Paolo Natali
Paolo Natali

 

Cons 18 - 12 - 06 NUOVO REGOLAMENTO E.R.P.

Grazie  Presidente.  Parto dall'ultima considerazione che faceva il collega
Monteventi  con  cui  mi trovo assolutamente d'accordo, nel senso che credo
anch'io  che  ci  troviamo  davanti ad un atto di grande rilevanza sociale,
destinato  ad  avere  un  impatto  importante sulla popolazione, che quindi
merita  una  grande  attenzione.  Devo dire che personalmente, e anche come
Gruppo,  abbiamo  cercato  di  dedicare  a  questo  atto  l'attenzione  che
meritava,  facilitati  in  questo  senso  anche  dalle  diverse  sedute  di
Commissione  e  dal  rapporto interattivo che si è stabilito su questo tema
con  l'Assessore  e  con  i  dirigenti  preposti. Devo dire che il giudizio
complessivo  su  questo  regolamento  è  un  giudizio positivo. Mi limito a
sottolineare  due  aspetti  di  positività,  che sono importanti, ripetendo
probabilmente quello che ha già anche detto il collega Monteventi, ma credo
che  non  sia  inutile farlo. Da un lato il passaggio dal bando pluriennale
alla  graduatoria  semestrale  è  certamente  un  elemento positivo, perché
permette  di  adeguare  con  maggiore  equità  e  sollecitudine la risposta
dell'Amministrazione   alla   domanda  sociale  che  in  questa  materia  è
particolarmente  pressante,  una  domanda  peraltro destinata a modificarsi
quasi  in  tempo reale. In Commissione ci è stato detto con argomenti molto
convincenti  come il sistema attuale del bando sia veramente iniquo, perché
non  permette  di apprezzare modifiche, anche a favore del richiedente, che
si verificano dal momento di uscita del bando a quello successivo, cosa che
viceversa adesso si riuscirà a realizzare. L'altro motivo di soddisfazione,
tra  i  tanti,  è  quello  che  riguarda  l'articolo  17, che ha per titolo
"equilibrio   sociale   delle  assegnazioni".  Questo  è  un  tema  che  in
particolare  nei  quartieri  caratterizzati  da una presenza più intensa di
edilizia  economica  popolare  è  molto  sentito  perché  proprio in questi
quartieri  inevitabilmente  si  realizzano talvolta attorno agli alloggi di
ERP  delle  concentrazioni di casi sociali, socio - sanitari o problematici
che  con le successive assegnazioni spesso vengono ulteriormente aggravati,
con  una  difficoltà significativa poi da parte dei servizi sociali e della
collettività  in  genere  di  farsi  carico di queste situazioni. Allora il
fatto che questo articolo 17 preveda una procedura, (peraltro come ho detto
in  Commissione  e  vorrei  sottolineare  qui,  non  semplice) che presenta
certamente  in  termini  applicativi  degli  aspetti  di  criticità, perché
significa  di fatto andare a dare dei giudizi sul livello di problematicità
di   certi   condomini   e   quindi  valutare  anche  con  una  inevitabile
discrezionalità  se una nuova assegnazione può utilmente collocarsi in quel
condominio  senza  creare degli aggravamenti inaccettabili oppure se si può
inserire  positivamente.  Così come peraltro c'è un altro aspetto di queste
operazioni  che  vorrei  sottolineare  ed  è  il  fatto  che proprio questo
giudizio  di  problematicità  sui  condomini, che adesso non viene dato dai
servizi  sociali, ma è un po' presente nella coscienza e nella informazione
talvolta  anche  distorta  dei  cittadini,  provoca  poi  da  parte di quei
cittadini,   che  potrebbero  dare  anche  un  contributo  di  riequilibrio
nell'inserimento,  una fuga da quei condomini. Quindi riuscire a governare,
questa  dinamica è certamente un fatto positivo. Nessuno pretende che da un
giorno  all'altro  la  situazione  si capovolga, perché nell'articolo si fa
riferimento  a  delle  figure  come  i  mediatori  sociali  o a modalità di
accompagnamento sociale, che sono tutte o in parte da costruire, ma la cosa
è  importante.  Detto questo, io vorrei anche soffermarmi su alcuni aspetti
del  regolamento  che  destano qualche riserva. Sono stati anche richiamati
nella prima seduta di Commissione ed a questi in parte la proposta che oggi
