Paolo Natali
Paolo Natali

 

NON C'E' ACQUA DA PERDERE e SULLA FERROVIA VERONA – BOLOGNA

Grazie Presidente. Sono due interventi in realtà e cercherò di stare entro i cinque minuti.

Mi permetta un riferimento a quello che lei ha chiesto. Io sono d'accordo sull'esercizio di un potere di sindacato da parte dell'ufficio di Presidenza sull'ammissibilità degli interventi di inizio seduta, e credo che sia giusto chiedere denominazioni più esplicite; in questo senso ritengo che entrambi gli interventi che farò abbiano queste caratteristiche. Il primo è un intervento che faccio a nome di tutti i gruppi di maggioranza e che prende spunto, richiamando su ciò l'attenzione del Consiglio, da notizie di stampa di ieri, che riferiscono della preoccupazione dell'associazione per il raddoppio della linea ferroviaria Bologna - Verona, in merito ai tempi di fornitura del nuovo materiale rotabile, in grado di rispondere alle attrezzature per la sicurezza che si stanno mettendo in linea, raccogliendone i segnali. Questo ritardo e questa incertezza è assolutamente inaccettabile, tanto più dopo il tragico incidente di Crevalcore, che aveva drammaticamente richiamato l'attenzione sui problemi della funzionalità e della sicurezza della linea Bologna - Verona e delle altre linee ferroviarie che confluiscono sulla nostra città; quel tragico incidente aveva prodotto impegni che ora paiono disattesi. Più in generale questo tema si collega ai ritardi nell'attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano sul quale credo ci sia un largo accordo in questo Consiglio. Noi ci siamo già occupati di questo tema con diverse sedute in commissione e credo dovremo mantenere viva la nostra attenzione alla luce di queste notizie preoccupanti.

Il secondo intervento, quello che appunto aveva quel titolo un po' letterario, ("Non c'è acqua da perdere" ) fa riferimento ai temi dell'emergenza idrica sui quali in questi giorni si è discusso e si è parlato anche sulla stampa. Il modello di sviluppo non sostenibile al quale siamo abituati, unito alla fragilità e ai limiti del sistema ambientale nel quale siamo inseriti, ci fa passare ormai da un'emergenza stagionale all'altra, quasi senza soluzione di continuità: passiamo dalle emergenze smog in inverno, alla minaccia di crisi idrica e agli elevati tassi di ozono d'estate, passando poi magari, speriamo di no, per il dissesto idrogeologico e per le piene autunnali primaverili. In questi giorni è di attualità appunto l'emergenza idrica, alla quale noi rispondiamo giustamente con l' ordinanza di limitazione dei consumi per gli usi extra domestici che nella nostra città è in vigore dal primo di luglio, con gli inviti a evitare sprechi, ma anche con la speranza in un cambiamento climatico e nella pioggia. Ora, è del tutto evidente che questo non basta e lo sappiamo; tuttavia la nostra miopia e la nostra memoria corta fanno sì che continuiamo a rispondere appunto con provvedimenti occasionali e parziali a quella che non è un'emergenza in senso stretto, ma una condizione di crisi permanente. Occorrono quindi politiche strutturali sia a livello nazionale che locale, che non riguardano l'ambiente inteso come settore, ma che investono tutti gli ambiti dell'attività umana, assumendo la tutela e la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse come rigoroso ed ineludibile riferimento trasversale. Questa amministrazione ha posto lo sviluppo sostenibile al centro del proprio programma di mandato. Il P.S.C. e le politiche per la mobilità ad esempio sono ispirate ad obiettivi di risanamento e valorizzazione dell'ambiente. Questo è importante e deve rappresentare il parametro permanente di orientamento e verifica, ma occorre fare di più. Per rimanere all'attualità e quindi alle minacce di crisi idrica, ricordo che il mese di luglio è storicamente il mese più critico e si arriva di solito verso la fine del mese quando ancora la città è popolata ma i consumi sono elevati, in condizioni di quasi allarme. Si tratta allora da un lato di intensificare in modo permanente l'informazione e l'educazione ambientale rivolta alla popolazione scolastica, ma non solo; favorire l'assunzione di buone abitudini anche da parte degli adulti; evitare sprechi, ma anche dotare le nostre abitazioni e gli uffici di apparecchi come gli sciacquoni a flusso differenziato, i riduttori di flusso e i frangigetti per doccia e rubinetti. In questo senso abbiamo portato all'attenzione dell'ACER e del Settore Lavori Pubblici del Comune questa problematica. Abbiamo anche allo studio insieme ad HERA e A.T.O. 5 un progetto di intervento in questa materia sui centri sociali. Ma occorrono anche evidentemente investimenti strutturali: intanto la manutenzione della rete idrica, in modo da limitare ulteriormente le perdite che sono attorno al 18 per cento; in estate inoltre ci sono elevati consumi che inducono a prelievi eccessivi dal sottosuolo con timori di ricaduta in termini di subsidenza. Vedremo tra breve i risultati del monitoraggio che sta per essere effettuato. Io credo, e concludo, che si tratti a questo punto anche di ripensare con serietà al progetto per un invaso in Appennino per usi idrici, energetici ed ambientali. Gli utili di HERA come chiedono i sindacati, vanno reinvestiti in opere ambientali. So che su questo progetto ci sono perplessità da parte anche dei Verdi, ma io credo che se pensiamo a quello che è successo per la Romagna a Ridracoli, certi dubbi non hanno più motivo di esistere. Allora credo e concludo davvero che il Consiglio comunale di Bologna debba soffermarsi su questi temi strategici con maggiore attenzione e davvero ritengo che si possa dire "non c'è acqua da perdere". Grazie.

inviato il 14/07/2005 16:01:57

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