Grazie Presidente. Parto dall'ultima considerazione che faceva il collega
Monteventi con cui mi trovo assolutamente d'accordo, nel senso che credo
anch'io che ci troviamo davanti ad un atto di grande rilevanza sociale,
destinato ad avere un impatto importante sulla popolazione, che quindi
merita una grande attenzione. Devo dire che personalmente, e anche come
Gruppo, abbiamo cercato di dedicare a questo atto l'attenzione che
meritava, facilitati in questo senso anche dalle diverse sedute di
Commissione e dal rapporto interattivo che si è stabilito su questo tema
con l'Assessore e con i dirigenti preposti. Devo dire che il giudizio
complessivo su questo regolamento è un giudizio positivo. Mi limito a
sottolineare due aspetti di positività, che sono importanti, ripetendo
probabilmente quello che ha già anche detto il collega Monteventi, ma credo
che non sia inutile farlo. Da un lato il passaggio dal bando pluriennale
alla graduatoria semestrale è certamente un elemento positivo, perché
permette di adeguare con maggiore equità e sollecitudine la risposta
dell'Amministrazione alla domanda sociale che in questa materia è
particolarmente pressante, una domanda peraltro destinata a modificarsi
quasi in tempo reale. In Commissione ci è stato detto con argomenti molto
convincenti come il sistema attuale del bando sia veramente iniquo, perché
non permette di apprezzare modifiche, anche a favore del richiedente, che
si verificano dal momento di uscita del bando a quello successivo, cosa che
viceversa adesso si riuscirà a realizzare. L'altro motivo di soddisfazione,
tra i tanti, è quello che riguarda l'articolo 17, che ha per titolo
"equilibrio sociale delle assegnazioni". Questo è un tema che in
particolare nei quartieri caratterizzati da una presenza più intensa di
edilizia economica popolare è molto sentito perché proprio in questi
quartieri inevitabilmente si realizzano talvolta attorno agli alloggi di
ERP delle concentrazioni di casi sociali, socio - sanitari o problematici
che con le successive assegnazioni spesso vengono ulteriormente aggravati,
con una difficoltà significativa poi da parte dei servizi sociali e della
collettività in genere di farsi carico di queste situazioni. Allora il
fatto che questo articolo 17 preveda una procedura, (peraltro come ho detto
in Commissione e vorrei sottolineare qui, non semplice) che presenta
certamente in termini applicativi degli aspetti di criticità, perché
significa di fatto andare a dare dei giudizi sul livello di problematicità
di certi condomini e quindi valutare anche con una inevitabile
discrezionalità se una nuova assegnazione può utilmente collocarsi in quel
condominio senza creare degli aggravamenti inaccettabili oppure se si può
inserire positivamente. Così come peraltro c'è un altro aspetto di queste
operazioni che vorrei sottolineare ed è il fatto che proprio questo
giudizio di problematicità sui condomini, che adesso non viene dato dai
servizi sociali, ma è un po' presente nella coscienza e nella informazione
talvolta anche distorta dei cittadini, provoca poi da parte di quei
cittadini, che potrebbero dare anche un contributo di riequilibrio
nell'inserimento, una fuga da quei condomini. Quindi riuscire a governare,
questa dinamica è certamente un fatto positivo. Nessuno pretende che da un
giorno all'altro la situazione si capovolga, perché nell'articolo si fa
riferimento a delle figure come i mediatori sociali o a modalità di
accompagnamento sociale, che sono tutte o in parte da costruire, ma la cosa
è importante. Detto questo, io vorrei anche soffermarmi su alcuni aspetti
del regolamento che destano qualche riserva. Sono stati anche richiamati
nella prima seduta di Commissione ed a questi in parte la proposta che oggi
ci viene formulata ha cercato di porre rimedio. Mi riferisco in particolare
al tema dei punteggi, nel senso che nella prima proposta che ci è stata
formulata, i punteggi erano un allegato al regolamento e quindi soggetto ad
approvazione da parte del Consiglio. Fatto notare questo aspetto, a questo
punto si è, in analogia a quello che è capitato con il regolamento dei
nidi, deciso di stralciare i punteggi dal regolamento e di lasciare poi,
come già c'era nel testo, alla Giunta la possibilità di predisporre ed
approvare delle modifiche ai punteggi stessi. Su questo non ci sono, da
parte mia, delle obiezioni; ritengo però che, così come è stato anche in
