Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 17 - 12 - 2007 ODG SULLE POLITICHE FAMIGLIARI

(ILLUSTRAZIONE)
Grazie, Presidente. Non so se sarà una bella illustrazione, io farò il possibile per dare conto dell'ordine del giorno, con alcune brevi premesse.
Volevo anche ringraziare in particolare la Vicesindaco per la sua presenza, che so che le è costata anche qualche cosa in termini di impegno, anche perché non era certo se avremmo potuto trattare questo ordine del giorno.
Sono anche lieto della presenza del Sindaco naturalmente. La discussione che si avvia oggi in Consiglio conclude un percorso molto intenso e impegnativo sul tema delle politiche familiari, un tema - quello delle politiche familiari e della famiglia - che normalmente viene, io credo anche giustamente, definito e ascritto tra quelli eticamente sensibili, un
tema sul quale si scontrano e si registrano diverse sensibilità,
sensibilità anche profondamente diverse, che sono legate peraltro alla molteplicità delle forme che ormai la famiglia conosce nella nostra società, e diversità di sensibilità che - lo voglio dire - non rispettano rigidamente gli schieramenti politici. D'altro canto io sono convinto - e mi auguro di non essere il solo ad esserlo, anzi, sono certo di non essere il solo - che compito di un Consiglio Comunale, di un'Amministrazione comunale su temi come questo non sia quello di esercitarsi in una semplice enunciazione da parte di ciascuno su quale idea ciascuno di noi ha di famiglia, perché credo che il dibattito da questo punto di vista, seppure può essere culturalmente arricchente, non ci consenta poi di arrivare a dare degli indirizzi all'Amministrazione su questo tema, e credo che questo sia il nostro compito. Quindi io ritengo che noi dobbiamo cercare di confrontarci mettendo in atto una capacità di comunicazione e di ascolto su quelli che sono i valori, su quella che è la nostra concezione di bene comune riferito al tema di cui parliamo, quindi non penso che noi dobbiamo
limitarci unicamente e pragmaticamente alle cose da fare. Dobbiamo
esattamente arrivare a trovare - io mi auguro - delle convergenze sulle cose da fare, sulle politiche, e questo l'ordine del giorno cerca di fare, ma alla luce di un confronto che c'è stato, non di carattere ideologico, ma, appunto, un confronto sui valori e sulla concezione del bene comune che ognuno di noi ha in riferimento al tema di cui parliamo, in questo caso il tema della famiglia. Devo dire che questo si è verificato, secondo me, e io ne sono lieto, questo era tutto sommato anche forse l'obiettivo principale che io mi proponevo, perché, come dicevo, il percorso è stato ampio, abbiamo avuto sei sedute di Commissione, della Commissione delle Elette in congiunta con la Commissione Politiche Sociali dedicata a questo tema, e l'ordine del giorno di partenza che io avevo presentato è certamente diverso da quello che oggi io sottopongo alla discussione del Consiglio. È diverso in quanto ha dovuto tenere conto, credo giustamente, di questa diversità di sensibilità, ma questo ha provocato davvero e ha dato luogo ad un arricchimento del testo e quindi io voglio affermare con molta nettezza che, seppure l'ordine del giorno è diverso da quello di partenza in parte, soprattutto nella prima parte, quella delle premesse, non è poi snaturato rispetto ad allora. Soprattutto le politiche hanno avuto arricchimenti, ma sono rimaste sostanzialmente quelle iniziali. A questo punto io passo rapidamente all'illustrazione del testo, che peraltro è noto. Dopo i riferimenti di legge, che non sono soltanto quello classico e giusto dell'articolo 29 della Costituzione, che fa riferimento alla famiglia fondata sul matrimonio, ma a questo riferimento si aggiungono altri riferimenti normativi che comunque nessuno di noi può permettersi di
dimenticare, che fanno riferimento anche al valore della persona
evidentemente, e ad altri riferimenti che qui trovate citati; ci sono una serie di premesse che sono quelle che hanno costituito, come dicevo, il risultato del confronto sui valori e sulla concezione del bene comune che abbiamo fatto. Di questi io ne richiamerò solo alcuni per brevità. Il
