Paolo Natali
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SCUOLA SACRO CUORE

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Emilia-Romagna Tipo:
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(ER) SCUOLA BOLOGNA. SACRO CUORE, GENITORI CHIEDONO AIUTO AL PAPA
RESTA UNO SPIRAGLIO URBANISTICO; MA LE SUORE: DOBBIAMO VENDERE

(DIRE) Bologna, 26 feb. - Mentre genitori e docenti del Sacro Cuore di via Orfeo, a Bologna, scrivono addirittura a papa Benedetto XVI perche' la loro scuola resti aperta, il Comune di Bologna lascia aperto uno spiraglio dal punto di vista urbanistico. E studia la possibilita' di un vincolo da apporre all'edificio. Il caso dell'Istituto delle figlie del Sacro Cuore di Gesu', in procinto di chiudere dal giugno 2010, e' arrivato questa mattina sul tavolo della commissione Scuola di Palazzo D'Accursio. Maurizio Sobrero, a nome dei genitori degli alunni, ha chiesto al Comune di intervenire per "preservare il bene pubblico: sarebbe grave se non si trovasse una soluzione. I genitori e il corpo docente sono compatti nel desiderio di salvare la scuola e lo dimostra il fatto che tutte le classi per l'anno prossimo, a parte la prima elementare, sono state formate, nonostante dal 2010 non si fara' piu' scuola".
L'edificio di via Orfeo e' stato messo in vendita dalle Figlie del Sacro Cuore di Gesu' per motivi economici. E anche oggi le suore (che domani incontreranno l'arcivescovo di Bologna, il cardinale Carlo Caffarra) hanno ribadito che a questo punto passi indietro e' difficile farne. Oltretutto, e' arrivato dal Vaticano il nulla osta alla vendita anche dalla Congregazione per gli istituti della vita consacrata. "Noi non siamo in contraddizione con chi vuole salvare la scuola", precisa suor Deodata, in rappresentanza della superiora dell'ordine, ma lascia intendere che l'unica strada al momento e' "trovare un'altra sede per la scuola". Le suore si sono infatti impegnate a vendere a un acquirente di Padova firmando un contratto preliminare. Qui pero' nascono tutte le perplessita' di genitori e docenti, in un circolo di contratti e cause legali che fa pensare ai sostenitori del Sacro Cuore di essere di fronte a una speculazione da parte del compratore.(SEGUE)


(DIRE) Bologna, 26 feb. - L'accordo con le suore prevedeva di lasciare per cinque anni in comodato gratuito, e per altri cinque anni in affitto, una parte dell'edificio di mille metri quadrati per la scuola. Troppo poco per ospitare gli attuali 250 bambini.
Il contratto preliminare (firmato il 31 dicembre 2007) e' pero' decaduto dopo sei mesi (luglio 2008) per la mancanza del nulla osta della Soprintendenza. Le suore hanno pero' espresso la volonta' di vendere allo stesso acquirente, chiedendo pero' nel nuovo contratto uno spazio per la scuola di 2.500 metri quadrati piu' gli spazi esterni. Essendo circa il 60% dell'edificio, il compratore ha rifiutato la proposta e anzi ha fatto causa, presso il Tribunale di Padova, contro la sospensione del primo contratto. A quel punto le suore hanno raggiunto un nuovo accordo in via privata, che le costringe pero' a lasciare l'edificio entro il giugno 2010.
"Siamo state obbligate a fare questo passo- spiega suor Deodata- per la situazione economica pesante in cui versa l'istituto". Dal canto suo, l'assessore all'Urbanistica, Virginio Merola, lascia aperto uno spiraglio. La prossima settimana incontrera' le suore dell'Istituto, ma nel frattempo indica a genitori e docenti di presentare alcune osservazioni al Regolamento edilizio (ancora in fase di approvazione). "Dobbiamo lavorare a soluzioni alternative- afferma Merola- prima di arrivare a una sentenza urbanistica che, anche se favorevole ai genitori, non risolve certo il problema economico delle suore".
Poi pero' aggiunge: "Troppe volte ho visto istituti religiosi cadere nelle mani di acquirenti scaltri". (SEGUE)



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(DIRE) Bologna, 26 feb. - Preoccupato della situazione del Sacro Cuore anche il presidente del Quartiere S.Stefano, Andrea Forlani, che la settimana prossima partecipera' all'incontro tra il Comune e le suore dell'Istituto. Forlani invita il Comune a una sorta di moral suasion sull'acquirente dell'edificio. "Se il Sacro cuore viene trasformato in residenza- afferma il numero uno del Quartiere- non oso pensare all'impatto che avra' sulla mobilita' e sui servizi della zona. Il Comune deve far capire al compratore che la soluzione non piace".
Anche i consiglieri comunali, di entrambi gli schieramenti, si dimostrano preoccupati per la situazione. Paolo Natali, consigliere comunale del Pd, proporra' in aula un Ordine del giorno per scongiurare la chiusura della scuola, appoggiato dall'esponente della Tua Bologna (e segretaria provinciale dell'Udc) Maria Cristina Marri. "La chiusura della scuola e' una ferita e un impoverimento per la citta'- afferma Marri, che ha chiesto la convocazione della commissione di oggi- bisogna fare di tutto perche' in quella o in altra sede continui il progetto educativo condiviso da cosi' tante famiglie".

(San/ Dire) 19:01 26-02-09




inviato il 27/02/2009 08:36:12

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