parte recepito, a questo debba accompagnarsi la possibilità da parte del
Consiglio di fare delle valutazioni sull'applicazione del regolamento che
noi andiamo ad approvare, perché è un regolamento complesso, che come anche
l'Assessore ha detto ha un carattere per certi versi sperimentale e quindi
è del tutto logico che possa subire delle modifiche. Queste modifiche
dovrebbero discendere da una relazione che la Giunta produce con una
periodicità annuale e che però poi possa essere esaminata anche dal
Consiglio. Ora, l'emendamento che è stato inserito all'articolo 3 comma 2
lettera h va in questa direzione. A mio giudizio però il testo sarebbe da
correggere ancora come formulazione, perché oggi recita così: "il settore
competente presenta una relazione annuale...". Ora, a me sembra una
formulazione un po' impropria, nel senso che il settore competente presenta
questa relazione all'Assessore o alla Giunta, dopodiché non si capisce cosa
succede. Mi parrebbe più proprio scrivere non che il settore competente,
(che farà la sua parte) ma piuttosto che la Giunta presenta al Consiglio
una relazione annuale. Perché dico questo? Perché a questo punto, scritta
così, acquista davvero significato l'altro emendamento che è stato
introdotto all'articolo 3 comma 2 lettera h e cioè che la Giunta comunale,
sulla base dei criteri definiti ed in relazione a quanto contenuto nella
relazione annuale, decide di estrarre le due graduatorie speciali. Ma dico
di più: a questo punto dovrebbe essere sempre sulla base di quella
relazione, da presentare al Consiglio, che la Giunta comunale, come dice
l'articolo 6 terzo comma, predispone ed approva le modifiche ai punteggi;
cioè, mi sembra giusto che se lasciamo, come credo sia corretto, alla
Giunta sia il potere di estrarre le due graduatorie per le coppie senza
figli e per i nuclei singoli e di modificare i punteggi che la Giunta
stessa ha il potere di decidere, si lasci però al Consiglio la possibilità
di esaminare una relazione annuale, così com'è previsto. Quindi io
chiederei che da questo punto di vista l'Assessore accettasse questa
correzione che mi pare del tutto congruente anche con quello che è stato
apportato come prima correzione, ma che secondo me va completata, proprio
perché altrimenti, ripeto, il potere decisionale legittimo della Giunta
rimane del tutto svincolato da una possibilità di controllo e di indirizzo
da parte del Consiglio. Quindi io mi auguro che questo possa essere
accettato dall'Assessore, senza necessità di presentare formalmente un
emendamento. C'è un altro punto che a nostro giudizio, parlo a nome del
nostro Gruppo, merita viceversa un ragionamento correttivo. Io preciso che,
nel fare questa proposta, non siamo in alcun modo guidati da ragioni di
carattere ideologico - confessionale, credo che questa precisazione debba
essere fatta sempre anche se, mi auguro che ad un certo punto non ci sia
più bisogno di farla perché è scontato che comunque ragioniamo in termini
di laicità, ma credo che ancora di questo oggi purtroppo ci sia ancora
bisogno. Devo anche dire che questa proposta che mi accingo a fare non
contrasta a mio giudizio in alcun modo con l'orientamento dei partiti
dell'Unione, (così come è sancito nel programma elettorale della coalizione
che sta governando a livello nazionale) della necessità di riconoscimento
di alcuni diritti alle unioni di fatto. Si tratta di una materia complessa,
che attualmente è all'esame del Governo e del Parlamento nazionale e che
peraltro è un tema che in qualche modo nella nostra legislazione regionale
è già per certi aspetti e per certe tematiche risolto, perché la legge
regionale del 2001, che è alla base anche del regolamento che noi stiamo
esaminando, prevede già la possibilità di accesso alla casa pubblica, anche
da parte di coppie conviventi con un minimo di stabilità biennale. La
stessa cosa vale giustamente per i nidi, anche per i figli nati fuori dal
matrimonio, quindi non è questo il tema. Quello che vorremmo sottolineare
con questa proposta di emendamento che mi accingo ad illustrare, riguarda
una serie di ragioni oggettive e soggettive per attribuire il punteggio
alla domanda (e sono poi questi gli aspetti che sostanziano
fondamentalmente il regolamento, perché chi presenta la domanda avendone
titolo ma senza poter godere di alcun punteggio perché non gode di alcuna
condizione di priorità, fa la domanda ma poi non avrà nessuna risposta).
