(ER) ARIA BOLOGNA. ULTIMATUM A VALLI ZABBAN:STOP EMISSIONI NOCIVE
HA UN 45 GIORNI PER METTERSI IN REGOLA; LO SFOGO DEI CITTADINI
(DIRE) Bologna, 16 apr. - Buone notizie per gli abitanti di via
Zanardi "alta" e via del Traghetto a Bologna: l'azienda
petrolchimica Valli Zabban ha un mese e mezzo di tempo per
mettersi in regola con le normative sulle emissioni nocive in
atmosfera. Lo ha reso noto questa mattina in commissione a
Palazzo D'Accursio, l'assessore comunale all'Ambiente, Anna
Patullo, incontrando i rappresentati del comitato Noce-Pescarola,
promotore nei mesi scorsi di una petizione (690 firme) per
fermare le emissioni e gli odori sgradevoli provenienti
dall'azienda. La Valli Zabban si occupa di trasporto,
distribuzione e trasformazione di surrogati del petrolio in
prodotti bituminosi.
"Il mio ufficio segue questa vicenda gia' da luglio, quando e'
stata sollevata dal presidente Mazzanti, e siamo intervenuti
immediatamente", spiega Patullo che ripercorre tutto il processo
che ha portato al termine imposto alla Valli Zabban. "Ad agosto
abbiamo fatto una comunicazione alla Provincia, perche'
l'autorizzazione alle emissioni e' di sua competenza, che a
ottobre ha avviato i controlli". Dopo aver analizzato i dati
raccolti, a dicembre, Palazzo Malvezzi "ha fatto una serie di
prescrizioni all'azienda, che e' la vera fonte di inquinamento di
via del Traghetto", obbligandola di fatto a mettersi in regola
con le leggi sulle emissioni, spiega ancora l'assessore. La Valli
Zabban ha successivamente prodotto un piano per rientrare nelle
norme, e lo ha presentato ad Arpa, "che l'1 aprile lo ha
validato, ponendo alcune prescrizioni". Da quella data, seguendo
i termini di legge, la Valli Zabban "ha 60 giorni di tempo per
attuare il progetto", aggiunge infine Patullo.(SEGUE)
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(DIRE) Bologna, 16 apr. - Dopo l'informativa di Patullo, il
presidente della commissione Territorio, Paolo Natali (Pd),
suggerisce un "monitoraggio costante e automatico dei camini",
per controllare gli eventuali sforamenti nelle emissioni rispetto
ai limiti di legge, ma anche di intervenire, se necessario,
"sospendendo l'attivita' o chiudendo l'azienda" per spostarla
altrove.
Il comitato (sostenuto dal quartiere Navile) pero', rimane
guardingo e preannuncia di "costituirsi parte civile per la
richiesta di risarcimento dei danni psico-fisici", ma anche
l'intenzione "di organizzare manifestazioni di protesta e
picchetti all'ingresso dell'azienda", se le cose non cambieranno,
spiega Luigi Corio, tra i primi firmatari della petizione.
"Durante le fasi di lavorazione, l'inquinamento atmosferico e il
fetore insopportabile rende pessima la qualita' della vita di
migliaia di cittadini residenti, ormai sull'orlo della protesta e
dall'esasperazione per una puzza acre che si avverte da anni",
spiega ancora Corio. Per il comitato, la Valli Zabban emette
"esalazioni di vapori acidi che quando escono dall'impianto di
abbattimento, dalle valvole di sfiato gas, durante le operazioni
di scarico e carico a cielo aperto delle materie prime dalle
cisterne ai silos e viceversa, si diffondono rapidamente nel
circondario urbano in base alla direzione dei venti determinando
notevoli alterazioni sia alla qualita' dell'aria sia alla nostra
salute". La situazione peggiora se si considera che "la
pericolosita' sanitaria dell'azienda e' dovuta non solo alla
obsolescenza degli impianti antinquinamento, ma anche dalla
paradossale assenza di sofisticati sistemi di controllo
permanente della rilevazione automatica dell'inquinamento
ambientale", prosegue ancora Corio. (SEGUE)
(DIRE) Bologna, 16 apr. - Le "esalazioni acri e irrespirabili"
della Valli Zabban "rendono la vivibilita' decisamente
difficoltosa, provocando oltre alle cefalee, alle patologie
respiratorie come allergie e bronchiti, anche insonnia notturna,
turbe ansiogene, eccitazione psicomotorie, sonnolenza diurna,
nonche' scarsa concentrazione, irrequietezza sul posto di lavoro
e scadente riposo notturno", continua ancora il rappresentante
dei cittadini.
Il comitato invita poi la Valli Zabban a "seguire l'esempio
dell Coop Costruzioni", che ha programmato "una eventuale
delocalizzazzione, perche' nel tempo sara' inevitabile in
rapporto alla forte incompatibilita' ambientale fra questa
tipologia industriale e un centro abitato notevolmente
sviluppato". Sul futuro trasloco dal centro urbano dell'azienda
petrolchimica, e su quello di Coop Costruzioni l'assessore
Patullo frena. "Mi fa piacere che Coop Costruzioni dica di
delocalizzare, ma devono farlo in un altro Comune, in un area
produttiva ecologicamente attrezzata, cioe' le aree previste dal
Psc, e in questo momento ce n'e' una sola, a Sala Bolognese, che
sara' pronta il prossimo 31 dicembre". Lo spostamento di
un'impresa inoltre "non puo' essere una volonta' del Comune di
Bologna", la decisione infatti deve essere presa dall'impresa
stessa, che non e' obbligata a spostarsi se rispetta la legge.
inviato il 17/04/2008 08:43:32