primo: "valutato che sebbene le nuove dinamiche demografiche e sociali abbiano ridisegnato la composizione, i caratteri, l'identità culturale e sociale della famiglia, la dimensione familiare nella molteplicità delle sue forme resta il luogo formale della formazione e della costruzione delle opportunità delle persone", e un po' più avanti: "ritenuto che la promozione della famiglia non debba essere fondata su ragioni di carattere ideologico, ma debba rispecchiare obiettivi di equità sociale ed economica nell'interesse e per il bene comune, infatti donne e uomini, bambini e anziani interagiscono all'interno del nucleo familiare, ciascuno con la propria identità, i propri bisogni e i propri diritti, promuovere la giustizia e la solidarietà tra i generi e le generazioni nelle famiglie è condizione per promuovere...". Vorrei soffermarmi un attimo su un altro riferimento molto breve, ma io ritengo molto denso, anche per come siamo arrivati a questo riferimento. Si dice nell'ordine del giorno: "Ritenuto
che il Comune di Bologna debba valorizzare e sostenere la scelta
matrimoniale, quella genitoriale e quella fondata su progetti di coppia, considerando il valore sociale della responsabilità pubblicamente assunta", questa sintetica affermazione io la vorrei commentare perché a questo si lega in qualche modo anche il periodico emergere di un tema che a me è caro, come i Consiglieri sanno, e che diede luogo quando discutemmo del Regolamento sull'ERP da parte mia ad una proposta, che era quella di attribuzione alle giovani coppie sposate di un punto in più rispetto alle giovani coppie di fatto. Già quello permise un confronto che mise in evidenza le diversità di sensibilità. Ma da allora poi tutta la discussione anche in Commissione porta a questo risultato, che io mi auguro davvero venga apprezzato da tutti, pur nella diversità delle sensibilità. Io sono convinto che l'assunzione di responsabilità pubblicamente assunte debba dare luogo al riconoscimento di diritti particolari anche sul piano delle politiche, ma vorrei sottolineare come sia poi difficile dare seguito a questa affermazione nel momento in cui abbiamo davanti dei provvedimenti concreti da assumere, perché il rischio di cadere dall'attribuzione di diritti a delle forme di discriminazione ingiustificate è molto evidente e molto presente. Tornerò poi più avanti su questo, ma anche gli articoli di stampa di questi giorni sulla Family Card mettono in evidenza il rischio di grossi equivoci a questo riguardo, perché tutte le volte - mi limito a questo riferimento - in cui le politiche tengono conto non soltanto e non tanto della coppia, ma anche della presenza di figli e di bambini, io non
credo davvero che noi non possiamo permetterci di operare delle
differenziazioni nei servizi, nei benefici e nelle provvidenze da
attribuire alla famiglia, al fatto cioè se ci sono dei bambini che sono presenti in una famiglia fondata sul matrimonio oppure no. Allora, io credo che questo tema debba rimanere aperto e debba trovare in ciascuno di noi tutte le volte che ci troviamo davanti a dei provvedimenti di politiche rivolte alla famiglia ad un confronto su questo. Quindi io credo che il tema rimanga aperto. Diventa difficile oggettivamente esprimere delle scelte precise. Non a caso in questo periodo noi abbiamo poi inserito la scelta matrimoniale, ma anche la scelta genitoriale, che è pure una scelta di responsabilità, ma anche quella fondata su progetti di coppia, e io sottolineo il termine "progetti di coppia", che a mio giudizio - poi i Consiglieri che interverranno nel dibattito potranno dire la loro al riguardo - ha una valenza positiva, anche se non si traduce in una scelta matrimoniale, perché corrisponde comunque ad una volontà di stabilità. Un progetto ha comunque una volontà di stabilità e di durata, che è un valore positivo. Quindi io credo che dovremmo cercare tutti, con molta onestà intellettuale, tutte le volte che abbiamo davanti delle scelte di servizi e di provvidenza alla famiglia, di porci davanti a questo tema. Ecco, mi sono dilungato su questo punto perché è certamente uno dei punti più delicati, sui quali però più è facile scendere ad un discorso puramente ideologico e cioè dire: "Io sono per la famiglia fondata sul matrimonio, io sono per la coppia di fatto". Guardate però, colleghi, che se fate un minimo di attenzione vi accorgete tutti che oggi nella nostra situazione, quando parliamo di famiglia in riferimento alle politiche familiari, quello che alla fine conta sempre è il riferimento al Regolamento anagrafico D.P.R.
