Paolo Natali
Paolo Natali

 

Dicembre 2006

Il mio commento mensile alle vicende politico- amministrative è dedicato interamente al dibattito ed all’approvazione da parte del Consiglio comunale del Regolamento per l’assegnazione e la gestione degli alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica (E.R.P.), non solo per la sua importanza ma anche per le polemiche che l’hanno accompagnato e per il ruolo che ho avuto in esse.


Trovate nella sezione “interventi” il testo dei miei tre interventi in sede di dibattito. Consiglierei di consultarli a chi è interessato e ne ha il tempo.


Cercherò comunque di riassumere nel seguito gli aspetti essenziali della questione.


Innanzitutto rivendico al gruppo consiliare della Margherita, ed al sottoscritto, il merito di avere posto, da solo e per la prima volta, all’attenzione del Consiglio comunale e della città, non artificiosamente ed in astratto, ma in relazione ad un importante atto amministrativo del Comune, il tema della non equiparazione tra unioni di fatto e matrimonio.


L’emendamento al Regolamento che ho presentato chiedeva infatti che il punteggio assegnato alle giovani coppie venisse maggiorato nel caso dei coniugi, rispetto ai conviventi.


Le motivazioni addotte a sostegno di questa proposta (come potete leggere dall’intervento in aula del 18 dicembre) erano rigorosamente laiche, e non ideologiche o confessionali, e si riferivano al riconoscimento costituzionale della famiglia fondata sul matrimonio (artt.29 e 31) ed alla convinzione che a responsabilità, impegni e doveri socialmente rilevanti e pubblicamente assunti da chi si sposa, possa corrispondere, in certi casi, l’attribuzione di qualche diritto in più, anche a titolo di promozione di un istituto come il matrimonio che riscuote sempre minori adesioni e consensi.


Ciò non significa, si badi bene, negare la possibilità che anche a chi sceglie, del tutto liberamente, la semplice convivenza, debbano essere negati alcuni diritti: l’accesso all’edilizia pubblica ed altre provvidenze sono già garantite a livello regionale, gli asili nido sono aperti senza discriminazione a figli di coppie conviventi (che addirittura erano paradossalmente avvantaggiate, prima delle modifiche introdotte, anche su sollecitazione della Margherita, nel nuovo regolamento), altri diritti potranno essere riconosciuti a livello nazionale (il dibattito è aperto e dovrebbe trovare qualche conclusione entro gennaio). Ma questo non significa che si possa andare a poco a poco ad una totale equiparazione, sul piano dei diritti e delle garanzie, tra coppie di fatto e coppie sposate.


Tornando al Regolamento E.R.P. devo anche dire che il nostro gruppo si è fortemente impegnato nel migliorare un testo già buono, presentando altri emendamenti tutti recepiti dal Consiglio, uno dei quali prevede punteggi aggiuntivi per la presenza nel nucleo di figli, in misura proporzionale al loro numero, anche se superiore a tre: sono queste le ragioni che ci hanno indotto ad approvare il Regolamento.


Circa l’emendamento che ha suscitato le maggiori polemiche, quando abbiamo verificato la contrarietà e l’opposizione ad esso da parte dell’Assessore Merola e dell’intera maggioranza (oltre a qualche sporadica adesione di singoli esponenti della minoranza) la scelta che avevamo di fronte era tra confermare l’emendamento, andando ad un voto che avrebbe prodotto la sua sicura bocciatura ed inefficacia, aggravando una situazione di tensione politica all’interno della maggioranza stessa (dovuta a cause su cui mi soffermerò in seguito) e rendendo anche più difficile (proprio in ragione di questa divisione e radicalizzazione) proseguire nel confronto sul principio che noi abbiamo inteso affermare, oppure ritirare l’emendamento (pur riaffermandone la fondatezza e la validità – non c’è stata alcuna incertezza o timidezza nelle nostre dichiarazioni) richiedendo ed ottenendo da parte del gruppo dei D.S. il riconoscimento della rilevanza del tema posto e l’impegno a riprendere il confronto sia sul piano culturale che su quello politico-amministrativo.


E’ stata una scelta giusta ?


Ciascuno può esprimere il proprio giudizio.


