Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 30 - 06 - 2008 VARIANTE GRAFICA NUOVA BASE CARTOGRAFICA CTC

Grazie. Ricordo che siamo nella fase di controdeduzione e di approvazione, nel senso che verrebbe voglia a tutti di riprendere le caratteristiche che hanno ispirato questo provvedimento. Io non lo farò: ribadisco che condivido quelle ragioni, ma faccio notare che comunque si tratta di uno strumento di salvaguardia non in senso tecnico (su questa c'è stata una certa discussione perché qualcuno l'aveva intesa erroneamente come uno strumento di salvaguardia del PSC, PSC che non era ancora al momento adottato) e quindi su questo non mi soffermo. Però è un effettivo strumento di salvaguardia, e lo dimostra secondo me il fatto - e su questo il collega Monaco esprimeva qualche dubbio - che di fatto ha operato per circa un anno e che cosa ha impedito? Beh! Qui manca la prova a contrario, però di fatto anche il numero delle osservazioni che ci sono state sta a dimostrare che un certo numero di intenzioni di realizzare interventi che questo strumento viceversa nega c'erano. Tra parentesi, tra le osservazioni, comunque sono state accolte (e mi riferisco all'intervento del collega Zechini d'Aulerio) proprio quelle che tengono conto di una effettiva attività agricola che questo strumento esonera dai vincoli e che anche il PSC considera come un elemento da salvaguardare. Detto questo però io, quando il collega Monaco si esprime in materia urbanistica, lo ascolto con grande attenzione: mentre lui parlava in riferimento soprattutto all'osservazione presentata dall'ordine degli ingegneri, sono andato a rileggermi le due pagine di controdeduzione che sono state scritte, e che a me paiono molto pertinenti rispetto anche ai dubbi che poneva il collega Monaco. Nel senso che le argomentazioni di controdeduzione sono fondamentalmente due: la prima, che già riprendeva la collega Naldi, e cioè che certamente c'è differenza tra la zona collinare diciamo più verso sud e quella pedecollinare in senso stretto, però non è possibile considerare quella pedecollinare come in qualche modo parte della città urbanizzata senza che questa abbia diritto ad una qualche forma di tutela, nel senso che si tratta tra l'altro di una zona che come sappiamo è soggetta anche a vincolo paesaggistico e che è sempre stata considerata con una qualche modalità di tutela diversa da quella che vige in altre parti della città, certamente non uguale per sua natura al resto della collina ma non per questo non meritevole di tutela e in che senso? Nel senso che questo strumento di fatto rende impossibili gli interventi di ampliamento una tantum anche fuori sagoma; interventi che di fatto concretizzavano una vera e propria nuova costruzione e questa norma lascia invece possibile questa norma gli interventi anche di ristrutturazione ma all'interno della volumetria esistente, cioè interventi certamente meno impattanti. E' chiaro che si può non essere d'accordo con questo, ma mi pare che ci sia quindi un trattamento differenziato e, tuttavia, una forma di tutela rispetto a questa zona, che comunque ha delle caratteristiche da tutelare in qualche modo in continuità con la zona collinare in senso stretto. In Commissione si era parlato, da parte del collega Carella, dell'opportunità di istituire una forma di parco; adesso la collega Naldi parlava di un piano provinciale della collina. Io credo che di piani ne abbiamo, starei quasi per dire, fin troppi! Credo che chiedere delle forme di tutela di zone ambientalmente o paesaggisticamente pregiate come le zone collinari sia corretto, ma queste ci sono già. C'è il PTCP che in effetti da qualcuno viene criticato - non da me - in quanto strumento che imporrebbe forme di vincolo fin troppo dettagliato. Quindi, non c'è bisogno di un ulteriore strumento di tutela e di salvaguardia a livello provinciale, c'è bisogno di forme di gestione adeguate, c'è bisogno per le aree che hanno una peculiarità specifica, come sono per esempio le aree dei parchi regionali, tra cui ad esempio il parco dei Gessi, di forme di tutela particolari, di forme direi di gestione e anche di controllo particolarmente attente. Ma, detto questo, io non credo che possiamo poi moltiplicare a dismisura queste modalità e queste forme. Quindi, il PSC in questo senso, prevede anche e suggerisce forme e modalità non soltanto di vincolo ma anche di valorizzazione e di gestione partecipata della zona collinare ed io credo che questo sia quello di cui abbiamo bisogno. Quindi, ribadisco, accordo pieno su questo atto e ancora di più sui motivi ispiratori della variante collinare nel suo complesso. Grazie.

inviato il 07/07/2008 13:43:35

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