(Presenta odg collegato)
Grazie Presidente. Con questo intervento presenterò il testo dell'Ordine del giorno a cui faceva riferimento la collega Delli Quadri, Ordine del giorno che verrà messo in distribuzione adesso, e che è il risultato del lavoro, a più mani, che alcuni di noi hanno fatto. Un testo sul quale speriamo di ottenere consenso anche da parte di altri colleghi, e d'altra parte riteniamo importante che gli atti più significativi di quest'Amministrazione (volevo anche io richiamare il PSC approvato di recente) cioè quegli atti che caratterizzano, di fatto, un mandato amministrativo, siano accompagnati non soltanto da un voto, ma anche da un documento, attraverso il quale il Consiglio, oltre a definire la propria posizione su quel documento e su quell'atto, fornisca anche alla Giunta degli indirizzi, delle raccomandazioni, proprio perché ci troviamo davanti a degli atti di significato importante, e che forse più che attraverso le loro finalità e caratteristiche fondamentali, hanno bisogno anche di qualche indicazione più specifica, come in questo caso. Non stupisca, poi, che su questi argomenti facciamo diversi interventi come gruppo, proprio perché questo è il segno non di una divergenza di opinioni, tutt'altro, è segno però di una grande attenzione che rivolgiamo a questo atto, consapevoli del fatto che da una sua positiva attuazione, dipenderanno in larga misura il rispondere, più positivamente ancora di quanto già avvenga oggi, ai bisogni e alle esigenze dei cittadini. L'Ordine del giorno, quindi, richiama da un lato l'atto con il quale venne approvato il completamento delle deleghe ai quartieri in materia di servizi sociali, di cui l'atto regolamentare che siamo chiamati ad approvare oggi è, in qualche modo, emanazione. Quindi io vorrei dire che si tratta di qualcosa di importante e che colma una lacuna di cui si sentiva bisogno già da tanti anni: nel passato mandato amministrativo, la precedente Amministrazione fece dei tentativi, peraltro sbagliati in radice, nella misura in cui puntavano unicamente ad un accostamento quanto meno dei servizi del Comune, con i servizi dell'U.S.L. tagliando fuori completamente i quartieri che viceversa, trattandosi di servizi alla persona, riteniamo debbano essere particolarmente valorizzati, come questo atto li valorizza. E il segno anche della maturità, in questo senso, degli organi decentrati è dato proprio dai pareri che i quartieri hanno espresso, di fatto affermandosi come protagonisti di questo processo: diversi dei pareri che i quartiere hanno dato sono stati in effetti recepiti con gli adeguamenti conseguenti del regolamento. La condivisione che l'Ordine del giorno esprime non va soltanto al regolamento, ma anche al documento organizzativo, proprio perché i due documenti, al dì là del fatto che soltanto uno è di competenza consiliare, però vanno tenuti presenti insieme, anzi oserei dire che proprio il regolamento organizzativo, che di fatto dice poi come avverrà e come sta avvenendo la riorganizzazione, è un documento di particolare importanza, e la cui eventuale non corretta applicazione, rischierebbe davvero di vanificare un provvedimento certamente positivo. Proprio perché, come l'Ordine del giorno richiama, è importante a questo punto aver definito un sistema integrato che fa riferimento da un lato ai servizi sociali territoriali, al settore del coordinamento sociale e salute, all'azienda U.S.L., alle ASP e, ultimi ma non ultimi in realtà, i diversi servizi accreditati o convenzionati anche del terzo settore e del privato sociale, espressione di una logica di sussidiarietà. Vorrei brevemente richiamare, come fa l'Ordine del giorno, alcuni strumenti importanti che anche la Vicesindaco nella sua relazione richiamava, strumenti che sono fondamentali, perché il sistema funzioni positivamente: la Carta dei Servizi, il sistema informatico di gestione, di cui in particolare si sottolinea il significato, proprio per potere permettere non solo una gestione più efficace del sistema, ma anche le verifiche e i controlli necessari, l'accreditamento, di cui si è già parlato e su cui non mi soffermo. I contratti di servizio, attraverso i quali verrà espressa la committenza nei confronti delle ASP, atto - questo - particolarmente importante, che definirà proprio nei dettagli quello che chiediamo, che il sistema chiede alle ASP di realizzare, la certificazione del sistema di qualità, che pure è importante, perché rappresenta uno strumento che dovrebbe, almeno nelle premesse, garantire la possibilità di un miglioramento continuo dei servizi, dando risposte anche agli inevitabili reclami, alle inevitabili segnalazioni di criticità che verranno dal territorio. Quindi una certificazione del sistema di qualità che non possiamo pensare di chiedere solo a chi chiederà l'accreditamento, ma anche agli stessi servizi pubblici, il Piano della formazione degli operatori. L'ordine del giorno poi passa ad una serie di raccomandazioni, che sono quelle che si riferiscono soprattutto alle modalità di concreta implementazione del sistema. Oltre a raccomandare una costante attenzione alla promozione dei servizi di comunità (su questo credo che altri colleghi si soffermeranno) c'è un invito alla Giunta a tenere presenti due criteri fondamentali: il primo è quello che chiede di fatto un decentramento, ampio e totale, di tutti i servizi che trovano sul territorio non solo l'espressione di una domanda, ma anche la possibilità di un'efficiente ed efficace risposta, in termini di servizi e prestazioni. Cioè tutto quello che appunto, non soltanto come espressione di bisogni di domanda sociale, e questo il territorio tutto lo può esprimere, ma trova anche nei singoli territori la possibilità di risposta, non c'è dubbio che debba essere decentrato. Questo non significa che il Comune debba spogliarsi di una funzione di coordinamento, di supporto, di impulso e di