Abbiamo privilegiato una testimonianza affidata ad una paziente determinazione (scontando anche le prevedibili irrisioni critiche) perchè crediamo nella giustezza del principio che affermiamo ed abbiamo fiducia (trattandosi di ragioni laiche ispirate al bene comune) che un clima di fiducia sia il più adatto a comunicare le nostre ragioni all’interno della coalizione plurale nella quale continuiamo a riconoscerci e che appare oggi assai refrattaria ad esse: insomma è da questa parte dello schieramento bipolare che oggi c’è bisogno di affermare e testimoniare, laicamente, certi valori. Questo è il compito, arduo e impopolare ma necessario, che ci siamo assegnati.


Agli amici del centrodestra, soprattutto a quelli che ci hanno accusato di essere conigli incapaci perfino di ruggire, chiediamo sommessamente dov’ erano durante il precedente mandato amministrativo (in maggioranza quindi) quando venne approvato un Regolamento che non faceva alcuna distinzione tra conviventi e coniugi..........


 


Qualche parola debbo onestamente spendere sul clima nel quale si è giocata la vicenda del Regolamento.


Se questo clima, nei giorni che hanno preceduto la discussione, fosse stato più sereno, credo che avremmo potuto mantenere l’emendamento, esponendolo ad una bocciatura certa, certificando formalmente, ma senza drammi, differenze di sensibilità anche profonde.


Purtroppo nei giorni precedenti si erano verificati diversi episodi, anche di significato e rilievo molto diverso tra loro, che avevano contribuito a riscaldare l’atmosfera politica, in particolare tra Margherita e Sindaco (e, conseguentemente, D.S.). Mi riferisco nell’ordine, alla nostra iniziativa del 12 dicembre sul metà mandato che ha messo il partito sotto i riflettori in atteggiamento di stimolo e d’impulso dell’azione di governo locale, alle valutazioni  (a mio avviso fuori luogo ed inopportune) sul presepe di Wolfango, alle critiche sul rinvio a febbraio dell’approvazione del bilancio.


Si era insomma creato un clima di tensione che, ulteriormente aggravato dal voto sul nostro emendamento, avrebbe potuto provocare reazioni sbagliate ma laceranti nella maggioranza e nella Giunta.


Ha prevalso in noi un senso di responsabilità e  di prudenza forse eccessivo ma che ha mostrato fino a che punto il nostro gruppo consiliare consideri importante il rapporto di lealtà entro la maggioranza e con la Giunta.


E’ auspicabile che a ciò corrisponda uno spirito ed una volontà di confronto preventivo entro la maggioranza e tra la Giunta e la maggioranza che la sostiene, di cui fino ad ora si sono avuti in verità pochi esempi.


 


Infine alcune considerazioni sulle reazioni prodotte dalla nostra iniziativa e dalle nostre scelte.


I gruppi di minoranza, in generale, hanno avuto, durante il dibattito consiliare, un atteggiamento tutto sommato responsabile. Certo le critiche non sono mancate, in qualche caso anche con toni irrisori e sprezzanti, ma questo purtroppo fa parte ormai della consuetudine politica, a tutti i livelli.


La stampa ed i mezzi d’informazione hanno dato conto della vicenda rimanendo in superficie e senza informare circa le ragioni che erano alla base della nostra proposta e che ho cercato di illustrare in precedenza. Questo ha prodotto anche risultati paradossali, per cui sembrava che fosse la Margherita che con il suo comportamento aveva reso possibile l’equiparazione di coppie sposate e conviventi……


Si sono lette anche dichiarazioni di esponenti (per la verità scarsamente autorevoli) della Margherita che si segnalano da sempre per interventi improntati a livore e volontà di dividere anziché di unire.


Ciò che tuttavia mi ha colpito più sfavorevolmente è stata la reazione di alcuni laicisti che hanno liquidato il tutto attribuendoci la patente di cattolici pedissequamente allineati alla Curia ed al Vaticano, dimostrando così di non avere compreso (o, forse, di non aver voluto comprendere) il significato e le motivazioni laiche da noi sostenute, con le quali si può certo essere in disaccordo ma che andrebbero contestate nel merito.


 


Al di là di una certa amarezza per la conclusione della vicenda, rimane la convinzione, che m’ incoraggia a proseguire nell’impegno, che tutto non sia stato inutile.


 


Paolo


 


 

inviato il 23/12/2006 15:29:17

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