Grazie, Presidente. Sì, il mio intervento riguarderà, sia pure
sommariamente, tutti e tre gli ordini del giorno che sono stati presentati,
perché hanno certamente un legame; è vero per quello che riguarda il
secondo degli ordini del giorno, quello che ha presentato il Presidente
Naldi, che ha una caratteristica certamente diversa dagli altri due, cioè
riguarda un tema specifico e particolare, ma è un tema che ha una sua
rilevanza rispetto a quello che accade in piazza Verdi e dintorni. Quindi
io su questo ordine del giorno non ho molto da aggiungere a quello che è
stato detto, se non specificare appunto che non è secondario rispetto, alla
vivibilità di quella zona il fatto che i cambi d'uso delle attività
commerciali non siano governati, cioè non siano indirizzati a favore e al
servizio di una vivibilità della zona, che non è allo stesso modo pensabile
indifferentemente dalle attività commerciali stesse. Quindi l'ordine del
giorno questo dice, rinvia ai prossimi atti urbanistici
dell'Amministrazione, in particolare al nuovo Regolamento edilizio, il
farsi carico di questa capacità di governo, che dovrà avere a monte - come
l'ordine del giorno dice - anche una certa analisi, comunque, per capire
quali sono le attività che ha senso che in quella zona si insedino e quelle
che, viceversa, vanno disincentivate. Per il resto, gli altri due ordini
del giorno cercano di farsi carico di una situazione che, non dico da
sempre ma da tanti anni, vive momenti di difficoltà; esiste in quelle zone
un qualche conflitto tra le diverse attività e le diverse presenze, tra
fruitori, in particolare i giovani, i residenti, i gestori delle attività
commerciali, le attività importanti che in quella zona esistono,
l'Università, il Teatro Comunale. Ora, le vicende che si sono svolte in
quella zona in tutti questi anni hanno dato luogo effettivamente ad episodi
di tensione, di conflittualità e lo sforzo che è stato fatto, certamente
dal Quartiere San Vitale ma anche dalle istituzioni, fino ad adesso non ha
dato i risultati che tutti noi, credo, avremmo desiderato. Ora, in presenza
di questa diversità di interessi, di questa diversità di presenze, c'è
sicuramente bisogno di un di più di coordinamento, di un di più di
concertazione, di un di più di comunicazione, di un di più di ascolto. Il
problema è dal punto di vista organizzativo e istituzionale che cosa può
andare in questa direzione. Ora, l'ordine del giorno presentato dal
Vicepresidente Foschini, se è rimasto quello che era all'inizio, perché mi
pare che nella sua presentazione io non ho trovato un pieno riscontro
rispetto al testo che ho davanti, nella sostanza prevede l'affidamento ai
privati della gestione di piazza Verdi e delle zone limitrofe, stanziando
le somme necessarie, eccetera. Ora, io ho dei dubbi che questa possa essere
la soluzione. È chiaro che in città - e facciamo sempre riferimento
all'esperienza della Montagnola - ci sono state esperienze certamente
positive e che vanno tenute presente, ma mi pare che qui ci troviamo
davanti a qualche cosa di ben diverso, di ben più ampio, di ben più
complesso. E quindi l'affidamento al privato della gestione di un'area di
questo tipo, così ampia e così complessa e che chiama in causa tante
presenze, a me pare non adeguata come richiesta. È certo che i privati
dovranno avere degli affidamenti, degli affidamenti anche importanti a
seconda delle loro capacità e delle loro attitudini, ma non credo si possa
affidare a loro questo compito di gestione, che deve rimanere in capo al
pubblico. Allora da questo punto di vista l'ordine del giorno che il
collega Panzacchi ha presentato certamente fa anche tutta una lunga storia
di prese di posizione e di atti di indirizzo che il quartiere San Vitale
in particolare ha assunto, ma cita anche ad un certo punto - io vorrei
soffermarmi un po' su questo - uno strumento, cioè il Progetto di
Valorizzazione Commerciale, uno strumento anche qui nato per iniziativa
soprattutto del quartiere San Vitale, che ha avuto una vita piuttosto
lunga, che ha conosciuto anche momenti molto numerosi di consultazione e di
discussione e che è arrivato alla fine non da molto alla sua approvazione
da parte dell'Amministrazione comunale. Ora, io credo che questo strumento,
che ha un titolo parziale se vogliamo, cioè Progetto di Valorizzazione
Commerciale, ma poi è stato aggiunto "e di qualificazione di piazza Verdi e
dintorni", sia uno strumento che debba essere in tutti i modi, visto anche
il parto lungo che ha avuto, non abbandonato a se stesso e non dimenticato.
