(Replica)
Grazie. Presidente. Io vorrei, innanzitutto, ringraziare i colleghi che sono intervenuti nel dibattito, tutti, perché hanno tutti dimostrato un interesse appassionato al tema delle politiche familiari. Ringrazio anche per i riconoscimenti che ho ricevuto dai colleghi di maggioranza ed anche di minoranza, li ritengo sinceri, anche se di questi ultimi non condivido le motivazioni e le conclusioni a cui sono pervenuti, come avrò modo di dire tra poco. Ringrazio ancora in particolare i colleghi di maggioranza che hanno dato un contributo di arricchimento e di integrazione al documento: non li cito tutti, ma voglio specificare che si tratta di contributi di arricchimento che non sono il risultato di un braccio di ferro, ma di un confronto all'insegna di una vera laicità, come pure avrò modo di argomentare tra poco. Devo dire che sono anche molto soddisfatto dell'iter che ci ha portato fin qui. Abbiamo parlato a lungo di famiglia e di politiche familiari durante sei sedute di commissione consiliare e tre sedute di Consiglio, e io credo che già questo rappresenti un'indicazione per l'amministrazione: le politiche familiari devono avere un'attenzione permanente e non occasionale, perché la famiglia nelle diverse forme che concretamente assume non è solo un fatto privato che riguarda gli individui che la formano e le loro relazioni affettive e di solidarietà, ma ha un rilievo pubblico per tanti motivi che sarebbe lungo elencare e a cui l'ordine del giorno comunque fa cenno. La famiglia dunque non è solo soggetto passivo, ma anche soggetto attivo e protagonista delle politiche. L'ordine del giorno non ha per tema la famiglia, ma le politiche familiari soprattutto quelle di competenza di un ente locale come il Comune; dicendo questo non ne sminuisco in alcun modo l'importanza e il significato, ma lo restituisco al vero ambito di competenza del Consiglio Comunale, una sede istituzionale che ospita certo confronti culturali utili ed interessanti, ma che non può limitarsi a questo. Dicendo questo intendo anche sottrarre l'ordine del giorno, confutandole, a molte (direi in definitiva a tutte) le critiche dei colleghi di minoranza, perché compito dell'ordine del giorno non era innanzitutto quello di dare alla Giunta indirizzi sulla idea di famiglia che ciascuno di noi ha, ma (senza sottacere questo, e lo abbiamo fatto), di fissare i riferimenti normativi e valoriali che debbono essere alla base delle politiche familiari e di dare indirizzi precisi e incisivi sulle politiche stesse. Questo era l'obiettivo dell'ordine del giorno all'inizio, questo faceva l'ordine del giorno nella sua prima stesura e fa adesso, senza tradimenti, cedimenti o equivoci. Perché non si può dire francamente, colleghi, come hanno detto alcuni, direi molti, quasi tutti della minoranza: "l'ordine del giorno Natali andava benissimo, quello attuale dopo le integrazioni che ha conosciuto va malissimo, è una fonte avvelenata, è una grave minaccia". Sono state usate espressioni di questo tipo. Che cosa è successo nel passaggio dalla prima stesura all'ultima del testo? E' successo soprattutto che nella parte di premessa sono stati aggiunti ai riferimenti costituzionali degli articoli 29 e 31 quello dell'articolo 30 e dell'articolo 2 della Costituzione e quelli degli articoli 9 dello Statuto Regionale, della Carta dei diritti fondamentali della Unione Europea, e della Carta europea dei diritti umani nella città. Io ho accettato senza fatica questa integrazione perché essa di fatto è quella che insieme all'articolo 29 della Costituzione, che riconosce i diritti della famiglia fondata sul matrimonio, fonda i diritti delle persone e degli individui all'interno delle diverse formazioni sociali affini alla famiglia tradizionale a cui si indirizzano oggi le politiche familiari di cui l'ordine del giorno si occupa. Quindi l'ordine del giorno non fa alcuna equiparazione, colleghi, tra le diverse forme di famiglia che si ritrovano nella società odierna, né afferma (invito i colleghi a citarne i passi) che tutte le famiglie sono uguali tra loro, ma prende necessariamente e realisticamente atto del fatto che oggi tutti gli interventi rivolti alla famiglia, forse con l'eccezione, mi pare, dei mutui concessi per la prima casa, considerano il nucleo familiare anagrafico e il vice Presidente Foschini, mi dispiace che sia uscito, ma penso che ascolterà, può dire certamente come ha detto che non gli interessa la legge anagrafica, ma sta di fatto che oggi è così, e di questo non si può non tenere conto. Io sono convinto che questa situazione debba trovare qualche correttivo. L'ho affermato più volte e