ci viene formulata ha cercato di porre rimedio. Mi riferisco in particolare
al  tema  dei  punteggi,  nel senso che nella prima proposta che ci è stata
formulata, i punteggi erano un allegato al regolamento e quindi soggetto ad
approvazione  da parte del Consiglio. Fatto notare questo aspetto, a questo
punto  si  è,  in  analogia  a quello che è capitato con il regolamento dei
nidi,  deciso  di  stralciare i punteggi dal regolamento e di lasciare poi,
come  già  c'era  nel  testo,  alla Giunta la possibilità di predisporre ed
approvare  delle  modifiche  ai  punteggi stessi. Su questo non ci sono, da
parte  mia,  delle  obiezioni; ritengo però che, così come è stato anche in
parte  recepito,  a  questo debba accompagnarsi la possibilità da parte del
Consiglio  di  fare delle valutazioni sull'applicazione del regolamento che
noi andiamo ad approvare, perché è un regolamento complesso, che come anche
l'Assessore  ha detto ha un carattere per certi versi sperimentale e quindi
è  del  tutto  logico  che  possa  subire delle modifiche. Queste modifiche
dovrebbero  discendere  da  una  relazione  che  la  Giunta produce con una
periodicità  annuale  e  che  però  poi  possa  essere  esaminata anche dal
Consiglio.  Ora,  l'emendamento che è stato inserito all'articolo 3 comma 2
lettera  h  va in questa direzione. A mio giudizio però il testo sarebbe da
correggere  ancora  come formulazione, perché oggi recita così: "il settore
competente  presenta  una  relazione  annuale...".  Ora,  a  me  sembra una
formulazione un po' impropria, nel senso che il settore competente presenta
questa relazione all'Assessore o alla Giunta, dopodiché non si capisce cosa
succede.  Mi  parrebbe  più proprio scrivere non che il settore competente,
(che  farà  la  sua parte) ma piuttosto che la Giunta presenta al Consiglio
una  relazione  annuale. Perché dico questo? Perché a questo punto, scritta
così,   acquista  davvero  significato  l'altro  emendamento  che  è  stato
introdotto  all'articolo 3 comma 2 lettera h e cioè che la Giunta comunale,
sulla  base  dei  criteri definiti ed in relazione a quanto contenuto nella
relazione  annuale, decide di estrarre le due graduatorie speciali. Ma dico
di  più:  a  questo  punto  dovrebbe  essere  sempre  sulla  base di quella
relazione,  da  presentare  al Consiglio, che la Giunta comunale, come dice
l'articolo  6  terzo comma, predispone ed approva le modifiche ai punteggi;
cioè,  mi  sembra  giusto  che  se  lasciamo, come credo sia corretto, alla
Giunta  sia  il  potere  di estrarre le due graduatorie per le coppie senza
figli  e  per  i  nuclei  singoli  e di modificare i punteggi che la Giunta
stessa  ha il potere di decidere, si lasci però al Consiglio la possibilità
di  esaminare  una  relazione  annuale,  così  com'è  previsto.  Quindi  io
chiederei  che  da  questo  punto  di  vista  l'Assessore accettasse questa
correzione  che  mi  pare del tutto congruente anche con quello che è stato
apportato  come  prima correzione, ma che secondo me va completata, proprio
perché  altrimenti,  ripeto,  il  potere decisionale legittimo della Giunta
rimane  del tutto svincolato da una possibilità di controllo e di indirizzo
da  parte  del  Consiglio.  Quindi  io  mi  auguro  che questo possa essere
accettato  dall'Assessore,  senza  necessità  di  presentare formalmente un
emendamento.  C'è  un  altro  punto che a nostro giudizio, parlo a nome del
nostro Gruppo, merita viceversa un ragionamento correttivo. Io preciso che,
nel  fare  questa  proposta,  non siamo in alcun modo guidati da ragioni di
carattere  ideologico  - confessionale, credo che questa precisazione debba
essere  fatta  sempre  anche se, mi auguro che ad un certo punto non ci sia
più  bisogno  di farla perché è scontato che comunque ragioniamo in termini
di  laicità,  ma  credo  che  ancora di questo oggi purtroppo ci sia ancora
bisogno.  Devo  anche  dire  che  questa proposta che mi accingo a fare non
contrasta  a  mio  giudizio  in  alcun  modo con l'orientamento dei partiti