223 dell'89, ed è sempre così. E quindi io... stavo per dire sfido, ma invito anche i colleghi del centrodestra, che nei giorni scorsi hanno fatto un po' di polemica su questo, a confrontarsi con la realtà e anche con l'esperienza che loro hanno fatto quando erano forza di governo in questa città. Quindi questo è un elemento che è difficile da superare. Spero di essermi spiegato a sufficienza, senza equivoci. Ho a questo riguardo delle opinioni precise, credo di averle espresse, ma responsabilmente credo di dover anche dichiarare con molta franchezza la difficoltà e al limite gli errori nei quali si può incorrere nel tradurre questa - diciamo - valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio, che per me è importantissima evidentemente, immediatamente in scelte di politiche a favore di questa famiglia piuttosto che di altre. Io vado molto in fretta, tra l'altro temo di avere già usato un bel po' del mio tempo, ma spero che i colleghi potranno poi leggere - visto che oggi non concludiamo la discussione - con attenzione l'ordine del giorno. Altri riferimenti si fanno ad esempio, al programma di mandato, che pure su questo tema si
esprime. Vorrei sottolineare il documento che abbiamo esaminato in
Commissione della Consulta delle associazioni familiari intitolato
"Contributi programmatici per una politica della famiglia a Bologna".
Diversi ordini del giorno sono stati allegati al bilancio di previsione
2007 e sono stati approvati da questo Consiglio, che già dicono una serie di cose, che verranno poi riprese, nella parte degli indirizzi. Infine il riferimento conclusivo di questa prima parte di premessa alla Conferenza nazionale sulla famiglia. Devo dire tra l'altro che la scelta di formulare questo ordine del giorno da parte mia nacque proprio anche in riferimento al Family Day che venne vissuto da tutti come un momento certamente importante, ma che rischiava forse di tradursi in un evento con inizio e fine molto brevi, mentre io credo che questo tema meriti di essere affrontato e declinato con continuità. Quindi la Conferenza sulla famiglia:
la Vicesindaco venne a rappresentarci prima e dopo quello che il Comune di Bologna aveva detto in quella sede e che cosa ne era stato tratto, e poi le successive quattro sedute di Commissione. A questo punto una rapida scorsa agli indirizzi che l'ordine del giorno propone. Il primo riguarda le politiche fiscali anche a livello nazionale ed è molto generico perché, anche qui, c'è una grossa ed oggettiva difficoltà. Siamo - credo - tutti convinti che si debba perseguire un'equità tenendo conto non solo del reddito individuale, come oggi avviene nelle nostre politiche fiscali, ma anche del reddito e della composizione famigliare. Quello che è meno chiaro sono la forma e la modalità attraverso cui realizzare questo. Si parla del quoziente familiare, ma c'è anche evidentemente tutto il sistema delle ritenute, degli assegni, quindi questo - io credo - rimane un obiettivo, anche se l'ordine del giorno (non è questo - credo - il compito di un Consiglio Comunale), non si azzarda ad esprimere forme e modalità precise attraverso cui realizzare questa equità. L'ordine del giorno afferma la necessità di un costante coordinamento tra tutti i diversi settori dell'Amministrazione competenti in materia di servizi e prestazioni a favore in via diretta o indiretta della famiglia. Questo coordinamento, credo di poterlo dire con tutta certezza e credo che anche i Consiglieri che hanno partecipato alle sedute di Commissione lo sappiano, è già svolto di fatto dall'Assessore alle politiche sociali e Vicesindaco, e questa è una necessità che - io credo - è importante per questo, come per tutti i temi che hanno una valenza trasversale. L'ordine del giorno chiede anche di dedicare ogni anno una propria seduta ad una verifica del Consiglio, ad una verifica dello stato delle politiche familiari, quindi, certo, un Family Day, ma un Family Day che in qualche modo ci aiuta a fare il punto sulle
