeguati provvedimenti amministrativi, di fare crescere questo capitale sociale, ho l'impressione che soltanto delibere e regolamenti non riescono ad ottenere i risultati adeguati.
Detto ciò, avviandomi a concludere, vorrei anche ricordare un invito che Pavarini fa all'amministrazione, e che io qui faccio mio, ed è un invito ancora nella linea dell'efficacia, l'invito è quello che le diverse misure che il documento propone vanno applicate tutte insieme e subito. E credo che questo non sia un particolare di poco conto, perché è chiaro che se i provvedimenti vengono assunti in misura frammentaria, occasionale, non coordinata, allora l'efficacia dell'insieme lascia molto a desiderare.
Questo che cosa vuol dire? Qui mi rivolgo all'amministrazione. Su una situazione trasversale come questa (e proprio i temi che il documento Pavarini enuncia stanno a dirlo) che il Sindaco ha, credo anch'io giustamente, avocato a sé, deve comunque essere individuata una autorità e una responsabilità politico amministrativa capace di gestire il processo, soprattutto di gestirne gli aspetti appunto politici, di incontro tra le diverse parti in causa, da un lato; e deve anche essere individuata una responsabilità tecnica dirigenziale che abbia davvero il potere di attuare le misure e di verificarne l'applicazione.
Quello che mi pare, tornando ad altri casi di conflitto sociale, è stato fatto di recente, a proposito di Roveretolo ed a proposito anche delle antenne è positivo. Qui, il consenso all'assessore Paruolo non lo esprimo per contiguità politica, ma mi pare davvero che su questi due temi di conflitto sociale, cioè quello delle antenne e anche quello di via
Roveretolo, in qualche modo, la delega politico amministrativa che
l'Assessore aveva per le antenne, che gli è stata affidata per Roveretolo, ha portato a qualche risultato, ha portato appunto, quanto meno nel caso delle antenne, a dare effettivamente realtà alla esigenza di partecipazione che veniva espressa, e ha portato comunque a dei risultati proprio nei giorni scorsi, in termini di un programma
Per via Roveretolo diciamo che siamo ancora a livello dell'atto di indirizzo, che richiede poi in effetti l'applicazione delle misure che l'atto di indirizzo individua. Ma diciamo che l'amministrazione da questo punto di vista nella sua componente politica, la sua parte mi pare l'abbia fatta. La stessa cosa va fatta su tutti questi temi di conflitto sociale.
Quindi, ripeto, è un invito che io rivolgo, e di cui il documento Pavarini pone le premesse. Concludo confermando il mio consenso, e dicendo che questa è una grossa occasione, che non va lasciata perdere, e che chiede a ciascuna delle componenti in causa uno sforzo collaborativo, un atteggiamento positivo e costruttivo. Grazie.
inviato il 07/02/2005 17:30:39