Paolo Natali
Paolo Natali

 

ADESIONE DEL COMUNE DI BOLOGNA ALLA CARTA EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO NELLA CITTA'

Grazie.  Io credo che sarebbe un errore se noi considerassimo questa Carta,
questo  testo, questa delibera che ci viene sottoposta, come un mettersi un
fiore   all'occhiello,  come  un  atto  dovuto,  un  atto  rituale.  Non  è
assolutamente  così.  Credo  che  anche  i primi interventi, in particolare
quello  del consigliere Monaco, stiano a testimoniare di una attenzione che
credo  debba  essere  di tutto il Consiglio. Perché in realtà quello che ci
viene proposto è un atto politicamente importante e impegnativo e credo che
dobbiamo  essere  consapevoli  dell'impegno che ci assumiamo nel momento in
cui   voteremo,   come  io  mi  auguro,  positivamente,  questo  documento.
Come  diceva Monaco, in effetti c'è una peculiarità in questo documento che
è  stata  già messa in evidenza dal Sindaco e che anch'io vorrei riprendere
brevemente;   ci  troviamo  davanti  ad  una  Carta  dei diritti dell'uomo,
diciamo  meglio  delle  donne  e  degli  uomini,  nella  città e  credo che
dobbiamo  a  questo prestare particolare attenzione. In realtà il testo non
si  limita  a richiamare dei diritti, ma cerca di declinare questi diritti,
sia  pure  nella  sintesi  che  un  documento  come  questo  richiede,   in
riferimento   alla   dimensione  locale,  alla  dimensione  cittadina.  Una
dimensione  nella  quale  certamente  i  cittadini,  le  donne e gli uomini
trovano  la  possibilità  di  esercitare  dei  diritti,  di  cogliere delle
opportunità  e dei vantaggi, ma non c'è dubbio che questo implica anche una
serie  di  rischi, una serie di problemi legati proprio a quella dimensione
di  prossimità che la città comporta, e che ci fa correre rischi in termini
di  coesione  sociale,  e  tensioni  sociali, che anche qui in Consiglio ci
troviamo  spesso  a  dovere  affrontare.  Quindi andare ad affermare questi
diritti   non  è  affatto  un  atto  scontato.  C'era  chi  in  Commissione
sottolineava  il  fatto  che  occorre  un  po'  di  prudenza nell'affermare
l'impegno        per       l'esercizio       di       questi       diritti.
Io  credo  che questa Carta rappresenti un punto di riferimento importante,
da  questo  punto di vista. Un'altra cosa che vorrei sottolineare è proprio
la  dimensione europea che l'adesione a questa Carta ci permette di vivere,
e  credo  che in questo ci stia anche un elemento di differenza rispetto ad
un  documento  che  il passato Consiglio comunale si trovò ad approvare per
iniziativa  dell'allora  vicesindaco  Salizzoni,  che è anche qui presente,
quella Carta dei diritti e dei doveri per una civile convivenza, che ha dei
punti  di  sintonia  con questa Carta, ma che forse guardava essenzialmente
ad  una  dimensione  locale;  nel  dire  questo  non  la sminuisco affatto.
Metterci  in  rete  con  le  altre città europee che hanno approvato questa
Carta     credo     che     rappresenti     un     elemento     importante.
Qui  si  parla  di diritti. Il Sindaco lo diceva, ma lo voglio ribadire: ai
diritti  sono  sottintesi  altrettanti  doveri  che  rappresentano  poi  la
condizione  perché  i  diritti  stessi possano essere fruiti. Quindi non si
tratta  da  questo  punto  di vista di una visione parziale, anche se, e lo
vorrei  sottolineare, come ho fatto in commissione, c'è un dovere specifico
che viene richiamato all'articolo 5, ed è un dovere di solidarietà. Proprio
rispetto  a  questo  dovere  di solidarietà l'amministrazione locale ha dei
compiti  importanti  perché  l'amministrazione  comunale, certamente non da
sola,  è  e deve essere sempre di più promotrice attraverso azioni di cui è
responsabile  e  competente,  di  questo  dovere  e  di  questo  impegno di
solidarietà.
Un   altro  articolo  che  vorrei  richiamare  è  quello  che  riguarda  la
sussidiarietà, l'articolo 7, soprattutto nella dimensione orizzontale oltre
alla  dimensione  verticale che riguarda i rapporti tra le istituzioni: c'è
una  dimensione  di  solidarietà orizzontale che mi piace richiamare perché
anche  su  questo  credo  l'amministrazione comunale può e deve fare molto.
All'articolo  10, quello sulla famiglia, faceva un riferimento Monaco; a me
questo  articolo,  devo dire, è piaciuto. E' chiaro che ci sono sensibilità
diverse   rispetto   a  questa  tematica,  ma  a  partire  dalla  personale
sensibilità e cultura a cui appartengo, io ho trovato in questo articolo da
un  lato  un giusto richiamo ad un pluralismo e ad una diversità con cui ci
troviamo a dovere fare i conti; che non significa mettere - io credo - ogni
forma  di  vita  familiare sullo stesso piano. Credo che da questo punto di
vista  il  riferimento  che  l'articolo  fa  al  rispetto della legge, vada
interpretato  in  relazione  proprio  alla  Costituzione italiana, che è la
nostra  magna  carta,  che non mette tutte le forme di vita familiare sullo
stesso  piano,  e  io credo che siamo richiamati, anche da questo articolo,
ad  un  riconoscimento  di  forme diverse. In questi giorni Romano Prodi ha
fatto  un  riferimento  preciso  con  il  quale  io  mi  trovo del tutto in
sintonia,  e  mi  pare che questo articolo 10 ponga le premesse appunto per
questi  riconoscimenti  che non vuol dire equiparare tutte le forme di vita
familiare,  equiparazione  che sarebbe contraria oltre che alla legge anche
alla                                                                verità.
Per  concludere,  auspico  davvero  che  ci sia un largo voto di adesione a
questa  Carta,  perché  credo  che oltre alla Carta dobbiamo guardare anche
alla  delibera  che l'accompagna, e visto che questa fa anche un richiamo a
diversi  diritti,  e tra questi cita in particolare la solidarietà, e anche
la  legalità,  io credo che l'adesione larga a questa Carta e alla delibera
che  la  accompagna  dovrebbe,  (io me lo auguro) rappresentare un punto di
riferimento  positivo,  decisivo  anche  rispetto ad un dibattito che nella
nostra  città  è  aperto  da  tempo attorno a questi temi, in particolare a
questi  due  diritti:  credo che declinarli entrambi, richiamarli entrambi,
stia   a   significare  che  non  può  esistere  una  contrapposizione  tra
solidarietà  e  legalità, non può esistere un'alternativa, una priorità, ma
che  questi  diritti  vadano  entrambi  declinati  insieme con equilibrio e
tradotti   in   azioni   concrete   nella   quotidiana   attività  politico
amministrativa.
Su  quello che diceva Monaco, io credo che in alcuni punti si possa essere,
almeno  io  personalmente lo sono, del tutto d'accordo; poi occorrerà forse
un  attimo di riflessione, in particolare mi riferisco al primo emendamento
che  lui  richiamava,  quello  relativo proprio al fatto che forse valga la
pena, di un richiamo specifico ai diritti di genere sui quali mi pare anche
la  nostra  amministrazione  abbia   già  manifestato  in più occasioni una
attenzione particolare.
Grazie.

inviato il 06/08/2005 22:43:02

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