dell'Unione, (così come è sancito nel programma elettorale della coalizione
che  sta  governando a livello nazionale) della necessità di riconoscimento
di alcuni diritti alle unioni di fatto. Si tratta di una materia complessa,
che  attualmente  è  all'esame del Governo e del Parlamento nazionale e che
peraltro  è un tema che in qualche modo nella nostra legislazione regionale
è  già  per  certi  aspetti  e per certe tematiche risolto, perché la legge
regionale  del  2001,  che è alla base anche del regolamento che noi stiamo
esaminando, prevede già la possibilità di accesso alla casa pubblica, anche
da  parte  di  coppie  conviventi  con  un minimo di stabilità biennale. La
stessa  cosa  vale giustamente per i nidi, anche per i figli nati fuori dal
matrimonio,  quindi  non è questo il tema. Quello che vorremmo sottolineare
con  questa  proposta di emendamento che mi accingo ad illustrare, riguarda
una  serie  di  ragioni  oggettive e soggettive per attribuire il punteggio
alla   domanda   (e   sono   poi   questi   gli   aspetti  che  sostanziano
fondamentalmente  il  regolamento,  perché chi presenta la domanda avendone
titolo  ma  senza poter godere di alcun punteggio perché non gode di alcuna
condizione  di  priorità,  fa la domanda ma poi non avrà nessuna risposta).
Tra  le  condizioni  soggettive,  ne  esiste una, quella all'articolo 8, al
primo  punto,  (coppia  di  giovane  età  anagrafica)  che  recita: "nucleo
familiare  che  alla  data  di  presentazione  della domanda e alla data di
verifica  dei  requisiti  e  delle  condizioni in sede di assegnazione, sia
composta  da  coniugi  e/o conviventi more uxorio di cui almeno uno dei due
componenti  abbia  meno  di  40  anni e che la somma dell'età anagrafica di
entrambi  non superi i 75 anni, il punteggio è aumentato qualora nel nucleo
familiare convivano figli a carico fiscale". Ora, qui siamo nell'ambito non
del  riconoscimento  di  un  diritto  di  fare  la domanda e di accedere al
beneficio  della casa pubblica, ma siamo nell'ambito di un qualcosa di più,
cioè  dell' apprezzamento di una condizione soggettiva di necessità, perché
si  ritiene, giustamente io credo, che una coppia giovane con o senza figli
abbia diritto ad avere un certo punteggio. Però io credo che a questo punto
davvero non possiamo dimenticarci di quello che dice la nostra Costituzione
all'articolo  29  e  ancor  più  all'articolo  31, non so se c'è bisogno di
leggerlo  perché poi ogni tanto viene richiamato, ma l'articolo 29 è quello
che  dice che la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società
naturale  fondata  sul  matrimonio  e l'articolo 31, ancora più importante,
dice  che  la Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze,
la  formazione  della  famiglia  e  l'adempimento dei compiti relativi, con
particolare  riguardo  alle  famiglie  numerose.  A  me pare che noi qui ci
troviamo  proprio  in una delle pochissime occasioni nelle quali abbiamo la
possibilità,  se  vogliamo,  e  io credo che il Consiglio debba volerlo, di
apprezzare  questa  differenza  che  esiste  tra  le  famiglie  fondate sul
matrimonio  e le convivenze more uxorio, come dice il regolamento, ma direi
le unioni di fatto in generale. Io credo cioè che non possiamo davvero, nel
momento  in  cui apprezziamo questa condizione di necessità, mettere queste
due  condizioni  sullo  stesso  piano. Quindi io credo che il punteggio che
deve  essere  dato a questo criterio, nel caso in cui la coppia sia formata
da  coniugi,  debba  essere  superiore.  Non c'è bisogno di dire di quanto,
perché  non  abbiamo  come  Consiglio  questo compito, ma l'emendamento che
presenterò  questo chiede. E chiede anche, visto che si parla appunto della
presenza  dei  figli,  che  l'apprezzamento  della presenza dei figli debba
essere  proporzionale  a  questo  numero  e  non soltanto come adesso è nei
punteggi dire che da tre figli in su c'è lo stesso punteggio. Voglio ancora
argomentare  -  e  mi  avvio  a concludere - il perché di questa richiesta.