controllo centrale, che viene ritenuta indispensabile soprattutto nella prima fase di applicazione di questo processo, avendo presente che si tratterà di una fase non brevissima, poichè si tratta davvero di una vera e propria rivoluzione. D'altro canto per quello che a me è parso, e credo non solo a me, di percepire nelle diverse riunioni di Commissione che abbiamo fatto, e anche nei contatti che abbiamo avuto con gli operatori, con la consulta contro l'esclusione sociale, a me pare di poter dire proprio che qui non si verificano quelli che sono due fenomeni che spesso si verificano quando un'istituzione provvede a un importante processo di decentramento. Quali sono questi due fenomeni? Si può realizzare da un lato una lotta, in qualche modo, tra il centro e la periferia, cioè il centro che lotta per non essere spogliato di poteri, la periferia che lotta per averli. Niente di tutto questo in questo caso: a me pare proprio di poter dire che una battaglia di questo tipo non c'è, non si dà, quindi anche la richiesta di mantenere, soprattutto in una prima fase, un potere di coordinamento e di controllo che non può essere affidato soltanto ad un coordinamento orizzontale dei direttori di quartiere, è a garanzia del decentramento, non è contro il decentramento. Così come anche da parte degli operatori che si sono espressi manifestando delle preoccupazioni, io non ho letto mai l'atteggiamento, che spesso capita di verificare quando ci sono questi processi di decentramento, cioè una paura del nuovo, e quindi un desiderio di dire "no, lasciamo le cose così come stanno". No, c'è un'effettiva preoccupazione della possibile dispersione di momenti centralizzati, organizzativi, di cui si è sperimentata fin qui la bontà, e che vanno mantenuti ancora in piedi, perché ritenuti oggi necessari. Quindi questo è il primo criterio generale, e ne consegue l'altro criterio, che è quello che la transizione verso il nuovo assetto dei servizi avvenga con la necessaria gradualità. Spesso si dice che è necessaria la gradualità, mai come in questa occasione riteniamo che sia necessario averla questa gradualità, non per dire: "non andiamo avanti", ma perché riteniamo che sia necessario comunque assicurare una continuità delle prestazioni, evitando - come dicevo prima - la dispersione e la vanificazione di funzioni di competenze professionali e di relazione di reti consolidate, proprio nell'interesse di una risposta ai bisogni degli utenti. Enunciati questi due criteri (mi avvio verso la conclusione), l'Ordine del giorno entra anche nel merito di alcuni servizi specifici. Riprendo brevemente quello che già diceva Lina Delli Quadri sul discorso dell'Osservatorio delle famiglie. Su questo sappiamo che c'è un consenso generale. Riteniamo che l'Osservatorio debba essere mantenuto in capo al Comune, e non come il documento organizzativo prevede, passato all'ASP Irides. Oltre alle ragioni che già richiamava Delli Quadri, per ragioni proprio di profilo istituzionale. La sede bolognese dell'Osservatorio per la famiglia è un fatto importante, che tra l'altro da notizie che stiamo ricevendo vediamo messo in discussione dal nuovo Governo, se questo avverrà ci sembra che risponda a delle logiche che non condividiamo, e cioè di discontinuità politica che non trova alcuna giustificazione, e quindi speriamo che questo non avvenga, e che anche i colleghi del centrodestra bolognese si trovino affianco a noi in questa battaglia. Non ha quindi senso il delegare l'Osservatorio all'ASP, che pur riconoscendo il rilievo dell'ASP, rimane comunque un'azienda, e non ha un profilo istituzionale alto come l'Amministrazione Comunale. Sul fatto dell'evitare il decentramento immediato del Centro per le famiglie è già stato detto; io non riprendo nei dettagli le ragioni, anche tenendo presente, comunque, gli indirizzi, i finanziamenti regionali e nazionali, che diventerebbe difficile gestire attraverso un decentramento totale di questo Centro oggi, e anche nuovi compiti che il Centro può assumere in prospettiva e di cui si prevede a settembre l'implementazione. Ecco, su questo l'ordine del giorno è molto chiaro: oltre ad esprimere questo indirizzo, chiede anche una revoca delle destinazioni decentrate già definite dagli operatori, nel senso che sappiamo che di fatto gli operatori del Centro per le famiglie vengono già richiesti di indicare qual è la destinazione di quartiere che chiedono. Chiaro che se questo avviene, come dire, lo sciogliamo di fatto. Ecco, mantenere attiva - almeno per il momento - una cabina di regia per le politiche sulle emergenze sociali, sia di bassa soglia che per i minori, e questi sono quei momenti organizzativi che sono in piedi e che riteniamo non possano essere cancellati, almeno per il momento, proprio perché hanno garantito quella risposta centralizzata efficace dei bisogni che il territorio manifesta, avviando questi bisogni a delle risposte che non sono distribuiti in maniera uniforme e capillari inevitabilmente sui quartieri. Quindi c'è bisogno di una decisione pensata e ragionata caso per caso che ancora richiede quindi questo elemento centralizzato. Infine, l'ordine del giorno chiede, forse è superfluo ma crediamo che non sia male sottolinearlo - una valorizzazione delle consulte comunali, del terzo settore, dell'istituzione contro l'esclusione sociale, la cui funzione riteniamo essenziale proprio per l'efficace sviluppo del sistema cittadino integrato e a servizio di questo sistema. Infine la necessità, che già richiamava la collega Delli Quadri, di avere - ma anche questo direi scontato, ma non è male forse ricordarlo - un monitoraggio sul graduale avvio del sistema sul quale evidentemente il Consiglio potrà e dovrà essere informato e, proprio per questo monitoraggio, è necessario e indispensabile poter disporre del sistema informativo a cui già si faceva riferimento. Grazie.
inviato il 03/09/2008 08:45:52