politiche familiari, quindi non è soltanto un confronto a livello
ideologico. In materia di ICI l'ordine del giorno è stato modificato, perché tiene anche conto delle ultime formulazioni della Finanziaria in materia e quindi certamente c'è stato uno sgravio a livello nazionale. Io ritengo che si debba ancora fare uno sforzo per una modifica eventuale dell'articolo 5 del nostro Regolamento comunale, che già prevede delle detrazioni di imposta a favore delle famiglie nelle quali sono presenti due figli minori, con un certo reddito pro-capite individuato. Credo che sia ormai tempo che questo reddito venga un po' alzato e che forse anche le detrazioni possano essere aumentate da questo punto di vista. Ci sono una serie di proposte sull'ISEE, che certamente è uno strumento che va nella direzione del tenere conto della composizione della famiglia, ma occorre intervenire a livello nazionale... Io chiedo il permesso di poter andare ancora avanti per qualche minuto, Presidente, se posso, se no cerco di chiudere in fretta...

Comunque i Consiglieri credo potranno leggere queste proposte che sono numerose. A me ha dato anche un po' fastidio che in questi giorni, forse per un equivoco, si sia parlato di un ordine del giorno sulla Family Card.
Cioè, la Family Card è citata nel documento verso la fine molto
rapidamente. È un provvedimento certamente utile, io colgo l'occasione anche qui per dire che non è invenzione mia, certamente fu la consigliera Castaldini l'anno scorso nella discussione di bilancio che propose questa iniziativa, che allora non venne accolta, forse non c'erano nemmeno le condizioni operative. A questo punto la cosa va avanti, anche perché la
Finanziaria stessa la prevede. Abbiamo già domani una riunione
organizzativa a cui anche la consigliera Castaldini è stata invitata. Ma a questo punto, voglio dire, l'ordine del giorno (se i Consiglieri avranno la pazienza di esaminarlo con attenzione), pone anche tutta un'altra serie di richieste. Concludo allora con altri due riferimenti rapidi tra questi indirizzi. Un riferimento positivo alle proposte che la Consulta delle Associazioni Familiari ha fatto: non tutte le Consulte, da quello che abbiamo visto come Consiglieri, hanno una vitalità; questa certamente ce l'ha e credo che questa vitalità vada valorizzata consultando davvero questo organismo. L'Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, un accenno anche a questo: sappiamo che ci sono a livello del Ministero della Famiglia intenzioni di riorganizzare l'Osservatorio, che fino ad oggi ha avuto nel Comune di Bologna una sede privilegiata. Io credo che l'Amministrazione debba fare di tutto perché questa centralità bolognese, che si avvale anche di studiosi di valore, come il professor Donati, non la perdiamo, quindi mi
auguro che l'Amministrazione faccia di tutto in questa direzione.
L'ultimissimo riferimento davvero è, ma ultimo non per importanza, al Centro per le Famiglie, che in questa città vive già da diversi anni, che ha svolto un'opera meritoria e del quale io credo deve essere sempre più considerata la necessità di un potenziamento. Nell'ordine del giorno poi si fanno anche alcuni riferimenti specifici. Io ringrazio per l'attenzione e sono d'accordo, se anche i colleghi sono d'accordo, che possiamo quindi sospendere a questo punto la discussione. Sono lieto se questo darà la possibilità di quegli approfondimenti dei quali questo tema - credo - ha bisogno. Grazie

inviato il 09/01/2008 19:09:55

©2008 www.stranigiorni.com