Il risultato delle elezioni politiche ha suscitato in me due stati d’animo: amarezza per la vittoria del centrodestra ed in particolare per il successo della Lega Nord e del MPA in Sicilia, che dà la misura di quanto sia ormai deteriorato il rapporto di molti italiani con la politica, se si è tanto apprezzato una proposta politica impregnata di populismo, di rivendicazione esclusiva ed escludente dei propri diritti, di mancanza di senso dello stato; delusione per la sconfitta del Partito Democratico: mi ero illuso che la coraggiosa scelta di correre da soli e l’efficace campagna elettorale di Veltroni potessero smentire i sondaggi e che il partito nato appena da sei mesi fosse capace d’imporsi, conquistando consensi a sinistra ed al centro.
Purtroppo non è stato così, “non si è potuto fare…..”: resta la soddisfazione, all’interno di un quadro politico segnato, nel centrodestra, da contraddizioni non facilmente superabili, di avere messo in campo un partito vero, plurale ma unito, capace di buoni risultati in tante parti del paese. Tra queste c’è Bologna, dove si è sfiorato il 50 % e dove la Lega non ha sfondato (a S:Donato, nonostante le forti polemiche sulla moschea, non ha raggiunto il 4 %) ed ha avuto un risultato più modesto dell’Italia dei Valori.
Nella nostra città è ormai tempo di guardare alle prossime elezioni amministrative, per le quali si voterà tra poco più di un anno e non si potrà non tenere conto del risultato nazionale e della pesante sconfitta della Sinistra Arcobaleno.
In particolare credo che, rispetto alle elezioni del 2004 s’imponga un cambio di prospettiva.
Gli aspetti sui quali occorre decidere sono sempre tre: il candidato sindaco, la coalizione che lo sostiene ed il programma.
Ma se nel 2004 si è partiti dalla coalizione (l’Unione) a cui era collegato il candidato (Cofferati) designato dalla coalizione stessa, mentre il programma fu il risultato della trattativa condotta dal candidato con i partiti della coalizione, oggi l’ordine di priorità mi pare si debba porre (alla luce del risultato elettorale ed anche delle vicende politico-amministrative locali dei quattro anni trascorsi) in modo diverso.
Assume cioè un significato essenziale il programma, che dovrà essere proposto dal P.D., tenendo conto da un lato delle necessità della nostra città (aggiornando e rivisitando criticamente il programma di mandato 2004-2009, i suoi successi ed i suoi nodi ancora irrisolti), dall’altro della possibilità di alleanze con le forze politicamente contigue, al centro ed a sinistra, in atteggiamento non di autosufficienza ma di disponibilità ad una trattativa che parte comunque da condizioni di forza tali da non dover subire condizionamenti inaccettabili.
In tutto ciò è il P.D.,con i suoi organismi rappresentativi, i suoi circoli, i suoi aderenti e fondatori, fino ai simpatizzanti, che dovrà assumere un ruolo centrale da protagonista, attivando momenti di ascolto e di ampia partecipazione nella elaborazione delle linee programmatiche e, successivamente, nella trattativa e nelle scelte che porteranno a definire il perimetro della coalizione o alla decisione di correre da soli e, infine, alla scelta del candidato sindaco, da individuare col metodo delle primarie tra chi, conseguentemente, avrà manifestato la sua disponibilità.
Insomma, credo che il programma questa volta sia l’elemento centrale che condizionerà la decisione di dare vita o meno ad una coalizione e, quindi, la scelta del candidato sindaco.
Vorrei concludere queste note con un commento su due atti del “teatrino della politica” messi in scena in questi giorni nella nostra città.
Il primo ha per tema il CIVIS: devo dire che provo una certa rabbia quando gli esponenti del centrodestra assecondano e cavalcano le proteste dei cittadini, trascurando disinvoltamente il fatto che il CIVIS è stato progettato e deciso da loro stessi quando governavano Bologna ed ha subito da allora soltanto alcune modifiche di tracciato (non percorre più via Emilia Ponente fino a Borgo Panigale) ma produrrà sostanzialmente il medesimo impatto sulla città sia per quanto riguarda la cantierizzazione che l’esercizio (per non parlare dei benefici e dei vantaggi).
Il secondo riguarda il progetto dell’Assessore Mancuso per favorire la presenza nel quartiere Borgo Panigale e nella zona universitaria di cittadini e studenti con compiti di controllo del territorio e di tempestiva segnalazione di episodi che minacciano la sicurezza: nulla di più e nulla di meno di uno sviluppo del progetto “Assistenti civici” iniziato dalla giunta Guazzaloca e che il programma di mandato della giunta Cofferati ha confermato, secondo una positiva logica di continuità amministrativa. Anche qui gli esponenti del centrodestra, invece di rallegrarsi e di dare atto di una decisione lodevole, si sforzano di minimizzare la cosa, mentre la sinistra critica, da parte sua, denigra l’iniziativa parlando impropriamente di “ronde”, quasi che avessimo a che fare non con cittadini attivi e responsabili ma con giustizieri della notte.
Commento: è lecito sperare ancora nel nostro paese e nella nostra città, in una politica capace di giudicare i fatti e di prendere posizione nel merito dei progetti, senza farsi condizionare più del necessario da pregiudiziali ideologiche o faziose (cioè “di fazione”)?
inviato il 27/04/2008 18:54:09