(ER) COMUNE BOLOGNA. PD CONGEDA 'AUTODETERMINAZIONE' DELLA DONNA
'TERMINE IDEOLOGICO'; ULIVISTI UNITI, SI SPACCA L'ARCOBALENO
(DIRE) Bologna, 25 feb. - Alla fine il Pd al Comune di Bologna ha
tenuto insieme laici e cattolici sull'aborto, ma ha dovuto
liberarsi di una zavorra chiamata "autodeterminazione della
donna", votandole contro (con qualche astensione di rilievo)
insieme al centrodestra. Ma la Sinistra arcobaleno, che a livello
nazionale cavalca la difesa della legge 194, si e' spaccata
ancora una volta: la Sd e' rimasta con il Pd, con cui ha
elaborato il documento discusso oggi in Consiglio comunale, Prc e
Cantiere occhettiano hanno votato a parte un loro documento gia'
approvato in Provincia solo dalla sinistra radicale. Sono questi
i risultati di una lunga battaglia tenuta oggi in aula nel pieno
di una campagna elettorale rovente sui temi etici. Al centro
dello scontro, proprio la formula "autodeterminazione della
donna", proposta in un emendamento dal capogruppo di Rifondazione
comunista Roberto Scinciaforni.
Poiche' come ha spiegato in aula Milena Naldi (Sd) "non poteva
essere accettato da tutti", il Pd ha rigettato l'emendamento
votando poi contro anche al documento alternativo presentato
dalla sinistra e tutto incentrato sulla formula
dell'autodeterminazione. "Faremmo bene se non ci fossilizzassimo
su una terminologia", e' l'invito della mussiana Naldi che
comunque alla fine ha votato anche il testo della sinistra. "E'
un termine che ha assunto una connotazione ideologica e non
aggiunge niente", avverte l'ex diellino Paolo Natali. Ma se la
sinistra insiste e per non lasciare il campo filo-194 interamente
al Pd arriva a proporre un proprio ordine del giorno alternativo,
nel campo ulivista si apre qualche piccola screpolatura: memoria
dei vecchi tempi quando una parola come "autodeterminazione" era
un totem intoccabile.(SEGUE)
(DIRE) Bologna, 25 feb. - Corrado Melega, primario di Ginecologia
al Maggiore e consigliere Pd, ammette infatti il proprio
imbarazzo per la situazione e alla fine decide di astenersi (e
non votare contro) sull'emendamento di Rifondazione. "Mi ha messo
in difficolta'- confessa- l'autodeterminazione era una parola
d'ordine 30 anni fa quando facevamo campagna elettorale per il
Pci sul referendum. E' stato sofferto rinunciare a questo
termine". Il Pd, nel bocciarlo, trova una sponda anche nella
ciellina di Forza Italia, Valentina Castaldini, che alla fine ha
optato coi suoi per la non partecipazione al voto. "E' una parola
vecchia di trent'anni- la liquida- penso che le donne musulmane,
oggi il 50% di chi abortisce, non sappiano nemmeno dove sta di
casa".
"Come ha detto Castaldini- approva Camilla Giunti (Pd)- alle
donne di oggi non interessa che su questo ordine del giorno ci
sia scritto autodeterminazione". Va insomma a vuoto il tentativo
della sinistra di aprire crepacci all'interno del Pd di palazzo
D'Accursio. "Cercate la divisione" contattacca il capogruppo
ulivista Claudio Merighi, e sull'argomento, sottolinea "ogni
divisione e' un danno". E poi "la parola 'autodeterminazione' non
la trovate nella legge". "Non siamo noi in attesa delle vostre
divisioni- ribatte Serafino D'Onofrio (Cantiere)- ne sta parlando
tutta Italia". L'atteggiamento del Pd secondo D'Onofrio conduce
alla "criminalizzazione politica".
inviato il 26/02/2008 11:17:14