lo riconfermo qui oggi, sono convinto cioè che le responsabilità pubblicamente assunte, cioè la scelta del matrimonio, debba trovare un riscontro in termini non solo di diritto privato, ma anche di diritti pubblici. Nella prima stesura dell'ordine del giorno io facevo un riferimento ancora alla vicenda dei punteggi ERP, era un riferimento possibilista, dopo di che ho accettato di eliminarle questo riferimento perché pare anche a me che ci calasse già direttamente in una proposta che merita viceversa un confronto e una discussione, confronto e discussione che in questa sede c'è stato e che deve continuare. Ma quella frase è stata sostituita dall'altra frase che ha citato il collega Panzacchi, ed è una frase particolarmente importante, perché senza alcuna ambiguità si sottolinea la necessità che il Comune riconosca la responsabilità della scelta matrimoniale, quella della genitorialità ed anche quella di progetti di coppia, intendendo per progetti di coppia scelte che comunque hanno una volontà di stabilità, certificata da una certa durata della convivenza, e io credo che questo sia importante, e voglio dire: è significativo che il collega Panzacchi ancora trovi che quella affermazione non corrisponde in pieno alla sua sensibilità, perché dimostra viceversa secondo me che quella affermazione è significativa ed apre proprio a quella ricerca che dobbiamo fare tutti perché questa responsabilità che deve trovare un riscontro in termini di maggiori diritti, dia dei risultati concreti. Ma, colleghi del centro destra, mi pare che quando voi siete stati al Governo di questa città non avete fatto nulla da questo punto di vista, quindi non potete adesso venire a dire che sui punteggi delle coppie sposate si dovrebbe fare di più; non avete fatto nulla, perché si riesce a fatica a fare qualche cosa, perché comunque la legge anagrafica non la si può considerare inesistente, ed è un riferimento ineliminabile oggi, e io credo che oltre tutto per tutti i servizi che si rivolgono alla famiglia nella sua integralità, che comprende anche i bambini, che comprende anche gli anziani, (il collega Foschini non può ignorare questo, come sembrava fare prima) non si può evitare il discorso della convivenza reale. Non dimentichiamoci colleghi che anche la fiscalità nazionale, che è il risultato di Governi di vario colore che si sono succeduti nel nostro paese, è una fiscalità che guarda ancora oggi al reddito individuale. Scusate il calore che metto, ma corrisponde a quello che avete messo anche tutti voi, dico questo per sfidarci tutti, non per sfidare i colleghi del centro destra, a fare dei passi avanti in questa direzione, ma i passi avanti richiedono una maturazione complessiva che si raggiunge appunto attraverso il confronto, un confronto al quale devo dire il centro destra si è completamente sottratto, perché anche in Commissione i contributi ricevuti sono stati pochi e già allora sono stati contributi fondamentalmente critici, effetto di una pregiudiziale fondamentalmente di tipo ideologico. Il confronto è la base della laicità, un confronto nel quale ciascuno porta la propria ispirazione, ma è capace anche di confrontare i diversi punti di vista in termini di risultati e di proposte, questo il centro destra non lo ha fatto, e lo dico con molta amarezza e con molto rincrescimento, mentre devo dire che il partito democratico ha questo come scommessa e devo dire che in questa occasione ne ha dato prova, secondo me, positivamente. Collega Marri io ho letto il decimo rapporto del CISP del professor Donati, l'ho letto con grande attenzione, ho parlato anche con il professor Donati: il problema di un riconoscimento della famiglia e di attribuire alla famiglia un diritto di cittadinanza esiste, proprio per le responsabilità assunte pubblicamente attraverso la scelta matrimoniale, Donati ne conviene, ma condivide sostanzialmente l'ordine del giorno, perché questo non è un tema da politiche familiari dell'ente locale, l'ente locale fa una grande fatica, per i vincoli normativi che esistono a livello nazionale e regionale, ad attribuire questo diritto di cittadinanza in termini concreti, tuttavia il problema è posto ed è a mio avviso ineludibile, ma deve essere il risultato di un confronto che io mi auguro possa proseguire. Io vorrei avviarmi alla conclusione richiamando ancora una volta, alcuni tra i numerosi indirizzi che l'ordine del giorno elenca rispetto alle politiche familiari, perché questo era davvero l'obiettivo fondamentale e su questo obiettivo non ho trovato differenze né da parte del centro destra e né da parte dei colleghi di maggioranza, ma anche dai colleghi