Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 11 - 04 - 07 ORDINI DEL GIORNO SU PIAZZA VERDI

Grazie,   Presidente.   Sì,   il   mio   intervento  riguarderà,  sia  pure
sommariamente, tutti e tre gli ordini del giorno che sono stati presentati,
perché  hanno  certamente  un  legame;  è  vero  per quello che riguarda il
secondo  degli  ordini  del  giorno, quello che ha presentato il Presidente
Naldi,  che  ha una caratteristica certamente diversa dagli altri due, cioè
riguarda  un  tema  specifico  e  particolare,  ma è un tema che ha una sua
rilevanza  rispetto  a quello che accade in piazza Verdi e dintorni. Quindi
io  su  questo  ordine del giorno non ho molto da aggiungere a quello che è
stato detto, se non specificare appunto che non è secondario rispetto, alla
vivibilità  di  quella  zona  il  fatto  che  i  cambi d'uso delle attività
commerciali  non  siano governati, cioè non siano indirizzati a favore e al
servizio di una vivibilità della zona, che non è allo stesso modo pensabile
indifferentemente  dalle  attività  commerciali stesse. Quindi l'ordine del
giorno    questo    dice,    rinvia    ai    prossimi    atti   urbanistici
dell'Amministrazione,  in  particolare  al  nuovo  Regolamento edilizio, il
farsi  carico di questa capacità di governo, che dovrà avere a monte - come
l'ordine  del  giorno  dice - anche una certa analisi, comunque, per capire
quali sono le attività che ha senso che in quella zona si insedino e quelle
che,  viceversa,  vanno  disincentivate. Per il resto, gli altri due ordini
del  giorno  cercano  di  farsi  carico  di una situazione che, non dico da
sempre  ma da tanti anni, vive momenti di difficoltà; esiste in quelle zone
un  qualche  conflitto  tra  le diverse attività e le diverse presenze, tra
fruitori,  in  particolare i giovani, i residenti, i gestori delle attività
commerciali,   le   attività   importanti  che  in  quella  zona  esistono,
l'Università,  il  Teatro  Comunale.  Ora, le vicende che si sono svolte in
quella zona in tutti questi anni hanno dato luogo effettivamente ad episodi
di  tensione,  di  conflittualità e lo sforzo che è stato fatto, certamente
dal  Quartiere San Vitale ma anche dalle istituzioni, fino ad adesso non ha
dato i risultati che tutti noi, credo, avremmo desiderato. Ora, in presenza
di  questa  diversità  di  interessi,  di questa diversità di presenze, c'è
sicuramente  bisogno  di  un  di  più  di  coordinamento,  di  un di più di
concertazione,  di  un di più di comunicazione, di un di più di ascolto. Il
problema  è  dal  punto di vista organizzativo e istituzionale che cosa può
andare  in  questa  direzione.  Ora,  l'ordine  del  giorno  presentato dal
Vicepresidente  Foschini, se è rimasto quello che era all'inizio, perché mi
pare  che  nella  sua  presentazione  io  non ho trovato un pieno riscontro
rispetto  al  testo che ho davanti, nella sostanza prevede l'affidamento ai
privati  della  gestione di piazza Verdi e delle zone limitrofe, stanziando
le somme necessarie, eccetera. Ora, io ho dei dubbi che questa possa essere
la  soluzione.  È  chiaro  che  in  città  -  e facciamo sempre riferimento
all'esperienza  della  Montagnola  -  ci  sono  state esperienze certamente
positive  e  che  vanno  tenute  presente,  ma  mi pare che qui ci troviamo
davanti  a  qualche  cosa  di  ben  diverso,  di  ben più ampio, di ben più
complesso.  E  quindi l'affidamento al privato della gestione di un'area di
questo  tipo,  così  ampia  e  così  complessa  e che chiama in causa tante
presenze,  a  me  pare  non  adeguata come richiesta. È certo che i privati
dovranno  avere  degli  affidamenti,  degli  affidamenti anche importanti a
seconda  delle loro capacità e delle loro attitudini, ma non credo si possa
affidare  a  loro  questo compito di gestione, che deve rimanere in capo al
pubblico.  Allora  da  questo  punto  di  vista  l'ordine del giorno che il
collega  Panzacchi ha presentato certamente fa anche tutta una lunga storia
di  prese  di posizione e di atti di indirizzo che il quartiere  San Vitale
in  particolare  ha  assunto,  ma  cita anche ad un certo punto - io vorrei
soffermarmi  un  po'  su  questo  -  uno  strumento,  cioè  il  Progetto di
Valorizzazione  Commerciale,  uno  strumento  anche qui nato per iniziativa
soprattutto  del  quartiere  San  Vitale,  che  ha avuto una vita piuttosto
lunga, che ha conosciuto anche momenti molto numerosi di consultazione e di
discussione  e  che è arrivato alla fine non da molto alla sua approvazione
da parte dell'Amministrazione comunale. Ora, io credo che questo strumento,
che  ha  un  titolo  parziale  se vogliamo, cioè Progetto di Valorizzazione
Commerciale, ma poi è stato aggiunto "e di qualificazione di piazza Verdi e
dintorni",  sia uno strumento che debba essere in tutti i modi, visto anche
il parto lungo che ha avuto, non abbandonato a se stesso e non dimenticato.