Ripeto,  qui  siamo  nell'ambito  di  un  apprezzamento,  di un impegno nei
confronti  di  chi si sposa, e sottolineo chi si sposa, ovviamente con rito
civile  (noi  siamo  in  una  città nella quale come sappiamo, ed io non mi
dolgo affatto di questo perché credo che sia importante che chi si sposa in
chiesa  lo faccia con convinzione, i matrimoni civili ormai sono il 61% sul
totale).  E  un  altro dato che credo sia importante avere presente, perché
secondo  me  sta a dirci di come sia importante che la famiglia fondata sul
matrimonio  venga  sostenuta,  nel  primo semestre del 2006 - cito dati del
nostro  ufficio  statistico  -  c'è  stato  un  calo dell'11% dei matrimoni
rispetto  al semestre corrispondente precedente. Qui i casi sono due: o noi
riteniamo  da  un punto di vista civile, pubblico, del tutto laico, che chi
si sposa, chi va davanti ad un ufficiale di Stato Civile e si sente leggere
certi  articoli  del  diritto  di  famiglia  che  chiedono  di  fatto e che
rappresentano  un  impegno  ad assumersi delle responsabilità che hanno una
rilevanza sociale, pubblica, che deve interessare lo Stato e le istituzioni
pubbliche,  non  possa  non  avere  da  questo  punto di vista un riscontro
positivo.  Non  che agli altri venga negato un diritto, ma è necessario che
qui  ci sia un apprezzamento, sia pure simbolico, particolare. Quindi siamo
in  un  ambito del tutto pubblico. E' evidente che questo non significa che
chi   si  sposa  davanti  all'ufficiale  di  Stato  Civile  poi  certamente
corrisponderà positivamente e con coerenza agli impegni che si è assunto, è
ovvio questo; così come è evidente che in certe convivenze di fatto, quegli
impegni possono ugualmente essere onorati. Ma noi qui dobbiamo fare i conti
con  gli  impegni  pubblici  sanciti  pubblicamente.  E quindi io credo, da
questo punto di vista, che il riconoscimento ci debba essere. E debbo anche
dire,  concludendo,  che  mi  pare  per le argomentazioni che ho cercato di
portare,  che  questo tipo di convincimento non dovrebbe essere respinto da
chi  -  io credo giustamente, ma talvolta anche esageratamente - sottolinea
sempre  l'esigenza di, che il pubblico abbia in qualche modo un privilegio,
per cui i servizi devono essere sempre comunque gestiti dal pubblico. Tutte
le  volte  che  ci  sono  proteste di esternalizzazione sul privato si vede
tutto  questo  con  sospetto.  Bene, allora io credo che un'occasione nella
quale  veramente  si debba corrispondere a impegni e responsabilità assunte
pubblicamente  con  un di più di diritti garantiti dal pubblico sia proprio
questo.  Quindi  concludo davvero per dire che l'emendamento che consegnerò
fra  un  attimo  alla  Presidenza  e  che è firmato dai tre Consiglieri del
nostro  Gruppo,  recita  così  e  riguarda, come dicevo, l'articolo 8 punto
primo,   Il  testo recita così oggi: il punteggio è aumentato qualora - noi
chiediamo  di  aggiungere  - "la coppia sia composta da coniugi" e il testo
continua  -  e  qualora  nel  nucleo convivano figli a carico fiscale - noi
chiediamo  di  aggiungere  -"  in misura direttamente proporzionale al loro
numero".
Chiedo anche fin d'ora che il testo del regolamento possa essere votato per
parti separate, in particolare su questo articolo, per darci la possibilità
di  esprimere  un  giudizio  comunque  positivo  sul  regolamento  nel  suo
complesso  a prescindere da quello che verrà deciso in riferimento a questa
proposta di emendamento che ho presentato. Grazie.

inviato il 21/12/2006 22:30:20

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