Paolo Natali
Paolo Natali

 

CANTIERE TAV VIA SERLIO


(ER) BOLOGNA. TAV, BRACCIO DI FERRO COMUNE-RESIDENTI VIA SERLIO
ZAMBONI: CI SONO CARENZE IMPRESA, MA IMPOSSIBILE CHIUDERE 'ASTA'

(DIRE) Bologna, 2 lug. - Muro contro muro tra Comune e residenti
bolognesi, sul piede di guerra per gli effetti collaterali del
cantiere dell'Alta velocita' di via Serlio. Oggi in commissione
Territorio di Palazzo D'Accursio i cittadini, guidati da Dario
Petrosino, raccontano di minacciose nubi di polvere che si alzano
dalla strada, rumori molesti 24 ore su 24, crepe che spuntano
sugli case. Cosi', esasperati dalle conseguenze indesiderate del
cantiere per l'Alta velocita', dopo un esposto depositato in
Procura nello scorso marzo, i residenti della zona approdano in
Comune per chiedere all'amministrazione di usare il pugno di
ferro con l'impresa appaltatrice, secondo i cittadini "colpevole"
di omessa vigilanza sull'area dei lavori, responsabile inoltre
dei rumori insopportabili e dei cumuli di terra disseminata per
strada.
Fin qui i residenti hanno tentato- invano- di alzare la voce
con il Quartiere Navile ("Abbiamo raccolto solo dichiarazioni di
interessamento", denunciano) e la Polizia Municipale (raccontano
di ben 119 segnalazioni rimaste inascoltate). Ma i condomini
delle vie Algardi, Mascherino, Donato Creti hanno gia' raccolto
oltre 200 firme ed oggi presentano in commissione il pacchetto di
richieste, che ruotano tutte attorno al nodo dell'"asta di
cantiere", il tratto di strada tra le vie Serlio e Creti, creato
apposta per alleggerire il traffico dei mezzi pesanti al lavoro
sulla viabilita' ordinaria. I cittadini vogliono l'immediata
chiusura dell'asta: "Non c'e' nessuna vigilanza- attaccano in
aula- e transitano in liberta' anche i mezzi non autorizzati, il
tutto sulle nostre spalle". Ma l'assessore alla Mobilita',
Maurizio Zamboni, risponde picche: "L'asta- spiega- non puo'
essere chiusa adesso. E' semplicemente impossibile per gli
effetti che avrebbe sul traffico". (SEGUE)


(DIRE) Bologna, 2 lug. - Zamboni ammette che "abbiamo constatato
diverse manchevolezza da parte dell'impresa e che gli interventi
effettuati dalla ditta sono stati largamente insufficienti". Ora
pero', il Comune ha stretto nell'angolo la Provincia (ente
proprietario della striscia dove e' in piedi il cantiere) e
l'impresa appaltatrice, chiedendo "garanzie sulla sorveglianza ed
il corretto utilizzo dell'area" in concessione. E poi, "diciamoci
anche questo- replica l'assessore ai residenti- a quanto mi
risulta l''asta' e' usata anche da privati concittadini, che
evidentemente non hanno idea di come si vive una citta'".
Oltretutto, l'idea di Zamboni e', una volta ultimati i lavori per
l'Alta Velocita' (la consegna e' prevista per marzo 2008), di
"realizzare una pista ciclabile" dove adesso esiste la cosiddetta
"asta". Il presidente del Quartiere Navile, Claudio Mazzanti, non
nega i disagi provocati dai lavori per la Tav, ma invita a far
pressing sull'Osservatorio ambientale istituito dal Ministero,
"organismo deputato al monitoraggio e al controllo".
L'occhettiano Serafino D'Onofrio mette sul tavolo una
soluzione pragmatica: sulla scorta del modello di Roma si
potrebbe istituire "una commissione ad hoc sui disagi creati ai
cittadini e, in caso di danni accertati, si potrebbe prevedere un
fondo specifico di risarcimento". Un'idea, pero', "tutta da
studiare", mette le mani avanti Zamboni. Per il presidente di
commissione, il diellino Paolo
Natali, sarebbe invece opportuno
"individuare un Protocollo" per definire in concreto come, con
quali scadenze e soprattutto chi deve realizzare gli interventi
previsti. (SEGUE)


DIRE) Bologna, 2 lug. - Intanto, Italferr (una delle aziende
interessate alla partita della
Tav) dispensa rassicurazioni. "Il
cantiere e' in fase terminale per quanto riguarda le opere piu'
impattanti- annuncia Manuele Bacchi- e comunque per l'attivita'
di pulizia il cantiere e' dotato di una vasca, di una
motospazzola sempre attiva e il lavaggio delle strade e'
giornaliero".
Sullo sfondo resta in piedi la denuncia dei residenti spedita
in Procura. I condomini, ormai diventati insonni, chiedono alla
magistratura non solo di chiudere per sempre "l'asta", ma anche
di vietare qualsiasi deroga agli orari di lavoro previsti, di
imporre alle ditte l'installazione di pannelli antirumore e pure
di passare sotto la lente il comportamento del Comune, del
Quartiere e della Polizia Municipale nel caso "si configurassero
reati", minaccia l'esposto del 5 marzo scorso.

inviato il 03/07/2007 08:40:25

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