Grazie Presidente. Anch'io, come la collega Naldi, vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio sull'ultimo episodio in ordine di tempo di censura del nostro paese da parte della Commissione Europea. Il governo Berlusconi ci espone insomma all'ennesima figuraccia a livello europeo, e questo in contrasto profondo con le tante rivendicazioni del nostro premier di svolgere una funzione di indirizzo e di guida. Cosa che non è affatto vero evidentemente. Il tema è quello della revisione del "pacchetto energia" e del rispetto del Protocollo di Kyoto. Il pacchetto energia chiamato "20 più 20 più 20" prevede una riduzione del 20% della CO2, un aumento del 20% dell'energia rinnovabile e dell'efficienza energetica entro il 2020. I pretesti che il nostro governo adduce per questa revisione, e addirittura per un rinvio e una rinegoziazione del Protocollo di Kyoto - che, vorrei ricordare, è una convenzione internazionale e quindi implica degli obblighi ben precisi, è anche parte di fatto della legislazione europea quindi vincolante per ogni Stato membro - sono quelli dei costi che non sarebbero sostenibili per il nostro paese in un periodo di recessione. In più, il governo chiede che il riferimento rispetto a queste riduzioni venga riportato al 1990, e non al 2005. Il che cambia evidentemente in modo profondo quello che dovrebbe essere fatto per rispettare questi impegni. In questo modo chiaramente si punterebbe a cancellare i ritardi che il nostro paese ha maturato negli ultimi 15 anni, bisogna dire per responsabilità non esclusiva dei governi di centrodestra. Allora io credo che si debba dire che è bene avere un atteggiamento di flessibilità, però il messaggio che si viene a dare con questa richiesta alle istituzioni locali come il Comune di Bologna, impegnato attraverso il suo PEC, ma anche all'opinione pubblica, è devastante. E cioè il messaggio è che la tutela dell'ambiente e della salute, che ne è conseguenza, è un fatto da vacche grasse. In più quindi vengono in questo modo demotivati e vanificati gli sforzi degli enti e dei cittadini che - vorrei ricordare - anche grazie alle agevolazioni fiscali previste dal governo Prodi stanno impegnandosi, ciascuno ovviamente per la propria parte, per il raggiungimento di questi obiettivi. In più, mi pare che con questo atteggiamento il governo Berlusconi mostri di non avere compreso in alcun modo, o di non voler comprendere, il legame stretto che c'è fra obiettivi di sviluppo, obiettivi occupazionali e obiettivi di tutela dell'ambiente. Quindi è chiaro che la situazione di recessione nella quale ormai ci troviamo provoca anche a livello europeo e provocherà una revisione del patto di stabilità che renderà disponibili maggiori risorse per i governi nazionali. Ma queste risorse non possono essere impegnate soltanto per il sostegno delle banche o per salvare la compagnia di bandiera, ma debbono essere impegnate per un sostegno dei redditi più bassi in modo da aumentare la domanda e per gli investimenti. In sostanza, quindi, io credo che si debba dire che la sfida ambientale è la vera opportunità da cogliere per rilanciare l'economia del nostro paese il quale nel contesto europeo è fra quelli che hanno i requisiti maggiori per orientare il proprio sistema produttivo su basi ambientali. Sviluppo delle fonti alternative, innovazione, ricerca, sono queste le risorse che l'Italia deve mettere da subito in campo per affrontare con orgoglio, e non con timidezza e con reticenza, la questione energetica e la sfida dei mutamenti climatici. Su questi temi ho predisposto un ordine del giorno che presento all'attenzione del Consiglio e del quale chiedo la discussione subito dopo le delibere che oggi abbiamo in esame. Consegno copia del testo al Presidente. Il testo è stato anche sottoscritto dalla collega Naldi. Grazie.
inviato il 29/10/2008 12:55:35