Paolo Natali
Paolo Natali

 

Aprile 2007

Il fatto politico di maggiore rilievo di questo mese di aprile è rappresentato, a mio giudizio, dai Congressi nazionali dei D.S. e della Margherita, svoltisi pressoché contemporaneamente, che hanno espresso la volontà di dare vita insieme al nuovo Partito Democratico ed hanno deciso di procedere risolutamente in questa direzione, cercando di coinvolgere il numero più ampio possibile di cittadini, forze organizzate e movimenti del nostro paese, che si potranno riconoscere in questo progetto.


La prima tappa del percorso sarà l’Assemblea Costituente del P.D., già indetta per il 16 Ottobre 2007, a due anni dalla data delle Primarie che, nel 2005, indicarono con grande partecipazione popolare Romano Prodi quale candidato dell’Unione alle elezioni politiche dell’anno successivo.


Dopo certezze e dubbi, fughe in avanti e marce indietro, slanci e titubanze, finalmente i due Congressi sono stati la premessa piena di entusiasmo di una fusione “calda”, anche se le difficoltà non mancheranno, a partire dai prossimi giorni.


E tuttavia sono convinto che si sia messo in moto un processo ormai inarrestabile, del quale il paese ha bisogno ed al quale intendo dare il mio contributo.


Ciò che mi convince maggiormente della necessità del P.D. è, come ha sottolineato Rutelli, la carica e la volontà unitaria ed aggregativa che lo caratterizza, in una situazione segnata ogni giorno di più dalle divisioni identitarie, dalle scissioni, dalle parcellizzazioni che portano con sé ostacoli a quella convergenza e coesione di cui la politica ha bisogno per garantire la governabilità.


Ora si tratta, ritengo, di avviare subito, sotto il coordinamento e l’impulso del Tavolo dell’Ulivo, un lavoro di confronto su tre livelli: territoriale (Quartieri e Comuni), istituzionale e di settore (come da tempo esiste per l’Ambiente), che serva soprattutto a costruire le premesse di una elezione consapevole, ampia e partecipata dell’Assemblea costituente. A tale scopo si tratta di promuovere incontri ed iniziative, per ciascuno dei tre ambiti, mettendo insieme iscritti e militanti dei partiti fondatori ed esponenti della società civile impegnati ed interessati al processo, per favorire una conoscenza ed una fiducia reciproca che nascerà dalla comunicazione e dall’ascolto dei rispettivi punti di vista sul futuro più che dal racconto delle proprie storie passate.


Per quanto riguarda il livello istituzionale ad esempio (e mi riferisco in particolare ai gruppi consiliari in Comune) credo che prima di arrivare al gruppo unico tra D.S., Riformisti per Bologna-Margherita ed “Ecodem” (Celli), e proprio per giungere a tale risultato nel modo più efficace, si dovranno concordare e mettere in atto forme di collaborazione strutturata quali ad esempio: contatti regolari tra i capigruppo, incontri periodici tra i gruppi (come già avviene in Provincia), intese per interventi concordati e per dichiarazioni di voto comuni.


Se mi si passa il paragone (non del tutto appropriato visto che non sono solo due i soggetti coinvolti) quello che ci aspetta è un periodo di…….fidanzamento: abbiamo deciso di unirci perché riteniamo che ce ne siano tutte le motivazioni ed i presupposti di affinità, ma essendo diversi (di una diversità che passa anche al nostro interno) abbiamo bisogno di un periodo non di prova ma di conoscenza, animato e sostenuto da una ferma volontà di stare insieme e di unire le nostre storie passate, convinti che questo arricchirà noi ed il paese.


 


Paolo

inviato il 01/05/2007 08:12:42

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