Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 28 - 5 - 07 INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA SU: DEVASTAZIONE DELLA CASA DEGLI SCOUT DI MOLINAZZO|

Grazie,  Presidente.  Nella notte tra sabato 19 e domenica 20 maggio scorsi
un  migliaio  di  persone  provenienti  da  varie  parti  d'Italia  e anche
dall'estero  si  sono date appuntamento per un illegal rave presso una casa
situata  a  Molinazzo,  tra  Monzuno  e  Loiano, lungo la strada Fondovalle
Savena,  che  da  tanti  anni  gli  scout  bolognesi utilizzano per le loro
attività. Il portone d'ingresso è stato forzato, le suppellettili distrutte
o  rubate,  i  muri imbrattati, le stanze riempite di rifiuti, escrementi e
siringhe;  anche  i  prati circostanti la casa sono stati invasi, devastati
dai  camion  sound  system.  Se  ho  ritenuto  giusto  portare questo fatto
all'attenzione  del  Consiglio  Comunale  non  è  soltanto  per  la gravità
oggettiva  di  quanto  è accaduto. Si è trattato di una violenza esercitata
non  direttamente  su delle persone, ma sulle cose e sull'ambiente naturale
che  donne  e  uomini  di  tante  età  hanno costruito e utilizzato e hanno
vissuto  non in privato, ma collettivamente, in spirito di gioioso servizio
reciproco  e  di amore e rispetto per la natura. È proprio questo l'aspetto
che  rende  l'accaduto  non  secondario  e  degno  di  riflessione,  il suo
carattere emblematico e simbolico. Io non so se la scelta di organizzare il
rave  in  quel  luogo sia stata mirata. Quest'anno ricorre il centenario di
fondazione  dello  scoutismo  e proprio nei giorni scorsi si sono succedute
alcune  iniziative  per  fare  memoria  di  questa  ricorrenza,  iniziative
culminate  nella  dedicazione del Giardino della Funivia al fondatore dello
scoutismo  e  a  sua  moglie.  È certo che, al di là delle intenzioni, si è
trattato  di  un  gesto che dimostra da parte di chi l'ha compiuto non solo
totale  mancanza  di  rispetto  per  le  cose  altrui, ma anche un'assoluta
incapacità  di  passare  il  proprio  tempo  libero  in  modo piacevolmente
consapevole,  sereno  e responsabile, mantenendo un pieno controllo di sé e
mettendosi  in  relazione positiva con gli altri. È la cultura dello sballo
portata  alle  sue  estreme conseguenze, che ha purtroppo anche altre e non
isolate manifestazioni nella nostra città. Penso, ad esempio, alla violenza
negli stadi o alle trasgressioni del sabato sera. Tutto ciò segnala in modo
drammatico  un  pesante  deficit  educativo.  Ed  è  qui  che  sta  il dato
tristemente    paradossale:   si   è   colpita   un'associazione   che   fa
dell'educazione  e  del  rispetto  dell'altro  innanzitutto, ma anche delle
cose,  dell'ambiente  e  degli animali, considerati un patrimonio comune da
fruire, ma non da sfruttare o danneggiare, la propria ragione di essere. Io
sono  certo  che questo fatto sia giudicato negativamente, senza se e senza
ma, da parte di tutte le forze politiche rappresentate in questo Consiglio,
così  come  sono sicuro di interpretare il pensiero di tutti nell'esprimere
la  nostra  solidarietà  agli  scout bolognesi, ma mi auguro anche che esso
serva  a richiamare l'attenzione generale delle famiglie, delle istituzioni
e  di  tutte  le  agenzie  educative,  scolastiche  e associative, civili e
religiose,  sull'importanza strategica dell'impegno educativo, che richiede
risorse,  capacità,  ma  anche  tempo di vita da dedicare ad esse, e i capi
scout  questo  lo  sanno  molto bene; un impegno nel quale i genitori vanno
certamente  sostenuti  e  aiutati,  ma  di  cui  essi  stessi  sono i primi
responsabili,  senza  possibilità  di  delega.  E se l'educazione fallisce,
d'altro canto, diviene inevitabile la repressione - questo vale in famiglia
e  nella società - per garantirne l'ordinato sviluppo. Per tornare al fatto
dal  quale ho preso le mosse, potrà essere opportuno fornire anche un aiuto
materiale  agli  scout  per il ripristino della casa di Molinazzo, affinché
possa  essere  al  più  presto restituita alla sua funzione di strumento al
servizio  dell'educazione.  Sono certo che esso non mancherà da parte delle
istituzioni  bolognesi,  ma so per esperienza che gli scout sono abituati a
cavarsela da soli nelle difficoltà, sorridendo e cantando, come ricordavano
Pupi Avati e Paolo Giuntella l'altra sera all'Oratorio dei Filippini. Certo
sarebbe  bello,  anche se utopico, ma è bello poter sognare talvolta, che i
partecipanti  bolognesi  al  rave  si  unissero  agli  scout  nell'opera di
ripristino.  Sarebbe più che un doveroso risarcimento, sarebbe un risultato
rieducativo straordinario. Grazie.

inviato il 03/06/2007 17:11:06

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