Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 19 - 01 - 2009 ADOZIONE PIANO ATTIVITA' ESTRATTIVE

Grazie Presidente. Innanzitutto per dare atto all'Amministrazione di un
lavoro molto accurato dal punto di vista delle analisi tecniche che hanno
portato anche alla individuazione degli ambiti nei quali ricavare una quota
di materiale, quella quota di materiale che il PIAE ha assegnato alle
competenze del Comune. Dicendo questo mi collego anche a quello che diceva
il collega Monaco: non c'è dubbio che la città metropolitana potrà portare
una semplificazione in questa materia, però, oggi come oggi i due livelli
istituzionali hanno entrambi una competenza. Per certi versi credo che sia
anche giusto che l'abbiano, perché alla dimensione provinciale compete il
calcolo dei fabbisogni che sono fabbisogni provinciali, anzi sono poi anche
fabbisogni regionali per certi versi (ricordo che c'è anche una richiesta
perché la Regione desse un quadro di riferimento che non è stato dato e
comunque credo che in questa situazione sia giusto che la Provincia abbia
fatto il PIAE), ma il calcolo del fabbisogno ha attribuito anche al Comune
di dare un contributo attraverso gli ambiti, ambiti che lo voglio ricordare
sono comunque presenti in zone di non particolare fragilità. Ad esempio una
linea che è stata assunta e ormai è rispettata è quella che non si scava
più nei terrazzi, che sono certamente tra le zone di territorio più fragili
da questo punto di vista. Mi pare che il Comune abbia interpretato
positivamente il ruolo che la legge gli assegna. Devo anche dire in questo
senso, riprendendo quello che diceva il collega Serra, che quello che nei
diversi territori si realizza, deve confrontarsi anche con una domanda di
materiali che continua ad esserci ed i materiali lapidei poi non è che ci
sono dove ciascuno di noi vuole che ci siano, ci sono dove la natura li ha
collocati. Il problema vero allora è, e in questo senso il PAE lo fa
coerentemente, che le ferite che ancora l'attività estrattiva arreca al
territorio siano ferite non troppo dolorose, cioè che non creano degli
impatti inaccettabili. Non solo, ma che addirittura le attività estrattive,
come possono essere, rappresentino un'opportunità, perché il terreno una
volta scavato viene adeguatamente ritombato e restituito alla collettività,
contribuendo anche, con le destinazioni d'uso compatibili con il PSC (ed in
questo senso c'è una perfetta coerenza tra quello che il PAE prevede e il
PSC che abbiamo approvato e che oggi è vigente). A quello che la
collettività si aspetta da quelle aree, cioè la cosiddetta città pubblica.
Questa è anche, in qualche modo, una dichiarazione di voto (non so se
qualche collega del nostro gruppo la farà), e vorrei anticipare in questo
senso un nostro voto convintamene favorevole. Proprio perché mi pare che
con questo piano si coniughino adeguatamente le esigenze di rispetto
ambientale e le esigenze produttive che la realizzazione delle
infrastrutture e anche delle costruzioni edilizie porta con sé, e un
contributo positivo ai bisogni di aree pubbliche e di infrastrutture
pubbliche che la nostra città richiede. Grazie.

inviato il 27/01/2009 21:59:21

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