della sinistra radicale, perché si esprime una opinione contraria ad un documento sulla base di una frase che rappresenta comunque una premessa, mentre l'oggetto sono le politiche familiari. Sono indirizzi che si pongono in totale sintonia e sinergia con quanto questo governo ha avviato sia con la finanziaria 2007 che con quella 2008. Sul livello nazionale il documento esprime la necessità di politiche fiscali che tengano conto del reddito e della composizione familiare; va in questa direzione anche la petizione promossa dal Forum delle associazioni familiari, alla quale ho dato la mia adesione, e che richiede un aumento delle deduzioni che tenga conto del reale costo del mantenimento dei soggetti a carico quale tappa di una riforma che preveda anche l'eventuale introduzione del quoziente familiare. L'ordine del giorno chiede poi di proseguire nel coordinamento intersettoriale e interassessorile sulle politiche familiari fin qui esercitato positivamente ed efficacemente dalla Vice Sindaco, chiede di dedicare ogni anno una seduta consiliare di verifica sullo stato delle politiche familiari, chiede di continuare ad applicare l'ISEE con verifiche costanti che eliminino i fenomeni di elusione che penalizzano, questi sì, la famiglia fondata sul matrimonio; sulle tariffe idriche chiede di assecondare e pervenire anche a Bologna all'applicazione di fasce di consumo procapite, c'è poi un discorso importante che l'ordine del giorno accenna soltanto e che come diceva la Presidente Suprani dovrà trovarci impegnati in sede di dibattito sul bilancio in termini di innalzamento dei tetti ISEE, di revisione anche delle facilitazioni che il Comune dà sulla refezione scolastica, sui nidi, in famiglia a tempo pieno, a tempo parziale, con un'attenzione particolare in questo senso alle famiglie, così anche per l'ICI; per la casa ho già detto, ma l'ordine del giorno fa discorsi anche più ampi di quelli semplicemente legati al punteggio in più da dare alle giovani coppie, viene molto valorizzato il lavoro della Consulta comunale delle associazioni familiari chiedendone il parere sui più importanti piani, programmi e progetti che hanno impatto sulla vita delle famiglie dando attuazione alle proposte della Consulta stessa, come il Progetto "una casa possibile", chiede di dare seguito a quanto prevede il nuovo regolamento sulla istituzione e il funzionamento dell'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia del 30 ottobre del 2007, (la Consigliera Castaldini lo ha citato nel suo intervento e lo riprendo anche io), col quale viene attribuito al Comune di Bologna un ruolo importante come una delle due sedi che l'Osservatorio prevederà, ma il Comune di Bologna ha il ruolo di coordinamento di tutti i Comuni e di tutte le Province e quindi in questo senso siamo chiamati a svolgere un ruolo di committenza consapevole, utilizzando le capacità scientifiche esistenti e soprattutto di finalizzare ed utilizzare al meglio le ricerche multidisciplinari che nella dotazione scientifica locale esistono. Il mio ordine del giorno chiede ancora di potenziare il Centro per le famiglie che svolge una funzione essenziale: la Regione di recente ha approvato un accordo con il Dipartimento delle politiche familiari e con ANCI regionale per il cofinanziamento di importanti interventi a sostegno dei Centri per le famiglie ed anche di una sperimentazione sulle agevolazioni tariffarie da dare alle famiglie. Infine, mi avvio davvero a concludere, l'ordine del giorno chiede di attivare la Carta per la famiglia o Family card: a questo punto i tempi sono maturi, si tratta quindi di andare avanti, c'è stato un interessamento positivo da parte dell'Assessore Santandrea, ma io credo che la Giunta debba su questo tema riflettere e fissare alcuni paletti e alcuni indirizzi, chiarendo a quali famiglie ci si rivolge dal punto di vista del numero dei figli presenti, quale debba essere il tetto di reddito da applicare e quindi io credo che una volta che c'è stato questo indirizzo da parte della Giunta si debba andare avanti con energia e con coraggio. Colleghi io mi auguro con questa replica di avere chiarito e dato risposta ai dubbi e agl'interrogativi che sono stati posti dai diversi interventi. Ora io credo che ciascuno assumerà responsabilmente le proprie decisioni di voto rispetto all'ordine del giorno. Io mi auguro che siano decisioni positive e responsabili, mentre mi riservo di dare il mio giudizio in sede di dichiarazione di voto sull'ordine del giorno proposto dal vice Presidente Foschini e cioè sostanzialmente sul testo che io presentai all'inizio. Grazie.
inviato il 22/01/2008 16:23:52