Tra le condizioni soggettive, ne esiste una, quella all'articolo 8, al
primo punto, (coppia di giovane età anagrafica) che recita: "nucleo
familiare che alla data di presentazione della domanda e alla data di
verifica dei requisiti e delle condizioni in sede di assegnazione, sia
composta da coniugi e/o conviventi more uxorio di cui almeno uno dei due
componenti abbia meno di 40 anni e che la somma dell'età anagrafica di
entrambi non superi i 75 anni, il punteggio è aumentato qualora nel nucleo
familiare convivano figli a carico fiscale". Ora, qui siamo nell'ambito non
del riconoscimento di un diritto di fare la domanda e di accedere al
beneficio della casa pubblica, ma siamo nell'ambito di un qualcosa di più,
cioè dell' apprezzamento di una condizione soggettiva di necessità, perché
si ritiene, giustamente io credo, che una coppia giovane con o senza figli
abbia diritto ad avere un certo punteggio. Però io credo che a questo punto
davvero non possiamo dimenticarci di quello che dice la nostra Costituzione
all'articolo 29 e ancor più all'articolo 31, non so se c'è bisogno di
leggerlo perché poi ogni tanto viene richiamato, ma l'articolo 29 è quello
che dice che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società
naturale fondata sul matrimonio e l'articolo 31, ancora più importante,
dice che la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze,
la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con
particolare riguardo alle famiglie numerose. A me pare che noi qui ci
troviamo proprio in una delle pochissime occasioni nelle quali abbiamo la
possibilità, se vogliamo, e io credo che il Consiglio debba volerlo, di
apprezzare questa differenza che esiste tra le famiglie fondate sul
matrimonio e le convivenze more uxorio, come dice il regolamento, ma direi
le unioni di fatto in generale. Io credo cioè che non possiamo davvero, nel
momento in cui apprezziamo questa condizione di necessità, mettere queste
due condizioni sullo stesso piano. Quindi io credo che il punteggio che
deve essere dato a questo criterio, nel caso in cui la coppia sia formata
da coniugi, debba essere superiore. Non c'è bisogno di dire di quanto,
perché non abbiamo come Consiglio questo compito, ma l'emendamento che
presenterò questo chiede. E chiede anche, visto che si parla appunto della
presenza dei figli, che l'apprezzamento della presenza dei figli debba
essere proporzionale a questo numero e non soltanto come adesso è nei
punteggi dire che da tre figli in su c'è lo stesso punteggio. Voglio ancora
argomentare - e mi avvio a concludere - il perché di questa richiesta.
Ripeto, qui siamo nell'ambito di un apprezzamento, di un impegno nei
confronti di chi si sposa, e sottolineo chi si sposa, ovviamente con rito
civile (noi siamo in una città nella quale come sappiamo, ed io non mi
dolgo affatto di questo perché credo che sia importante che chi si sposa in
chiesa lo faccia con convinzione, i matrimoni civili ormai sono il 61% sul
totale). E un altro dato che credo sia importante avere presente, perché
secondo me sta a dirci di come sia importante che la famiglia fondata sul
matrimonio venga sostenuta, nel primo semestre del 2006 - cito dati del
nostro ufficio statistico - c'è stato un calo dell'11% dei matrimoni
rispetto al semestre corrispondente precedente. Qui i casi sono due: o noi
riteniamo da un punto di vista civile, pubblico, del tutto laico, che chi
si sposa, chi va davanti ad un ufficiale di Stato Civile e si sente leggere
certi articoli del diritto di famiglia che chiedono di fatto e che
rappresentano un impegno ad assumersi delle responsabilità che hanno una
rilevanza sociale, pubblica, che deve interessare lo Stato e le istituzioni
pubbliche, non possa non avere da questo punto di vista un riscontro
positivo. Non che agli altri venga negato un diritto, ma è necessario che
qui ci sia un apprezzamento, sia pure simbolico, particolare. Quindi siamo
in un ambito del tutto pubblico. E' evidente che questo non significa che
chi si sposa davanti all'ufficiale di Stato Civile poi certamente
corrisponderà positivamente e con coerenza agli impegni che si è assunto, è
ovvio questo; così come è evidente che in certe convivenze di fatto, quegli
impegni possono ugualmente essere onorati. Ma noi qui dobbiamo fare i conti
con gli impegni pubblici sanciti pubblicamente. E quindi io credo, da
questo punto di vista, che il riconoscimento ci debba essere. E debbo anche
dire, concludendo, che mi pare per le argomentazioni che ho cercato di
portare, che questo tipo di convincimento non dovrebbe essere respinto da
chi - io credo giustamente, ma talvolta anche esageratamente - sottolinea
sempre l'esigenza di, che il pubblico abbia in qualche modo un privilegio,
per cui i servizi devono essere sempre comunque gestiti dal pubblico. Tutte
le volte che ci sono proteste di esternalizzazione sul privato si vede
tutto questo con sospetto. Bene, allora io credo che un'occasione nella
quale veramente si debba corrispondere a impegni e responsabilità assunte
pubblicamente con un di più di diritti garantiti dal pubblico sia proprio
questo. Quindi concludo davvero per dire che l'emendamento che consegnerò
fra un attimo alla Presidenza e che è firmato dai tre Consiglieri del
nostro Gruppo, recita così e riguarda, come dicevo, l'articolo 8 punto
primo, Il testo recita così oggi: il punteggio è aumentato qualora - noi
chiediamo di aggiungere - "la coppia sia composta da coniugi" e il testo
continua - e qualora nel nucleo convivano figli a carico fiscale - noi
chiediamo di aggiungere -" in misura direttamente proporzionale al loro
numero".
Chiedo anche fin d'ora che il testo del regolamento possa essere votato per
parti separate, in particolare su questo articolo, per darci la possibilità
di esprimere un giudizio comunque positivo sul regolamento nel suo
complesso a prescindere da quello che verrà deciso in riferimento a questa
proposta di emendamento che ho presentato. Grazie.
inviato il 21/12/2006 22:30:20