Ed  io  credo  che  potrebbe  essere  a  certe  condizioni, che cercherò di
spiegare  ma  che  sono anche inserite nell'ordine del giorno, lo strumento
idoneo proprio a rappresentare quel momento di confronto, di concertazione,
di  ascolto  e  di  coordinamento  di tutte le azioni che in piazza Verdi e
dintorni  debbono  essere  messe  in  campo.  Il Progetto di Valorizzazione
Commerciale  queste  azioni  le  declina,  e  sono  azioni  che  riguardano
certamente   la   qualificazione  dell'offerta  commerciale,  ma  anche  il
coordinamento  dell'offerta culturale, il miglioramento delle condizioni di
mobilità  (leggi ad esempio progetto di pedonalizzazione) gli interventi di
carattere sociale e di supporto alla sicurezza e all'ordine pubblico e alla
qualità urbana dell'area. Se uno va a leggere quali sono le azioni comprese
in  questo  Progetto ne trova certamente molte, non è detto che siano tutte
quelle  necessarie,  ma rappresentano certamente un buon inizio, anche se è
vero  che,  andando  poi  a  vedere  quali  e  quante di queste azioni sono
finanziate,  si  trovano  ancora  dei buchi vuoti. Ma il problema è proprio
questo,  io  credo,  cioè  si  tratta  di  riempire  quei vuoti e si tratta
soprattutto  di  andare  a  definire  anche  una tempistica credibile delle
diverse azioni contenute nel Progetto, tempistica che va coordinata, perché
non  è  indifferente  che  certe  azioni  che  riguardano  il  degrado, che
riguardano la sicurezza e l'ordine pubblico vengano compiute tra sei mesi o
tra  quattro  anni,  evidentemente,  perché sono azioni che in qualche modo
determinano  anche  il  successo  o  l'insuccesso  di  altre  azioni che il
Progetto  contiene.  Quindi,  avviandomi  alla  conclusione,  un  capoverso
specifico  dell'ordine  del  giorno  che ha presentato il collega Panzacchi
chiede proprio l'istituzione di questo Town Center Management, che è questo
organismo  collegiale  di promozione, di coordinamento e di controllo delle
azioni  del  Progetto  di  Valorizzazione  Commerciale,  che non deve avere
soltanto una funzione riferita agli aspetti turistico-commerciali, ma anche
a  tutti  gli  altri e, se non avesse questo, questi aspetti comunque vanno
colmati.   È   chiaro   che   un   problema  così  complesso  richiede  una
responsabilizzazione specifica e quindi l'Amministrazione comunale non deve
soltanto  limitarsi  ad istituire questo sistema di gestione, ma deve anche
individuare  una propria rappresentanza qualificata, sia dal punto di vista
politico  che tecnico, all'interno di questo centro di gestione. Perché poi
è  questa  responsabilità  politica  e  tecnica  che  deve  farsi carico di
promuovere  le  riunioni,  gli  incontri,  e  di fare sì che questo diventi
davvero  il  motore delle diverse iniziative a 360 gradi che in questa zona
sono  da  assumersi,  anche  al  controllo  del successo e del risultato di
queste azioni, perché è chiaro che un monitoraggio da questo punto di vista
va  fatto.  Quindi  io  credo  che  certi  episodi  come quelli che si sono
verificati  anche  di  recente,  cioè  di iniziative che vengono assunte in
quella zona ma che poi trovano l'opposizione o quanto meno sono ignorate da
soggetti,  associazioni,  gruppi  e comitati importanti in quella zona, non
dovrebbe   più  avvenire,  cioè  dovrebbe  esserci  una  conoscenza  e  una
condivisione  a  monte,  di  tutto  quello  che  in quella zona si mette in
cantiere,  quindi  in  qualche  modo anche una collaborazione collegiale al
successo  e  alla  riuscita  delle  iniziative condivise. Ad esempio questo
episodio dell'iniziativa del Teatro Comunale, che poi al momento è ferma ed
è  bloccata  per il parere contrario della Soprintendenza, (non mi soffermo
sulla opportunità o meno - credo inopportunità - di questo parere negativo,
che  rischia  di  essere,  come  spesso i pareri della Soprintendenza sono,
molto  discrezionali  e  scarsamente comprensibili e condivisibili) avrebbe
dovuto o dovrebbe essere comunque condivisa con i diversi soggetti presenti
in  quella  zona,  per  evitare  cioè di essere percepita come qualche cosa
anche  di utile, di interessante, ma che viene catapultato dall'esterno lì,
e  questo  non è positivo. Un altro progetto per esempio che qualche giorno
fa  o  qualche  tempo fa ho letto dalla stampa, quel progetto chiamato In &
Out,  che ha anche una applicazione in quella zona e che non ho trovato, mi
pare,  esplicitamente  tra  le  azioni  declinate  nel  PVC - e vedo che il
Presidente  Adagio  scuote  la  testa, quindi mi dà ragione -, è un limite,
perché  è  chiaro  che  se  poi  abbiamo  un Progetto che ha l'ambizione di
contenere  tutte  le  diverse azioni che a quella zona devono servire e poi
qualcuno  mette  in campo e mette in atto altre azioni anche utili ma al di
fuori del Progetto, credo che non si faccia l'interesse di piazza Verdi ma,
in  definitiva,  della  città,  perché  quella è una zona strategica per la
nostra città. Grazie.
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inviato il 18/04/2007 18:28:48

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