Ed io credo che potrebbe essere a certe condizioni, che cercherò di
spiegare ma che sono anche inserite nell'ordine del giorno, lo strumento
idoneo proprio a rappresentare quel momento di confronto, di concertazione,
di ascolto e di coordinamento di tutte le azioni che in piazza Verdi e
dintorni debbono essere messe in campo. Il Progetto di Valorizzazione
Commerciale queste azioni le declina, e sono azioni che riguardano
certamente la qualificazione dell'offerta commerciale, ma anche il
coordinamento dell'offerta culturale, il miglioramento delle condizioni di
mobilità (leggi ad esempio progetto di pedonalizzazione) gli interventi di
carattere sociale e di supporto alla sicurezza e all'ordine pubblico e alla
qualità urbana dell'area. Se uno va a leggere quali sono le azioni comprese
in questo Progetto ne trova certamente molte, non è detto che siano tutte
quelle necessarie, ma rappresentano certamente un buon inizio, anche se è
vero che, andando poi a vedere quali e quante di queste azioni sono
finanziate, si trovano ancora dei buchi vuoti. Ma il problema è proprio
questo, io credo, cioè si tratta di riempire quei vuoti e si tratta
soprattutto di andare a definire anche una tempistica credibile delle
diverse azioni contenute nel Progetto, tempistica che va coordinata, perché
non è indifferente che certe azioni che riguardano il degrado, che
riguardano la sicurezza e l'ordine pubblico vengano compiute tra sei mesi o
tra quattro anni, evidentemente, perché sono azioni che in qualche modo
determinano anche il successo o l'insuccesso di altre azioni che il
Progetto contiene. Quindi, avviandomi alla conclusione, un capoverso
specifico dell'ordine del giorno che ha presentato il collega Panzacchi
chiede proprio l'istituzione di questo Town Center Management, che è questo
organismo collegiale di promozione, di coordinamento e di controllo delle
azioni del Progetto di Valorizzazione Commerciale, che non deve avere
soltanto una funzione riferita agli aspetti turistico-commerciali, ma anche
a tutti gli altri e, se non avesse questo, questi aspetti comunque vanno
colmati. È chiaro che un problema così complesso richiede una
responsabilizzazione specifica e quindi l'Amministrazione comunale non deve
soltanto limitarsi ad istituire questo sistema di gestione, ma deve anche
individuare una propria rappresentanza qualificata, sia dal punto di vista
politico che tecnico, all'interno di questo centro di gestione. Perché poi
è questa responsabilità politica e tecnica che deve farsi carico di
promuovere le riunioni, gli incontri, e di fare sì che questo diventi
davvero il motore delle diverse iniziative a 360 gradi che in questa zona
sono da assumersi, anche al controllo del successo e del risultato di
queste azioni, perché è chiaro che un monitoraggio da questo punto di vista
va fatto. Quindi io credo che certi episodi come quelli che si sono
verificati anche di recente, cioè di iniziative che vengono assunte in
quella zona ma che poi trovano l'opposizione o quanto meno sono ignorate da
soggetti, associazioni, gruppi e comitati importanti in quella zona, non
dovrebbe più avvenire, cioè dovrebbe esserci una conoscenza e una
condivisione a monte, di tutto quello che in quella zona si mette in
cantiere, quindi in qualche modo anche una collaborazione collegiale al
successo e alla riuscita delle iniziative condivise. Ad esempio questo
episodio dell'iniziativa del Teatro Comunale, che poi al momento è ferma ed
è bloccata per il parere contrario della Soprintendenza, (non mi soffermo
sulla opportunità o meno - credo inopportunità - di questo parere negativo,
che rischia di essere, come spesso i pareri della Soprintendenza sono,
molto discrezionali e scarsamente comprensibili e condivisibili) avrebbe
dovuto o dovrebbe essere comunque condivisa con i diversi soggetti presenti
in quella zona, per evitare cioè di essere percepita come qualche cosa
anche di utile, di interessante, ma che viene catapultato dall'esterno lì,
e questo non è positivo. Un altro progetto per esempio che qualche giorno
fa o qualche tempo fa ho letto dalla stampa, quel progetto chiamato In &
Out, che ha anche una applicazione in quella zona e che non ho trovato, mi
pare, esplicitamente tra le azioni declinate nel PVC - e vedo che il
Presidente Adagio scuote la testa, quindi mi dà ragione -, è un limite,
perché è chiaro che se poi abbiamo un Progetto che ha l'ambizione di
contenere tutte le diverse azioni che a quella zona devono servire e poi
qualcuno mette in campo e mette in atto altre azioni anche utili ma al di
fuori del Progetto, credo che non si faccia l'interesse di piazza Verdi ma,
in definitiva, della città, perché quella è una zona strategica per la
nostra città. Grazie.
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inviato il 18/04/2007 18:28:48